È stato assolto. Dopo anni di indagini, fiumi di soldi spesi per intercettare pure la sorella di Mubarak per scoprire se Ruby Rubacuori era davvero la nipote del faraone egiziano, la poderosa macchina da guerra ispirata dalla Procuratrice Ilda La Rossa si è frantumata sul parterre di una grigia aula penale.
E così la Procura milanese, simbolo della lotta giudiziaria alla politica, rischia di diventare l’Olandese Volante, il leggendario galeone fantasma condannato a solcare i mari in eterno senza una meta, a cui il destino avverso impedisce di tornare a terra.
Di processi farlocchi Berlusconi ne ha subiti tanti, ma quelli del filone delle escort, sono stati il simbolo dell’attacco giudiziario e strumentale al leader del centrodestra.
Con questo non è che si intende condividere e apprezzare Don Silvio, anzi! La sua leadership non ci appartiene né politicamente né sotto il profilo dello stile o dei contenuti.
Quello che però non si riesce proprio a mandare giù è il ricorso alla giustizia per sconfiggere un avversario politico.
Perché se ci sono cose che in politica non dovrebbero entrare mai sono i fiocchi dorati delle toghe. Salvo casi concreti e fondati.
Non dovevano entrare nella vicenda mani pulite, visto che il grande filone giudiziario che permise a Di Pietro di fare il ministro aveva come oggetto l’irregolare finanziamento politico (irregolare e non illecito), e non dovevano entrare neanche nella lotta contro Berlusconi.
Per una serie di motivi molto semplici.
Innanzitutto perché gli accanimenti giudiziari alla fine si smontano e si squagliano al sole. I Procuratori quando si prestano al furore politico perdono lucidità, dimenticano di essere professionisti dell’indagine, diventano faziosi e poco obiettivi e mettono in piedi inchieste e rinvii a giudizio nelle quali tutto si fa tranne che una seria verifica della ipotesi di fondatezza del reato.
In secondo luogo perché in questa sorta di crociate alla ricerca dell’illegalità avversaria, si spendono una barca di soldi pubblici, ovvero dei cittadini, (e poi magari si sopprimono i tribunali per risparmiare i fondi della giustizia).
Tertium non datur perché gli avversari politici si combattono sul terreno della discussione, del dibattito, nelle aule parlamentari o assembleari e non in quelle giudiziarie sperando che il dito dei PM prema il grilletto della pistola che abbiamo puntato contro il nostro avversario di turno.
E dire che di argomenti per affrontare e combattere Berlusconi ce n’erano a bizzeffe.
Per aver stravolto, per esempio, le regole del sistema e aver introdotto una sorta di neo-cesarismo del III millennio.
“Il partito è solo una organizzazione destinata a realizzare l’affermazione del leader,” disse. Della serie non importa cosa dico, cosa penso e a cosa credo, l’importante che sono io. Con la conseguenza che per non disturbare il manovratore, il leader maximo che governa, furono abolite le preferenze, “per permettere di tenere sottocontrollo i parlamentari” o fu lanciata la lotta ai partiti minori “perché ricattano ogni giorno il governo per ottenere questo o quello.”
Per avere poi, sul piano internazionale, ridotto l’Italia a essere la barzelletta del mondo per colpa delle sue megalomanie che gli facevano credere di potersi permettere di tutto.
Per aver infine rovesciato un paese senza aver in testa un modello di società da perseguire e costruire, inseguendo riforme e riformicchie inutili, spesso tanto dannose da dover essere, dopo breve tempo, modificate o revocate.
E su questi terreni, dove avrebbe dovuto trovare avversari, ha incontrato invece alleati.
Le forze egemoni della sinistra da un lato hanno confidato nel forte braccio della giustizia per batterlo e dall’altro hanno però assecondato certi suoi progetti nella convinzione di trarne beneficio.
Sono stati così buttati a mare secoli di filosofie, di valori, di ideali, di culture che hanno costruito la politica moderna e le democrazie occidentali e che hanno insegnato che le genti si uniscono in nome di una idea, per dei valori etici, o per inseguire il sogno di un modello di società da realizzare, e non certo per la faccia seducente del capopopolo di turno.
Con la conseguenza che contro di lui la guerra giudiziaria è naufragata e la battaglia politica non è mai decollata.
A Berlusconi sono sempre state fatte guerre inadeguate e non sono mai state date riposte adeguate.
E il Cavaliere è ancora lì a pontificare come sempre su di tutto e di più.
Al Berlusconi che qualche tempo fa propose “un Presidente eletto dal popolo” gli andava data una risposta molto semplice: “Caro Silvio, magari prima di proporre un Presidente, ci restituisca i deputati e i senatori eletti dal popolo e non scelti da lei o da chi è come lei.”
E forse sarebbe stato il primo timido passo verso un ritorno a una democrazia compiuta.
4 commenti
buona analisi!
Appprrezzo e condivido le tue valutazioni
Potrei sembrare inopportuno se continuo a farle i complimenti. Però è un’ analisi a tutto tondo direi perfetta.. grazie! A lei, a La Giustizia e a Socialista Liberale!
Ottimo.