Di Alessandro Perelli
Ne aveva ereditate di gatte da pelare Rishi Sunak, Primo Ministro del Regno Unito dal 25 ottobre 2022: la soddisfazione per il raggiungimento della sua aspirazione all’interno del Partito Conservatore, aveva presto lasciato il posto alla preoccupazione di riuscire ad affrontare adeguatamente tutti i problemi che gli si ponevano davanti. Ne ricordiamo solo alcuni: l’inflazione galoppante, la crisi energetica, i conti in passivo, la guerra in Ucraina, l’impegno contro l’aggressione di Putin e gli scioperi in vari settori. Il tutto con i sondaggi che davano i Laburisti di Keir Starmer, il principale avversario politico, in costante ascesa di consensi, e con una quindicina di punti in percentuale di vantaggio. Cosa del resto ampiamente prevedibile dopo la caduta, uno dopo l’altro, dei suoi predecessori: Boris Johnson (per i noti scandali che lo avevano coinvolto) e Liz Truss, per le sue scellerate scelte fiscali che avevano depresso la Borsa e la sterlina nonché le casse dello Stato. Infine, con la “patata bollente” della gestione della Brexit, per la quale oltre al problema della chiusura dell’accordo di separazione dall’Unione Europea, ancora da definire completamente, si aggiungevano problemi interni primo fra tutti quello del Protocollo irlandese del 2020, che lasciava una parte del Regno Unito sotto la giurisdizione dell’ UE: l’Irlanda del Nord.
Proprio sulla questione Irlanda del Nord, nei giorni scorsi si è giunti a uno storico accordo a Windsor Windsor Framework), alla presenza della Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen. L’accordo modifica sostanzialmente il testo del Protocollo che aveva provocato molte proteste, e il risentimento di Belfast. Esso prevede che non vi saranno controlli doganali e altri ostacoli per le merci provenienti dalla Gran Bretagna e destinate all’ Irlanda del Nord. Le merci destinare all’Irlanda, e quindi a un territorio dell’ Unione Europea avranno invece un altro percorso doganale, per garantire l’integrità del mercato unico UE. Quanto riguarda i medicinali, sia già in commercio sia di futura acquisizione, se approvati dall’ente di regolamentazione britannico, potranno essere venduti in Irlanda del Nord. Con ciò si supera il problema originato dal Protocollo che, mantenendo Belfast nell’Unione doganale UE, imponeva numerosi controlli per le merci in arrivo dalla Gran Bretagna, creando di fatto un confine con Inghilterra, Scozia e Galles.
Vi è, inoltre, un punto ancora più significativo che concerne la tutela della sovranità dell’Irlanda del Nord: il Parlamento di Stormont avrà il diritto di bloccare le regole dell’Unione Europea e Londra avrà il potere di veto. Questa è un’importante norma di salvaguardia, che va incontro le richieste di Belfast e sana i suoi timori rispetto l’eventualità di trovarsi soggetta alle norme europee ma senza voce in capitolo.
Questo accordo, tra l’altro, ha avuto il potere di sbloccare anche la collaborazione scientifica: la Gran Bretagna potrà quindi partecipare al Programma Horizon, dal quale era stata esclusa proprio a causa della disputa sul Protocollo. L’ intesa quadro di Windsor dovrà, nei prossimi giorni, essere approvata dal Parlamento di Westminster. Al di là del dato tecnico, che ha permesso di risolvere una questione particolarmente spinosa, qual è il significato politico dell’ accordo? Per Rishi Subak significa, e non è poco, innanzitutto cominciare a scrivere la parola fine al capitolo Brexit, potendo quindi dare inizio a nuove intese con l’ Unione Europea.
Non si torna indietro, si guarda avanti chiudendo un capitolo di contrapposizioni e cercando di ricostruire un rapporto proficuo con Bruxelles. Sunak dovrà vedersela ancora con i deputati dei Tory e i rappresentanti del Dup (partito nordirlandese a favore della Brexit) più sfegatati, forse rimasti sorpresi dalla chiusura in pochi giorni di una trattativa con Bruxelles che sembrava interminabile. Il suo lavoro di ricucitura con l’Unione è stato premiato.
Sarà interessante vedere in Parlamento quale sarà l’atteggiamento dei Laburisti. Keir Starmer si è caratterizzato per la sua opposizione costruttiva (al contrario del suo predecessore Corbyn); in particolare proprio sulla gestione della Brexit . Non sorprenderebbe un suo voto positivo in questo senso, sul testo dell’accordo di Windsor. In generale per Sunak si è trattato di una boccata d’ossigeno, rispetto ad un percorso da Premier che era stato pronosticato da tutti come irto di difficoltà. Chissà che che non possano aprirsi, a breve scadenza, proprio in virtù di questa intesa, nuove collaborazioni con l’Unione Europea su materie come sicurezza energetica, cambiamento climatico e immigrazioni, che fino a poco tempo fa, per lo stato pessimo delle relazioni, sembravano impossibili.