Non sto ritrattando la mia affermazione sul fatto che la simpatia sia un falso merito, un merito mafioso. Non sto nemmeno polemizzando con l’articolo di Massimo Carugno che condivido, non parola per parola ma lettera per lettera. Volevo solo informarvi che sono una donna di sinistra e, nonostante questo, sono simpatica. E sì me lo dico da sola. Simpatica non significa modesta, Anche la modestia è un falso merito, soprattutto perché solitamente è falsa modestia.
In politica non è necessario essere simpatici, come non è necessario essere giovani, volti nuovi o, ultima moda: donne (ora le donne vanno di moda anche senza la quota WWF). In politica bisogna essere capaci. Punto. Fatevene una ragione. Ma nell’alveo della sinistra, non campeggiano solo i politici. Almeno me lo auguro, anche se le ultime tornate elettorali un po’ il dubbio lo sollevano.
La sinistra, da sempre, viene identificata e vuole essere identificata come l’ala degli intellettuali; di quelli che non ridono, sorridono. La sinistra si è sempre eretta baluardo della cultura, ancora di più da quando il PCI cominciò a comprare, letteralmente, musicisti, cantanti, letterati, giornalisti. Tanto paga Mosca.
L’altra sera, perché a me piace incazzarmi, mi rilassa, ho guardato l’ospitata di Calenda dalla Gruber. La giornalista insisteva sulla necessità del bipolarismo (che è una porcata), unico modo per poter competere e, se gira bene, portare la sinistra ad una vittoria. Insomma la signora di La7 accusava il mondo della politica, incapace di stare unito, della sciagura elettorale.
Per carità, quel che penso dell’attuale classe dirigente non è mistero, (se non lo sapete cliccate qui). Tuttavia sono convinta che una buona sporta di voti la sinistra li abbia persi per colpa della Gruber. Sogno il giorno in cui potrò dirle che, oltre a non capire una mazza di politica, è antipatica e fastidiosa come la sabbia nel letto.
Ma ve lo immaginate un cittadino, magari un giovane padre di famiglia con le sue mille difficoltà, che prende in considerazione l’idea di votare a sinistra e poi, sfiga machiavelliana vuole che giri su La7 e veda la Gruber? Il solo terrore che la figlioletta possa in futuro manifestare qualcuno dei sintomi di Lilly, lo fa espatriare per votare la Le Pen! Eccheccazz!
Torniamo alle sporte di voti persi. Alla sua personale dobbiamo aggiungerne altre due, quando ospita Travaglio, il cui gastroenterologo è più ricco dei Rolling Stone, e tre o quattro quando fa la combo con Barbacetto. Barbacetto è uomo d’altri tempi; altri davvero. È palpabile la sua nostalgia del 1600, dove invece che il pessimo giornalista, avrebbe potuto essere l’ottimo boia, il forcaiolo d’oro. Mai una gioia.
Si fa per ridere. No, ritratto: si fa per sorridere, sia mai che poi pensiate che sono di destra. Ovviamente è una boutade, la sporta di voti che ci fa perdere la Gruber più le altre tre, non hanno determinato il risultato elettorale. Anche se, ora che ci penso, c’è anche l’Annunziata. La stavo dimenticando perché da quando vado in terapia, lo psicanalista mi sta insegnando a rimuovere i traumi, dice che è una difesa naturale del nostro cervello.
Pensate che ora quando sento nominare Scalfari, ho la stessa reazione di Renzi quando gli nominano Fassina. Quindi, Luciona nazionale… Ma nazionale de che? Io con l’Annunziata non ci prenderei nemmeno l’autobus. Ve lo immaginate che viaggio drammatico? Oltretutto mi disorienterebbe e io soffro il mal d’auto. Torniamo ai calcoli: Lucia Annunziata, con la sua corroborante simpatia ci è costata due sporte nette. Alla prossima scadenza elettorale, magari, facciamo Mezz’ora in Meno invece che Mezz’ora in più.
Le due signore di Rai 3 e La7, oltre a essere piacevoli come il cuscino della suocera e a costarci sei sporte di voti, sarebbero le ospiti perfette di Marzullo. Nessuno come loro riesce a porre delle domande a cui si rispondono da sole. Lato positivo, encomiabile, di questa caratteristica è che riescono, avendo soprattutto ospiti di sesso maschile, a rendere gli uomini suppellettili e complementi d’arredo.
In onestà bisogna dire che, a differenza della Gruber, Lucia invecchiando è un po’ migliorata e, se alle elezioni c’è costata due sporte, dopo quel “cazzo” in diretta, una l’ha riportata a casa. Mi raccomando Lucia, per le europee che volino bestemmie!
Passerò ora agli uomini, di cui ho già citato due esemplari, anche se Travaglio non rientra nella sinistra. Diciamo che Travaglio non rientra e basta. Prima però, giusto per spaziare in un altro settore, concludo con l’espressione della sinistra femminile nel mondo della musica. Squillo di trombe: la Mannoia.
Lo so che vi è venuto da ridere, lo vedete che al solo nome viene il latte alle ginocchia anche a voi? Fiorella pare intoccabile, dea dell’Olimpo della sinistra femminista, che dopo quattrocentomila anni continua a commuoversi mentre canta Sally che cammina per strada senza più nemmeno guardare per terra, perché Sally è una donna che non ha più voglia di fare la guerra.
Ma che palle! A me la Mannoia m’annoia e la canzone l’ha scritta Vasco Rossi, probabilmente ispirandosi a un’amica tossica che faceva marchette per procurarsi due spiccioli. Fine di una poesia. Scusate.
Sono anche convinta che le droghe, Vasco Rossi, abbia cominciato ad usarle dopo la terza esibizione di Sally della Mannoia. Dunque, Fiorella, non solo ci è costata un’altra sporta, non solo non è simpatica, è anche dannosa alla salute pubblica. Cerchiamo di non farlo sapere perché le sporte aumentano.
Nella classifica del campionato maschile, d’obbligo va inserito l’essenza stessa dell’intellettuale di sinistra, quello che parla lento, quello che non gesticola. Sto parlando di colui che, se deve ordinare un caffè al bar, prima di arrivare al punto, fa al barista una lectio magistralis sul colonialismo che ha permesso a noi occidentali di godere dei chicchi di caffè. Lui che fluttuando la tazzina di ceramica, ricorda le tecniche di cottura della terracotta dei micenei.
L’uomo che. espressione di fine antipatia (nulla a che fare con D’Alema, lì non ci arriva nessuno), riesce anche a farti venire due palle che le mongolfiere se le sognano: Corrado Augias. Corrado Augias è il nostro Prometeo. Lui ha il fuoco, sacro. Penso sia uno dei pochi esemplari di essere umano che, talmente antipatico, si stia sulle palle da solo. Lui sono due sporte e mezzo, ad andar bene.
Su Augias devo essere sincera: ho sempre avuto un debole per Augias perché lo trovo un bell’uomo, mi affascina. Mi è capitato di fantasticare qualche appuntamento galante. Però me lo immaginavo arrivare con passo lento, il completo marrone di Occhetto e i Quaderni dal Carcere di Gramsci sotto il braccio. E’ da quel momento che ho ripiegato su Tomas Milian ne ‘Er Monnezza.
Arriviamo in fondo. Queste sono dieci sporte in un colpo solo. Il Pol Pot dell’elettorato di sinistra: Michele Santoro. Non mi sono sbagliata, se è vero che non era attivamente in onda nel periodo del voto alle politiche, è vero che certe scorie non si smaltiscono facilmente, Michele Santoro è il corrispettivo italiano di Chernobyl e, non pago, in periodo di campagna elettorale si è fatto più volte intervistare in prima serata.
La tragedia potrebbe divenire catastrofe: Santoro ha annunciato, ad un anno dalle elezioni europee, che nel corso del 2023 tornerà Servizio Pubblico. Si, il nome rimane al singolare. Se pensate che io stia esagerando, potete andare a calcolare in maniera autonoma le sporte di voti che abbiamo perso a pochi giorni dalle elezioni per colpa di Floris.
Quel genio ha ben pensato di segnare il gol decisivo, ha messo in campo i Gemelli Derrik di Holly e Benji, ha messo in campo, insieme, la stessa sersa, Augias e Santoro, altro che catapulta infernale!
Che poi tutti i citati, dalla cattedra, si rivolgono ai politici chiedendo compattezza mentre tra di loro stanno a fare a gara a chi ce l’ha più lungo. Devono ora augurarsi che Berlusconi sia davvero immortale, altrimenti rischiano di esaurire la loro ragione d’esistenza, anche se in Renzi vanno individuando un valido rimpiazzo.
Nella speranza che gli giunga questo umile appello, saluto tutti loro e, ispirandomi a un vero politico, li invito, almeno in epoca elettorale, ad andare al mare.
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2 commenti
Divertente nella sua drammaticità.
Niente di più vero scritto in una maniera formidabile