Non s’è capito se è colpa del 17 o se perché oggi ricorre l’anniversario della esecuzione di Giordano Bruno, tant’è che a scorrere le agenzia di stampa di notizie talmente interessanti con le quali aprire la pagina del nostro giornale non ve ne sono.
Di 17 ci sono nato, e per di più pure di novembre, e alla sfiga che comunemente viene legata a questo numero non credo, neanche se tale superstizione la si fa risalire a epoche bibliche. E già perché il diluvio universale sarebbe iniziato il 17 del II mese nell’anno seicentesimo della vita di Noè. Che culo aggiungerei, (ovviamente con sarcasmo), perché seicento anni di esistenza su questa terra non s’affrontano. Faccio fatica io a mantenere la pazienza che ne ho passati appena un decimo, figuriamoci Noè dopo seicento anni.
A questa storia gli hanno dato pure un nome che suona di scientifico: eptacaidecafobia, roba che se lo sentissero Totò o Eduardo, che sul numero 17, specie se ricadente di venerdì, ci hanno giocato alla grande gli farebbero una pernacchia di quelle sonore, da rompere il muro del suono. Ma è l’andazzo dei tempi nostri: pronunciare parole difficili per sembrare più colti. “Ma mi faccia il piacere,” direbbe Totò, e avrebbe pure ragione.
Oggi è anche l’anniversario della scomparsa del grande eretico. Colui che riformisti e garantisiti hanno eretto a simbolo del laicismo.
“Avete più paura voi a pronunciare questa sentenza che non io nel doverla sentire e subire.” disse Giordano Bruno al Tribunale Inquisitiorio che lo condannò a morte.
Fu bruciato vivo il 17 febbraio del 1600 a Campo de Fiori, a pochi passi da Piazza Farnese dove il Sindaco di Roma ha condotto ieri a passeggio (chissà se c’era pure Silvestrini) Roberta Metsola, politica maltese e Presidente del Parlamento Europeo, dirottata al cazzeggio dopo il mancato incontro con la Meloni obbligata a letto con l’influenza
Che poi GIordano Bruno laico non lo era per niente, anzi, forse era più sinceramente credente di quanti portavano uffcialmente la croce della passione. Aderiva al naturalismo rinascimentale, credeva fermanante nella libertà del pensiero dalle regole e dai legacci della religione e non lesinava di dare serie spallate ai dogmatismi clericali. Ed è per questo che è visto con simpatia da parte di chi ritiene di dare più importanza al mondo dell’immanente che a quello del tracendente. Ma quanto a fede dava lezioni ovunque e a chiunque.
Disse anche: “Quanto a questo io ne ho parlato qualche volta, dicendo che il peccato della carne, parlando in genere, era il minor peccato delli altri. ” e chissà se si riferiva al processo “Ruby ter”. Certo che, se fosse vissuto ai tempi nostri, avrebbe fatto parte del collegio di difesa di Berlusconi.
Che però il 17 possa portare sfiga qualche dubbio può anche venire. A Mosca il piano seminterrato della stazione ferroviaria “Kurskiy” è stato evacuato a causa della presenza di un uomo con mine e un ordigno esplosivo; la Meloni ha di fatto abolito il superbonus, mandando nel panico migliaia di imprese e condomini; Delmastro è indagato per le rivelazioni sulle vicende Cospito.
Ma poi ripensi che il gas è sceso sotto i 50 euro e che il superenalotto regala 371 milioni a una novantina di persone per 4 milioni a testa e allora ti ricredi e, tra te e te, dici: “Ma allora Paolo Fox esiste davvero.”
E poi, e poi, ti guardi attorno e ti rendi conto che in un venerdi 17 dedicato al cazzeggio c’è, non molto lontano da qui, chi viene ancora estratto vivo dalle macerie e ringrazia Dio, mentre sono a migliaia a piangere una ecatombe di morti e tra essi bambini, bambini, quanti bambini, troppi bambini che Dio lo sono già andati a salutare e conoscere.
E allora ti rendi conto che mentre cazzeggi alla tastiera e cerchi di far sorridere qualche lettore, in un giorno in cui scrivi che non c’è da niente da scrivere, c’è sempre, in qualche parte del mondo, qualcuno che soffre e il fatto che tu non ne sia a conoscenza, o non succeda sotto i tuoi occhi tanto da ricordarti quanto sia doloroso il dolore, non vuol dire che non stia succedendo e devi ringraziare che non stia accadendo a te permettendoti di continuare a scrivere.
A scrivere per ricordare, infine, due pagine socialiste.
Ieri è deceduto Giorgio Ruffolo, economista, storico, saggista, ministro dal 1987 al 1992, uomo colto e raffinato, esponente della sinistra socialista, illuminato e riformista, padre della concezione sostenibile dell’ambiente, un uomo di cui tutti i socialisti serbano un caro e affettuoso ricordo.
Il 17 febbraio del 1992 fu arrestato Mario Chiesa, con l’accusa di concussione, e venne dato l’avvio al periodo politico e giudiziario chiamato tangentopoli. Da quel periodo, sulle ceneri della prima, nacquero la seconda e poi la terza Repubblica.
E Giordano Bruno guardandole, senza alcun dubbio, oggi avrebbe detto: “Bella Chiesa è questa governata da ignorantazzi et asini.”