Un bel respiro, un’ultima controllata al make-up e via di corsa, sono aperti i casting!
Mi scuserete se, nonostante la scarsissima risonanza del triste evento, non mi occupo della dipartita di Maurizio Costanzo. Capisco il rammarico di molti, nel non vedergli riconosciuto nemmeno un trafiletto, ma oggi voglio dedicarmi al fastidioso tema del merito e delle capacità femminili.
Riporto qui il commento che ho ricevuto da una cordiale signora, in seguito alla presenza mia e della collega Francesca D’Ambra, nella Redazione di questo quotidiano on Line, presentato ieri al Senato della Repubblica. La signora, che si è presa il disturbo di rintracciare il mio profilo sul social network Facebook, si prodiga al fine di evidenziare le nostre conoscenze e capacità quali indispensabili requisiti per l’affermazione della donna in campo professionale.
Ovviamente non posso che porgerle i miei più sentiti ringraziamenti, dal momento che si è preoccupata di indagare attentamente il mio percorso di studi e i miei successivi impegni professionali. Devo anche renderle atto di essere una delle non comuni donne, che esprimono un profondo e sincero spirito di sorellanza e unione che, indispensabile, ha reso possibile il raggiungimento di importanti traguardi nella lotta di genere e, soprattutto, contribuito in maniera significativa all’abbattimento ti tutta una serie di cliché e stereotipi legati alla donna e al suo corpo, e che altro non sono che l’espressione più bassa e volgare di un sessismo ancora troppo radicato.
Ritengo che tutti noi, soprattutto le donne e soprattutto le giovani generazioni, dovremmo far tesoro di cotanto illuminato esempio, innalzarlo a vessillo. E’ per noi vitale fermarci un attimo e comprendere l’incredibile forza innovativa di questo messaggio che, in una sola volta, sale due gradini della lunga e ripida scala che separa il mondo femminile, dal riconoscimento sostanziale e sociale della pari dignità: se una donna ha un successo, un riconoscimento, ricopre un ruolo professionale di rilievo, accade perché è all’altezza, perché se lo è meritato in seguito a profuso impegno, studio e determinazione.
Noi tutte donne abbiamo il dovere di diffondere il messaggio della signora, il dovere di imporci rivendicando a gran voce che il posto in cui siamo e il ruolo che rivestiamo, non sono una gentile concessione, determinata dal possesso di una vagina né, tantomeno, determinata oltre che dal possesso di una vagina, dal contemporaneo possesso di un bel fisico e un bel faccino.
Alziamoci tutte insieme e, unendoci alla nostra paladina, denunciamo la falsità dei film Hollywoodiani dove una ragazza del liceo, se è bella, sarà automaticamente stronza, snob, escludente e viziata; denunciamo gli haters del web che quando vedono in una posizione di spicco una bella donna e non una blatta, si domandano “a chi l’avrà data?”
MA, soprattutto, denunciamo quelle donne che ancora oggi, invece di fare fronte comune in una sacrosanta battaglia che appartiene a noi tutte, denigrano, sminuiscono, offendono e provano a affossare le proprie sorelle, a causa di un personale e perenne bruciore intestinale, sostenuto da un travaso di bile nel sistema circolatorio, e, il cui determinarsi non è imputabile alle altre rappresentanti della medesima specie.
Uniamoci contro le persone che, con la loro acredine, hanno scaturito il risultato che vede in noi donne l’unica maggioranza sulla faccia della terra, trattata come una minoranza.
Detto ciò, non perdete tempo a scrivere e inviare dettagliati e qualificanti curriculum vitae, alla Giustizia sono aperti i casting!
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1 commento
Le donne sono sempre state impegnate e importanti ….,! Qualcuno vuole sminuirle ma fa parte della sceneggiata politica dell’oggi!