Diciamo che è stata una brutta ( anche se giustificabile) notizia che ha evocato ” fantasmi” passati e recenti di cui tutti avremmo fatto volentieri a meno. Da sabato 21 ottobre il Governo italiano ha deciso la sospensione del trattato di Schengen sulla libera circolazione e sono stati ripristinati i controlli obbligatori dei documenti e delle cose trasportate ai confini con la Slovenia . Un confine particolarmente sensibile questo per la sicurezza in cui all’ arrivo di molti migranti clandestini provenienti dalla rotta balcanica si e aggiunto, negli ultimi giorni , il pericolo del possibile passaggio di terroristi legati a quanto sta accadendo tra Israele e Hamas, con il coinvolgimento di alcuni Paesi islamici.
Il territorio tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, fin dall’ esistenza dell’ ex Jugoslavia, per non andare molto più in là con gli anni, era stato interessato da un blocco derivato dalla diversa caratterizzazione ( democratica e comunista) che aveva reso complicati gli scambi e i passaggi delle persone che rigorosamente dovevano esibire il passaporto. Cio era addirittura peggiorato nel primo dopoguerra per la pulizia etnica attuata da Tito in Istria e in Dalmazia . Con la scomparsa del dittatore e il raggiungimento dell’ indipendenza e la successiva adesione all’ Unione Europea questo confine era diventato uno dei più liberi da tutti i punti di vista , cosa che aveva contribuito a sanare vecchie ferite non ancora rimarginate.
Fatto poi suggellato in epoca recente dallo storico incontro sulla foiba di Basovizza tra Mattarella e l’ allora Presidente della Slovenia Pahor con l’ indimenticabile fotografia che li vide mano nella mano davanti al monumento in ricordo dei trucidati guardando verso un futuro di pacifica convivenza. Ma i ” fantasmi” si sono ripresentati nel 2021 e nel 2022 causa la propagazione del COVID e le necessarie limitazioni ai passaggi sui confini per ragioni sanitarie. Eravamo finalmente fuori da tutto questo quando e’ arrivata la decisione di sabato 21 ottobre. Roma ha deciso che circa trecento tra agenti e militari saranno inviati a presidiare i valichi di frontiera nelle province di Trieste , Gorizia e Udine..
Controlli che , per ora , sono stati decisi per dieci giorni, ma prorogabili come e’ facile prevedere. I dettagli organizzativi sono stati esplicati in una riunioni convocata dal Prefetto di Trieste Signoriello, che e’ anche il Commissario di Governo per il Friuli Venezia Giulia. Ma il nostro Ministro dell’ Interno Matteo Piantedosi ha preannunciato un vertice probabilmente nel capoluogo giuliano con i colleghi di Lubiana e Zagabria per concordare iniziative comuni. Si’ perché contemporaneamente e’ giunta la notizia che anche il Premier sloveno Golob ha stabilito con il suo Esecutivo di sospendere Schengen , anche in questo caso per dieci giorni ,con la Croazia ( a l’ Ungheria) .
Inoltre sono stati limitati i valichi stradali e ferroviari in cui verranno effettuati i controlli di polizia avvertendo che se cittadini di un Paese terzo cercheranno di attraversare altri valichi di frontiera cio’ sara’ considerato un reato. Una vera beffa per i numerosi abitanti di origine e lingua italiana dell’ Istria slovena e croata che speravano in un superamento definitivo dalla separazione territoriale derivata dall’ ultima guerra e un danno per il lavoratori transfrontalieri presenti in numero rilevante. E tutto sommato anche per gli amatori delle bellezze turistiche ed enogastronomiche di queste zone confinanti .
Hanno voluto dare un chiaro segnale della negatività di questo stato di cose e dell’ impatto profondo di queste restrizioni anche i Sindaci di Gorizia e Nova Gorica, Capitale Europea della Cultura 2025, Ziberna e Turel, che si sono ritrovati , giovedì 19 ottobre, appresa la notizia, simbolicamente sulla linea di frontiera della Transalpina ( dove esisteva una rete tra le due città) per lanciare un messaggio comune ribadendo la necessità che non si torni indietro e si continui nella collaborazione e nell’ unita’ di intenti reciproci verso i valori europei ampiamente condivisi.