Si chiama Ikram Jarmouni, è una studentessa modenese, si stava recando a Roma in treno e soprattutto, soprattutto, non ha tratti caucasici.
Aveva forse la faccia di una che va a Roma per passare una serata da sballo, o ad aggirarsi tra la folla della stazione per fare borseggio ?
No, nulla di tutto ciò. Questa ragazza, nata a Modena e di origini marocchine, attivista per i diritti umani e iscritta al corso di laurea magistrale in Diritti umani e Governance multilivello all’università di Padova, è una studentessa modello e si recava a Roma per ricevere nientepopodimenoche il “Premio America giovani per il talento universitario” conferitole dalle presidenza della Camera dei Deputati.
E invece di essere oggetto di ammirazione da parte di tutti, durante il viaggio in treno per Roma e per Montecitorio, è stata oggetto di una aggressione, per fortuna solo verbale, per il colore della sua pelle e per i suoi tratti somatici.
Insulti a non finire, epiteti volgari e offensivi anche a sfondo razziale, parole gridate più volte come “puttana”, “zingara” e anche “ti spacco la faccia” e soprattutto tanta paura, ma per fortuna è finita lì.
“Sono stata aggredita, insultata e minacciata di morte per il colore della mia pelle. Né le forze dell’ordine né il capotreno,” ha dichiarato la ragazza, “sono intervenuti, nonostante abbia chiamato con urgenza entrambi. Non è stato fatto alcun tentativo di identificazione.”
Solo un ragazzo, probabilmente suo compagno di viaggio, è intervenuto per cercare di far cessare le molestie.
Dell’evento, Ikram, ha girato un video, pubblicato su Instagram, in cui si può vedere tutta la dinamica dei fatti.
Si è trattato solo di una persona, per di più segnata da evidenti carenze culturali, e questo non consente di fare generalizzazioni.
Ma quello che colpisce è la paura di tutti gli altri numerosi presenti i quali, probabilmente anche per la prepotenza e la brutale aggressività dell’energumeno, si sono sottomessi anche quando la persona si è rivolta loro con arroganza per poter passare.
“Questa è l’Italia”, ha aggiunto la ragazza, ma non alludeva a una Italia razzista, probabilmente alla mancanza di coraggio nel non ribellarsi e sottomettersi a qualunque gesto di prepotenza e nel lasciare sola una persona aggredita ingiustamente, per di più donna. Probabilmente alludeva alla mancanza di solidarietà. Ecco sì, in questo senso “questa è l’Italia”.