di Alessandro Perelli
Il rinnovamento delle fonti energetiche era stato uno dei cavalli di battaglia delle sua campagna elettorale ma le prime scelte di Robert Golob, nuovo Premier della Slovenia, sono state inevitabilmente ancorate alla necessità di sopperire alla mancanza del gas russo e all’impegno di non fare mancare a cittadini e alle imprese la capacità di fare fronte al rigido inverno e alla produzione. In questo senso Golob si sta muovendo confermando la predilezione per le rinnovabili ma al tempo stesso mantenendo l’attività della contestata centrale nucleare di Krsko. Centrale che sorge a circa cento chilometri dal confine con l’Italia e che proprio nel nostro Paese ( dove il nucleare è bandito) ha subito ripetute critiche per il fatto che sorge in un territorio con possibili problemi sismici che si sono aggiunte a quelle di ecologisti e geologi sloveni. ” Fare di necessità virtù”, è questo il proverbio al quale sembra essersi appellato il Governo di Lubiana, la cui Ministra della pianificazione territoriale Vesna Kolar Planinsic ha emanato un provvedimento che prolunga l’estensione operativa della centrale nucleare fino al 2043. È vero che a questo atto manca ancora il parere positivo dell’Agenzia nucleare ma, di fatto, la scelta politica è stata fatta. La Planinsic ha tranquillizzato coloro che temono eventi sismici, in grado di provocare pericoli all’impianto, ricordando da una parte che solo sismi di magnitudo maggiori di 7, poco probabili, potrebbero indurre in preoccupazione e che le manutenzioni avvenute lo scorso anno abbiano garantito il rispetto degli standard prescritti dalla tassonomia Ué per le operazioni svolte. Ma le proteste di cittadini e di associazioni contrarie a questa decisione non si sono fatte attendere iin Slovenia e anche nella vicina confinante Austria. Qui, in Carinzia, gruppi ambientalisti hanno richiesto un intervento del Cancelliere Nehammer presso Golob, volto a bloccare il prolungamento operativo della centrale. Anche il Governatore della Carinzia, il socialista Peter Kaiser ha stigmatizzato quanto deliberato dall’Esecutivo di Lubiana. Pronta è giunta la replica del Ministro dell’ambiente sloveno Uros Brezan che ha precisato che Krsko ha approntato un programma di misure che garantisce la sicurezza dell’ impianto. Cosa confermata anche dalla direzione della centrale che ha ribadito l’importanza degli adeguamenti tecnologici avvenuti o di cui le procedure sono nella fase finale. Si sostiene, inoltre, che il prolungamento sia indispensabile per evitare una possibile crisi energetica . Ma c’è un altra questione su cui Golob, dovrà esprimersi, già adottata dal Governo precedente di centro destra di Janez Jansa: quella del raddoppio di Krsko. Su ciò il Premier ha già dichiarato di non essere contrariò confortato anche dall’approvazione del Capo del Governo croato Plenkovic che porterebbe il suo Paese a contribuire finanziariamente ai lavori necessari. Un contributo potrebbe venire anche dall’ Unione Europea in quanto il nucleare fa parte delle scelte di transizione verso un energia pulita. Robert Golob, prima di prendere la decisione definitiva in merito, sentirà il parere dei cittadini Slovenia con un referendum che dovrà dire la parola definitiva sul raddoppio dell’impianto nucleare di Krsko. Intanto, per restare ai giorni nostri, è ripreso l ‘afflusso di automobilisti (soprattutto triestini e del Friuli Venezia Giulia) ai distributori sloveni, vicini al confine, per fare il pieno di benzina e di diesel, a un prezzo molto più conveniente di quello italiano.