Di Alberto Avallone
Recentemente ha fatto rumore la notizia che il 28 Ottobre un movimento, Smash Repression, compierà una manifestazione Corteo/Street Parade per protestare “contro tutti gli sgomberi”. Si aspettano minimo 10.000 persone, in sostanza un corteo estremamente partecipato, tanto da destare preoccupazione.
A questo punto occorre porsi la domanda: Che cos’è Smash Repression? Apparentemente basterebbero risposte semplici come “degli anarchici” o “tipi dei centri sociali”, ma è davvero solo questo? Sono solo l’ennesimo centro sociale?
Partendo da una genesi approssimativa, possiamo dire che Smash Repression – Chi ce tocca s’appiccia nasce in reazione al rave party di Modena e alle azioni prese dal governo. Fin qui è cronaca nota, ma viene fuori un quadro più completo analizzando i loro profili social. Si nota così che la prima manifestazione nasce a Napoli il 17 Dicembre 2022, cosa che suona strano quando hai un motto in romanesco. A parte questo, che potrebbe essere una libertà stilistica, nel primo post su Instagram del 1 Dicembre allegano una manifesto completo. Scrivono come “i free party nascano come movimenti di aggregazione e riappropriazione di spazi abbandonati da privati e istituzioni” e basta leggere il comunicato per capire che si tratta di un gruppo anti-capitalistico e anti-patriarcale. Questo è perfettamente in linea con le aspettative, per ora. Il profilo è, poi, in generale sulla stessa linea e i numeri social paiono rientrare in questa nicchia politica: meno di 3000 su Facebook, circa 2300 su Instagram e circa 4100 like su Tik Tok. Pochi, troppo pochi. Specie se si profilano dalle 5.000 alle 10.000 persone presenti a Modena, in linea con i partecipanti a Bologna il 22 Aprile dove una manifestazione analoga è stata organizzata sempre da Smash Repression (secondo Rai News e Repubblica), con numeri simili che sono stati registrati a Firenze (“Street Rave Parade, in 5 mila per le vie di Firenze”, Corriere Fiorentino, 29 Aprile 2023) con i 1.500 di Ancona (“Manifestazione anti Decreto Rave-Party ad Ancona, in centro 1.500 presenze”, Corriere Adriatico, 11 Giugno 2023) e i 2.000 di Milano (“Corteo del primo maggio a Milano: 2.000 in strada tra Cobas e centri sociali”, Il Giorno, 1 Maggio 2023).
A quanto risulta, gli organizzatori riescono a fare rete in maniera molto organizzata ed efficace. D’altronde già dai primi cortei, Smash Repression aveva 6 date (Torino, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo), più un appello ai centri sociali francesi (scritto perfettamente in lingua), e ciascuno con locandine diversissime tra loro e spesso con il titolo Smash Repression assente o in secondo piano. Il tutto è stato inserito in un calendario fittissimo di 7 eventi in preparazione alle prime date dal 17 Dicembre, dal 7 al 15 del mese. La grande qualità delle grafiche e la costanza delle pubblicazioni indicano un team robusto alle spalle, con ampie collaborazioni con artisti esterni come mostrano le locandine. Allo stesso modo i ben 10 camion pieni di casse paiono fin troppe per un gruppo raffazzonato, soprattutto se si considera che li hanno a disposizione dall’inizio (post 15 Dicembre su Instagram). Senza considerare che hanno pubblicizzato gli eventi in ben 4 profili su Instagram, uno per la toscana, uno milanese, uno napoletano e uno generale da cui si collegano podcast e blog.
A discapito di quello che i giornali dicono, il peggio di tali manifestazioni paiono essere il rumore e la gente che urina in giro e fa scritte (Resto del Carlino, 21 Aprile 2023) altre lamentele paiono episodiche o non credibili, tipo di cocaina sniffata sui cofani delle macchine, questo almeno a Bologna. Il che è stranamente ordinato per una aggregazione libera di persone. Sembra che ci sia un disciplina predisposta o almeno una sorta, specie considerando la media di tali manifestazioni.
Da quello che è possibile notare non siamo di fronte ad una massa di barbari, ma una manifestazione ben organizzata e inserita in un piano nazionale per lanciare un messaggio preciso. Di nuovo, questo contrasta con un’assemblea nazionale che nelle foto non arriva a mostrare 50 persone circa e di età variabile.
Ad ogni modo, la loro sembra finora una tattica efficace. Il numero di partecipanti è in aumento dalle “alcune centinaia” di Torino (Ansa, 17 Dicembre 2022) che spiega come in un anno il movimento si sia ampliato e riesca a mobilitare bene quel mondo, anche se loro stessi sostengono sempre di essere stati in 10.000 come frequentazione media (post 9 Febbraio su Instagram). Ad ogni modo, questi sono numeri importanti per un mondo storicamente poco numeroso almeno dal 2001. Numeri importanti e costanti in più città.
È presto per dire se questa manifestazione sia un nuovo capitolo della galassia dei centri sociali, ma di sicuro gli ha dato una scossa. Come disse uno degli organizzatori dell’evento di Napoli a LaPresse il 17 Dicembre: “[La manifestazione] è nata contro il decreto anti-rave ma in realtà è travasata verso tutti quelli che sono i movimenti repressivi”. Insomma, se i centri sociali non vanno verso Smash Repression, Smash Repression va verso i centri sociali e di sicuro è sulla buona strada per inglobarli.