di Alberto Scagliarini
San Giovanni in Persiceto ha origine nell’alto medioevo, la stessa struttura rotonda del borgo antico rimanda alle tipologie di insediamento dei longobardi nella pianura padana.
Il piccolo centro si è consolidato in virtù delle bonifiche iniziate intorno all’Anno Mille dai monaci benedettini dell’Abbazia di Nonantola.
Con il passare dei secoli San Giovanni in Persiceto entrò a far parte del contado di Bologna e con essa dall’autorità imperiale a quella pontificia.
Già a partire dal XIII secolo è presente un mercato settimanale, segno di una certa vitalità; nel XVI secolo si riscontra anche una discreta produzione di ceramica.
Con l’Unità d’Italia inizia un lento e faticoso processo di modernizzazione: arriva la ferrovia, nascono le prime officine meccaniche, inizia la meccanizzazione dell’agricoltura.
Anche la società civile inizia piano piano a prendere forma non senza contrasti: a partire dal 1868 la tassa sul macinato imposta per coprire le spese di guerra contro l’Austria porta a violenti disordini, repressi con la forza, anche a San Giovanni in Persiceto.
Nel contempo si formano le prime leghe operaie di matrice socialista e le prime organizzazioni cattoliche.
Nel 1907, nel pieno dell’età giolittiana, a San Giovanni in Persiceto si afferma il primo sindaco socialista, di area turatiana, Odoardo Lodi che rimane in carica fino alla prima guerra mondiale.
Nel primo dopoguerra i moti operai e la repressione squadrista pongono fine alla breve esperienza socialista e anche San Giovanni in Persiceto si conforma al sistema autoritario fascista.
L’immediato dopoguerra vede duri scontri bracciantili-sindacali, su tutti le morti del sindacalista cattolico Giovanni Fanin e dell’operaio edile Loredano Bizzarri.
Superati i momenti più bui del periodo post bellico San Giovanni in Persiceto si avvia sulla strada del boom economico italiano: in pochi anni si passa da una realtà prettamente agricola ad una struttura economico sociale fondata sull’industria, l’artigianato, il terziario.
Con la crisi della così detta prima repubblica inizia a cambiare piano piano il panorama politico della comunità: dalle tradizionali giunte social comuniste, il comune resta tendenzialmente di sinistra ma in maniera sempre più diluita fino a che non si è affermata l’attuale giunta civica di centro destra appoggiata dall’elettorato di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Il presente di San Giovanni in Persiceto è quello di una antica comunità che sta vivendo a modo suo l’ennesima voltura della storia: l’arrivo in massa di emigrati di origine straniera e l’irreversibile processo di globalizzazione.
L’auspicio è che si possa integrare il nuovo all’antico facendo leva proprio sul fatto che questa è una comunità a suo modo dinamica e vitale.
1 commento
Articolo ben costruito. In sintesi ma con chiarezza delinea la storia sociale di Persiceto.