Scrive il Misfatto quotidiano: “Trovo che la decisione di far intervenire Volodymir Zelensky come ospite d’onore al Festival di Sanremo sia ignobile non solo perché fanaticamente propagandistica e quindi fomentatrice della guerra, ma anche e soprattutto perché barbara, nel senso di fautrice della barbarie. Il Festival di Sanremo è un evento culturale”. Dunque politica e cultura non stanno insieme e l’assenza del presidente ucraino, alle prese con un’aggressione questa sì barbara, eleverebbe addirittura il festival, più volte relegato a banale corsa di canzonette, a evento culturale. Il Misfatto del resto non é solo contro la presenza di Zelensky a Sanremo, é proprio contro Zelensky e l’Ucraina e, come quel gruppo di intellettuali della sinistra au caviar, convinto di equiparare un’aggressione a una semplice guerra, e per di più per il solo Donbass, come scrivono Moni Ovadia e compagnia. Anche i destri non si sono fatti attendere. Ha parlato per tutti Salvini che si é chiesto quale canzone cantasse mai il presidente ucraino, forse scambiando il suo passato da attore con quello di cantante. Riepiloghiamo. Che Sanremo si sia intrecciato quasi sempre con eventi sociali, sportivi e anche politici é noto a chi solo vuol ricordare. Nella sua seconda edizione, quella del 1952, il festival fu vinto da Nilla Pizzi, che aveva trionfato anche l’anno precedente, con un pezzo, “Vola colomba”, che faceva diretto riferimento alla questione di Trieste, nel 1968-69 le canzoni di protesta e contro la guerra dilagarono (l’anno prima, quello contrassegnato dal tragico suicidio di Luigi Tenco, che aveva cantato la solitudine di un emigrato, i Giganti si erano presentati con un pezzo contro gli eventi bellici che invitava a mettere dei fiori nei cannoni), mentre Morandi impazzava nelle televisioni con una canzone “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” contro la guerra nel Vietnam. Ma stando agli eventi più recenti ci si è gia dimenticati delle delegazioni sindacali ricevute, del vate Celentano che scivolava sul terreno politico come un prototipo del populista sgrammaticato? Ci si é dimenticati, signori del Misfatto, del comizio del vostro Beppe Grillo di fronte all’Ariston? La verità é che costoro non sono affatto cultori della intangibilità del festival, della sua purezza da preservare da contaminazioni politiche. Costoro sono semplicemente ostili a Zelensky e alla sua resistenza all’aggressione russa. E, c’é da giurarci, se avessero chiamato al suo posto, qualsiasi altro, compreso un talebano, non avrebbero fiatato.
6 commenti
Bella quella del misfatto quotidiano. Ho condiviso il tuo articoli. Questi sono i veri delinquenti che hanno massacrato l’Italia. Bravo
Siamo al solito giochino…
Si creano “scandali” mediatici…
Per vendere più copie da un lato…
Oppure da entrambe le parti politiche…
Per creare una nebbia rispetto ai problemi irrisolti delle persone…
Mentre nell’indifferenza generale si impongono riforme divisive e pericolose…
Da parte della destra…
E si fa finta di esistere da parte dell’opposizione…
Se chiedete agli italiani cosa ne pensano sull’intervento del leader ucraino a Sanremo…
Vi risponderanno in maggioranza che sono favorevoli o comunque indifferenti…
Bravissimo Mauro, non poteva essere meglio commentato il misfatto del … Misfatto quotidiano!!!
Ciao Mauro condivido molto il tuo ultimo commento sul Festival di SanRemo e l’aggressione russa. Giorgio casadei
Grazie Mauro analisi lucidissima
Non voglio polemizzare con nessuno, ma sulla presenza di Zelensky a Sanremo., ma mi pare banalizzare la tragicita’ della guerra. Comunque sono pieno di dubbi