Si sono ritrovati in Calabria, a Lamezia, in un incontro organizzato dal “Cantiere Laboratorio/ Gioventù Controcorrente”, ufficialmente per parlare del tema dello “scenario geopolitico internazionale, con al centro l’Italia protagonista del Mediterraneo”, ma in realtà è stata una reunion tra reduci, ufficiali, e appassionati tutti insieme per celebrare il “vannaccipensiero”.
Il più entusiasta è stato Fabio Filomeni, Tenente Colonnello in pensione, autore del libro “Morire per la Nato?” e pare, per un periodo, commilitone del Generale.
Oltre a lui, e a una ventina di persone, il Presidente del “Cantiere Laboratorio” Vittorio Gigliotti, Tiziano Ciocchetti Analista Militare e Corrado Corradi, già Colonnello di Organismi Informazioni e Sicurezza Militare, presente via web.
Ma il vero succo dell’evento, che altrimenti sarebbe passato come una comparsata da “Bar dello sport” per parlare del torneo di bocce, è stato quando Filomeni ha annunciato la “nascita ufficiale del Movimento Culturale Il Mondo al Contrario, contro la dittatura ideologica del pensiero dominante”.
Scopo del nascente movimento, si legge in una nota, è quello di costituire un centro di aggregazione del pensiero di tutti coloro che credono nella libertà di espressione, diritto sancito dalla nostra Costituzione.
Un movimento che percorre tutte le strade della organizzazione compresa quella del sito web in un blog, “www.ilmondoalcontrario.net”, che racchiude il pensiero delirante dei suoi ispiratori in uno zibaldone di concetti nostalgici e ostili a ogni forma di progresso culturale e sociale.
“La nostra bussola”, si legge sul sito, “è la libertà: il principio che muove la storia e che rispetta l’individuo”.
E già, movimento culturale, per affermare la cultura del “normale” contro tutto ciò che sia anormale, diverso.
Ma da culturale a politico il passo è un soffio.
Lui, il Generale, sebbene invitato non c’era, ha solo inviato un saluto in collegamento telefonico.
Il Generalissimo per ora non ne vuole sapere, ma non esclude.
Non chiude nessuna porta ma le lascia tutte appena socchiuse.
“Conosco Filomeni, ma non ci ho parlato… Non so niente di questa iniziativa, non ne sono a conoscenza“, ha dichiarato Vannacci a una nota agenzia di stampa.
Una prudenza che più di una forma di saggezza ha il sapore del “fammi capire cosa mi conviene più fare”.
Il Generale forse vuole testare il suo esercito prima di fare passi e scelte perché, come ha dichiarato Renzi, “Vannacci può fare quel che vuole, anche entrare in politica, ma allora deve abbandonare la divisa. Le due cose sono incompatibili”, e lui forse sta valutando proprio questo.
Ma al di là di tali ragionamenti, è evidente che ci sono alcuni nel paese, certamente più numerosi di quel gruppetto esiguo che si è radunato a Lamezia, che non vede il Generale solo come uno scrittore controcorrente ma addirittura il simbolo per rappresentare un modello di pensiero attorno al quale adunare del consenso, il simbolo di idee nostalgiche e conservatrici che dietro lo slogan della “normalità” sono refrattarie a qualunque forma di innovazione e ammodernamento.
E per ora il Generalissimo conta i suoi uomini.