Non è una provocazione, è l’immagine della verità. Se convochi gli Stati Generali del socialismo italiano e lasci fuori metà del partito, la parte che a ottobre ha chiesto la convocazione di un Congresso straordinario facendo sua la proposta di Intini, la frase ‘Stati Generali’ non ha senso, è sbagliata.
È tempo di dire come stanno davvero le cose. Intere regioni, dalla Toscana al Triveneto, non vengono invitate ai convegni organizzati dalla segreteria nazionale, i loro dirigenti vengono esclusi dagli incarichi di lavoro, quasi tutti gli ex parlamentari vengono esclusi da ogni forma di coinvolgimento, scrivere su Avanti! on line e su Avanti della Domenica è impossibile. Eppure siamo iscritti tutti allo stesso partito.
Mesi fa ho chiesto di scrivere sull’Avanti della Domenica ma nessuno ha letto quello che avrei voluto scrivere.
È in atto la cancellazione della memoria recente ma io non sono più segretario del partito da quattro anni, quattro anni non quattro mesi. Non ho condotto io le trattative nelle recenti elezioni politiche che ci hanno portato fuori dal parlamento. La prima operazione da fare, ben prima di immaginare gli Stati Generali, è chiarire le cose all’interno, non fuggire dalle responsabilità. Oppure siamo di intralcio perché di fronte a certo velleitarismo diciamo la nostra opinione?
Un esempio. Si continua a dire che si presentano e si presenteranno liste socialiste alle elezioni. È stato questo il fondamento della relazione di Maraio al Consiglio Nazionale di ottobre. Molti di noi hanno dichiarato che questa strada magari fosse possibile ma non è da decenni realistica. Non lo è dal 1994/5.
E infatti, e non è per demerito delle compagne e dei compagni, in Lombardia entriamo nelle liste del Pd, nel comune di Siena candideremo un compagno nelle liste del Pd, altrove ci affideremo ad accordi con liste civiche o di sinistra sinistra, ma solo raramente ci sarà il simbolo del partito.
Ripeto: conosco lo stato del PSI in Italia e non sono sorpreso, conosco lo sforzo che si fa ovunque per tenere in piedi una piccola casa. Sono invece sorpreso quando si continua a dire una cosa e poi se ne fa un’altra, quando si arriva addirittura all’offesa personale contro chi manifesta idee diverse accusandolo di voler sciogliere il PSI perché propone alleanze che puntualmente si realizzano a livello locale.
Insomma, prima di ogni tavolo di concertazione con Psdi (esiste?), con l’area verso il Partito del lavoro (chi sono?), con Domani Socialista (?). Sigle importanti, colpa mia se non le conosco, non mi informo abbastanza, andrebbe restituita la dignità di partito nazionale al PSI.
Il Tevere non è il confine, non lo era nemmeno al tempo dello Stato Pontificio.
3 commenti
Gentile R. Nencini,
Siamo davvero certi che le conclusioni come da lei menzionate siano davvero così escludenti per buona parte degli iscritti.?
Eppure a ben vedere lo “story line” degli avvenimenti trovani riscontro in un congresso celebrato verso la fine del 2022, con esito politico e di direzione unana condiviso all’unanimità.
Certo, le limitazioni del numero dei parlamentari ma soprattutto di un sistema elettorale del tipo attuale ma soprattutto la sconfitta elettorale sua del PD che in generale del centrosinistra, non hanno favorito il PSI, e, penso, ciò considerato che, nemmeno nel duopolio del 3 polo, ci avrebbe
a parità di condizioni favorito.
Quindi perché accanirsi sulle miserie.
È davvero ingeneroso, a mio parere, non tentare un passo indietro, ed a ciò una sintesi perv uno sviluppo comune ed una finalità che dovrebbe essere il consenso e la vitalità al Partito Socialista Italiano, quale patrimonio di valori e di esercizio politici comune.
Che poi sia possibile superare gli ostacoli e le incoerenze presenti nello stato del partito, dipende dalle volontà.
Gli stati generali del socialismo potrebbero favorirne il confronto, se assunti come fase generatrice di proposta politica generale.
Sul resto, non posso che immaginare che pulire dalla polvere le proprie stanze all’ interno della casa comune, sia favotito dalla buona bontà reciproca.
Sempre con stima.
Maraio sta distruggendo il Partito con la sua politica dell’ esclusione di chi dissente. Si era presentato come l’ innovatore. In realtà si comporta come il tagliatore di teste pensanti. Povero illuso. La mia disistima nei suoi confronti si rafforza sempre più.
L’ennesima scissione dell’atomo, per usare le parole di Gino Giugni. Semplicemente demenziale. L’effetto che queste beghe continue, questi litigi distruttivi hanno su ciò che resta dell’elettorato socialista è uno solo: disorientamento, disaffezione e allontanamento. E’ resa vana qualsiasi speranza di rinascita del partito socialista in Italia. Sallustio, lo storico latino, ammoniva duemila anni fa nella Guerra Giugurtina: <> ( con la concordia le piccole cose crescono, con la discordia anche le cose più grandi vanno in rovina). Figurarsi cosa accade quando la discordia regna sovrana tra “le piccole cose”!