di Alessandro Perelli.
Il Presidente iraniano Ebrahim Raisi ha compiuto un viaggio in alcuni Paesi africani con il chiaro scopo non solo di ripristinare rapporti che da più di un decennio erano rimasti per la gran parte formali ma soprattutto di aggirare le sanzioni occidentali.Kenya, Uganda e Zimbabwe sono stati i Paesi visitati firmato accordi commerciali ed economici fondati anche su un interscambio di conoscenze e rafforzando in modo significativo la cooperazione. A livello internazionale prosegue così il progressivo distacco di Teheran dal mondo occidentale e in particolare dagli Stati Uniti. Del resto e’ di pochi giorni fa la notizia e che le forze russe e iraniane in Siria si sono coordinate con l’ obiettivo specifico di costringere le truppe di Washington a ritirarsi dal Paese. Ciò dimostra il concreto collegamento tra le truppe di Teheran e Mosca a tutto vantaggio di Assad che ormai controlla gran parte del territorio. L’ unica risposta americana e’ stata per il momento l’ invio di caccia F-16 nella regione del Golfo, , in particolare intorno allo Stretto di Hormuz per meglio proteggere le navi in transito da tentativi di sequestro da parte dell’ Iran. A questa attività sul piano esterno va purtroppo segnalata la ripresa operativa all’ interno della cosiddetta polizia morale istituita dopo la Rivoluzione islamica del 1979 e che dieci mesi fa’ dopo la morte della ventiduenne curdo iraniana Masha Amini, mentre era in stato di fermo per non aver indossato correttamente il velo. aveva sospeso le sue funzioni. Ciò era avvenuto anche per l’ indignazione interna ed internazionale che la morte di Masha aveva suscitato.. Nella capitale di erano registrate clamorose proteste che avevano interessato vasti strati di cittadini e che avevano consigliato le autorità iraniane a fermare le azioni della polizia morale. Ma nei giorni scorsi sono stati pubblicati sui media foto e video che ritraggono poliziotte in chador che femano e attestano le donne non in regola 7con l’ hijab. Il regime religioso di Teheran continua a considerare il velo come pilastro insostituibile e continua a ritenere l’ abbigliamento non conforme una forma di decadenza e di cedimento ai costumi occidentali. Il Governo teocratico dell’ ayatollah Khamenei, dopo aver reagito con la violenta repressione alle manifestazioni di protesta dopo l morte di Masha con un bilancio di 500 vittime e ventimila arresti, ha dato un ulteriore giro di vite ponendosi nuovamente l’ obiettivo di perseguitare le donne libere . Ma non solo. La polizia ha arrestato Mohammed Sadeghi, un giovane attore molto famoso e popolare . Sadeghi aveva osato criticare un video in cui si mostrava l’ arresto da parte della polizia morale di una donna senza il velo. Sadeghi aveva esortato la gente alla ribellione contro questo sopruso contro la libertà personale. E questo gli è costato finire dietro le sbarre. Le autorità iraniane ritengono che sullo sfondo delle manifestazioni di dissenso ci sia una cospirazione straniera. Ma il mondo dello spettacolo, attori e registi, continua a solidarizzare con le donne che appaiono in pubblico senza lo hijab. Diverse attrici hanno subito la stessa sorte di Mohammed Sadeghi per aver espresso sostegno alle proteste. L’ attrice Azadeh Samadi, dopo essere apparsa ad un funerale senza indossare lo hijab e’ stata intercetta dai social media e condannata da un tribunale ad una rieducazione per aver fomentato pratiche antisociali. Sembra senza fine la follia persecutoria del regime iraniano contro i diritti democratici e di libertà dei cittadini e in particolare delle donne.