di Alessandro Perelli
È possibile che due Paesi ,entrambi aderenti alla NATO ( e di cui uno fa parte dell’ Unione Europea e l’altro ha fatto domanda di adesione) aumentino progressivamente le tensioni e le incomprensioni fino a rischiare lo scontro militare? È il caso della Grecia e della Turchia. Vecchie ruggini ,derivate anche dalle differenti etnie e religioni praticate ,negli ultimi mesi sono degenerate in un vero e proprio clima di ostilità molto pericoloso per la convivenza civile tra i due popoli. Al di là delle diatribe storiche che riguardano l’ isola di Cipro, che rimane divisa ,una parte che ha Atene come riferimento e l’altra che è collegata a Ankara e Istanbul , due sono i motivi che attualmente rendono estremamente problematici i rapporti tra Kyriskos Mitsotakis e Recep Erdogan , rispettivamente Premier della Grecia e Presidente della Turchia. Il primo è costituito dall’ azione espansionistica che il dittatore di Ankara ha messo in atto nel mare Mediterraneo. In particolare il riferimento è per lo sfruttamento delle risorse energetiche ( e tutti sappiamo quanto in questo momento ciò sia importante) nel mare . Anche grazie all’accordo firmato con il Governo Dbeibah in Libia, il controllo turco delle acque mediterranee si è ulteriormente ampliato . Il fatto è che però non è chiara l’attribuzione di vasti spazi marini ( in cui tra l’altro dovrebbero avvenire le estrazioni) rivendicate anche dalla Grecia . I tentativi europei di trovare un accordo sono andati per ora in fumo e ,a stento, si sono evitati scontri tra le rispettive marine militari. La minacce e gli avvertimenti per le conclamate violazioni territoriali marine ,con navi mascherate da strumenti di ricerca e invece vere e proprie imbarcazioni dotate di piattaforma per le estrazioni , si sono susseguite e hanno determinato un rafforzamento della presenza militare nelle zone interessate . Anche a livello internazionale si è preso atto del deterioramento dei rapporti tra Grecia e Turchia. I più imbarazzanti sono gli Stati Uniti. Joe Biden ha promesso la vendita di caccia F 16 e F35 a entrambi i Paesi che condividono l’ adesione all’ Alleanza Atlantica. Una sorta di equilibrismo che deve fare i conti con i dubbi del Congresso che è preoccupato per l’aggressività di Erdogan e per la sua posizione definita ambigua sull’ aggressione russa all’ Ucraina e sulla possibilità che gli F16 possano essere usati contro i curdi in Siria. Da parte sua attraverso il Ministro degli Esteri Cavusoglu ,che si è incontrato a Washington con il Segretario di Stato USA Blinken, il leader turco usa l’arma del ricatto collegando la consegna dei caccia al parere positivo della Turchia indispensabile per ottenere il via libera di Svezia e Finlandia all’entrata nella Nato. Non ha avuto dubbi invece Emmanuel Macron che ha fatto arrivare alla base aerea greca di Tanagra sei jet Rafale di quarta generazione dall’aeroporto di Bordeaux seguiti da un altra commessa militare comprendente aerei da combattimento e tre fregate. Cauto finora l’atteggiamento di Russia e Cina ,la prima sostanzialmente accondiscendente con la Turchia per l’accordo libico che ha penalizzato Aftar pur di mantenere aperto il dialogo su Kiev, la seconda interessata a non guastarsi i rapporti con tutti e due gli Stati e in particolare con Atene dove ha svolto un investimento sul porto del Pireo per la realizzazione della nuova Via della Seta. L’ altro motivo di forte tensione sul confine greco turco è rappresentato dal problema dei migranti. Una nuova crisi umanitaria si è consumata dopo che Erdogan ha di fatto spinto migliaia di rifugiati residenti in Turchia verso la Grecia. Numerose le vittime provocate dagli stenti e dalle precarie condizioni sanitarie e logistiche di questi disperati con accuse reciproche di maltrattamenti e violazione dei diritti umani. Ciò mentre sostanzialmente l’ Unione Europea sta a guardare atterrita che sia ulteriormente incrementata la rotta balcanica e che la Grecia non riesca più a arginare il flusso dei clandestini. Una situazione intollerabile che ha messo un ulteriore elemento di frizione tra Atene e Ankara.