Si sono sprecate , negli ultimi giorni, le dichiarazioni sui nuovi equilibri in atto nel Medio Oriente ma l’ impressione è che si continui a giocare sulla pelle del popolo palestinese. Gioca Benjamin Netanyahu che, nella riunione delle Nazioni Unite, ha parlato di una vicina storica intesa con l’ Arabia Saudita propedeutica a fermare , nel suo Stato, le tensioni e gli attentati arabi che partono dalla striscia di Gaza. Gioca Joe Biden , che gioisce della cosa ma ,
In un incontro con il leader di Tel Aviv , gli chiede di riconoscere lo Stato della Palestina e di ritirarsi dai territori in Cisgiordania occupati dai coloni, ma conseguentemente di rompere l’alleanza di Governo con i partiti religiosi e di formare una grande coalizione sapendo bene quanto cio’ sia al momento impossibile. Gioca Hamas , che prosegue nei suoi attacchi terroristici e con il lancio di missili su Israele , rinforzando i legami con l’ Iran ,che e’ in guerra con Tel Aviv e ne vuole l’ annientamento. Gioca l’ Arabia Saudita, il cui Principe ereditario Mohammed bin Salman , da una parte vuole allacciare ufficiale relazioni diplomatiche con Netanyahu alla stregua degli accordi di Abramo, dall’ altra non può abbandonare i palestinesi al loro destino vedendo così rivoltarsi contro di lui tutto il mondo arabo.
Gioca Vladimir Putin che fa valere la presenza in Israele di una numerosa comunità di origine russa e che collega il suo atteggiamento in merito alla questione che in questo momento gli sta piu’ a cuore e cioè la vittoria nella guerra contro l’ Ucraina. Gioca perfino l’ Unione Europea che , ufficialmente ricerca una soluzione condivisa, ma non riesce o non vuole creare un tavolo di trattativa per risolvere i problemi aperti. Sono passati trent’anni dagli accordi di Oslo , raggiunti con la mediazione americana , che videro Bill Clinton con Rabin e Arafat trovare un ‘ intesa che aprì grandi speranze per la risoluzione del conflitto arabo israeliano per la Palestina.
Ma in questo periodo, al di là dei pronunciamenti e delle dichiarazioni di principio, le cose sono peggiorate. Basterebbe citare un dato incontrovertibile: da allora gli insediamenti dei coloni israeliani in Cisgiordania , che con le intese raggiunte dovevano bloccarsi, sono passati da 110.000 a 465.000. Le cause che lo hanno determinato sono state soprattutto figlie di una volontà politica attribuita soprattutto ai partiti religiosi del Governo di Tel Aviv ma sostanzialmente appoggiate da Netanyahu e dal suo Likud. Ognuno pare pensare poi più al tornaconto personale o del proprio partito piuttosto che all’ interesse generale. E intanto si continua a morire per i sanguinosi attentati terroristici e per le rappresaglie dell’ esercito e dello aviazione israeliana.
E si fa il gioco di coloro che hanno tutto da guadagnare radicalizzando una situazione di conflitto continuo . Certamente vi sono stati errori di tutti in questi anni ma pensando anche a quello che sta accadendo oggi in Ucraina non si può non tornare alle parole che Bettino Craxi pronuncio in Parlamento nel lontano 1985 : ” Contestare a un movimento che voglia liberare il proprio Paese da un’ occupazione straniera la legittimità di un ricorso alle armi significa andare contro le leggi della Storia ed e’ contro i diritti sanciti dall’ Onu.” E Craxi condivideva totalmente le ragioni della necessità di uno Stato di Israele e della sua difesa.