Premessa
Per oltre trent’anni abbiamo trattato i casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori quasi fossero un evento straordinario. Soprattutto la sparizione della cittadina vaticana è stata, con tutto l’annesso di colpi di scena e depistaggi, un caso che si è sempre voluto mantenere distaccato da un fenomeno che, al contrario, necessita con sempre più urgenza, di essere analizzato nella sua interezza e nella sua poliedricità.
Consci di quanto ogni caso presenti tratti di unicità e storie non sovrapponibili, è solo in tempi recentissimi che si è provato ad affrontare questo dramma volgendo lo sguardo all’intera popolazione; nei casi in questione all’intera popolazione romana. I numeri emersi ci hanno sconvolto e spinto a porci nuove domande e a sviluppare nuove riflessioni.
Nel 2007 nasce in Italia il Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse, lo stesso ci fornisce, con scadenza semestrale, un report nazionale. I dati a cui faccio riferimento sono dunque raccolti nel Report del Primo semestre, ovvero dal 1° gennaio 2023 al 1° giugno 2023.
I dati messi a disposizione dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza partono dal 1974, ovvero da quando il Ministero dell’Interno ha disposto l’inserimento dei dati relativi agli scomparsi, nei database. Questo ci permette non solo di poter riflettere sull’evoluzione del fenomeno, ma di comparare i dati in un range temporale sufficientemente ampio per trarre alcune conclusioni.
L’ultimo report che propone un’analisi globale è del 2020, i successivi riportano solamente i dati relativi al semestre di riferimento; pertanto la maggior parte delle analisi che andrò ad inserire fanno riferimento al Report 2020, dal momento che il presente articolo ha come obiettivo quello di tracciare un quadro più ampio a livello temporale. Il fine è evidenziare quanto il dramma della scomparsa di esseri umani sia un tema attuale ed in preoccupante crescita, soprattutto se ci si concentra sul coinvolgimento dei minori nel fenomeno.
Quanti mancano all’appello
Partendo dall’anno 1974, il report ci informa che in totale, senza differenze di sesso o di età, in 46 anni, sull’intero territorio italiano, sono scomparse 250.008 persone, di cui 188.182 sono state, vive o morte, ritrovate. Sono dunque 61.826 i cittadini italiani ancora da trovare. Grazie ad un rozzo ma chiarificatore “conto della serva” possiamo realizzare che annualmente, in media, scompaiono 5.434,96 persone, di queste 4.090,91 sono ritrovate e di 1.344,04 non si ha più notizia.
Nel medesimo range temporale si riscontra una percentuale maggiore di persone di sesso maschile tra gli scomparsi, ovvero il 62,82% per un totale di 157.027 a fronte di 92.981 individui di sesso femminile, corrispondenti al restante 37,19%.
Rispetto alla totalità delle denunce dal 1974 al 2020 il 51,71% riguarda cittadini italiani. Le cifre che riguardano i cittadini di altra nazionalità, sono abbastanza significative, con 120.728 scomparsi, equivalenti al 48,29%. È una cifra importante considerato che il fenomeno migratorio è tutto sommato recente nel nostro paese e che, il numero di cittadini di nazionalità altra, che sporge regolare denuncia, è inferiore rispetto alle denunce dei cittadini italiani. Lo status di clandestinità e l’abbandono volontario ma non segnalato degli hotspot, rende la raccolta dei dati della popolazione straniera difficoltosa, con conseguente approssimazione nella valutazione.
Il dato innaturale che emerge dal report riguarda l’età degli scomparsi; infatti il 5,55% con 13.864 persone è riferito agli over 65, il 47,74% con 104.342 scomparsi riguarda la popolazione maggiorenne e, in cima alla classifica, con 131.802 unità, corrispondente al 52,72%, riguarda la cittadinanza minorenne.
I motivi delle scomparse
Quando qualcuno scompare la prima cosa che ci domandiamo è il perché. Cosa spinge una persona a far perdere le proprie tracce? Questi individui hanno scelto oppure sono stati fatti sparire? La risposta è ovviamente entrambe. Quello che può risultare funzionale è capire in che misura il libero arbitrio ha la meglio sulla coercizione.
Le statistiche hanno risposto a questi interrogativi suddividendo le motivazioni in sei categorie: al primo posto troviamo l’allontanamento volontario con 115.623 persone, seguito da quello coercitivo di 95.441 unità; a notevole distanza ci sono 23.348 casi di allontanamento e fuga da comunità ed istituti; 13.175 casi di scomparse di individui affetti da disturbi psicologici; 1.690 sono i minori sottratti da un coniuge ad un altro congiunto; infine sono 731 quelli indicati come possibili vittime di reato.
Chi sono i minorenni scomparsi
Ovviamente il report indaga in maniera specifica ogni singola voce al vaglio degli analizzatori. Il mio interesse, in questo caso, è rivolto unicamente all’ambito dei minori di età. Sempre in rapporto allo spettro temporale che parte dal 1974 e termina nel 2020.
I minori scomparsi, come già riportato, sono 131.802; di questi 45.028 non sono mai stati ritrovati. La maggioranza di questi minori scomparsi sono di sesso maschile , le femmine ricoprono tuttavia una percentuale del 37.06%.
Dividendo i minori per fasce di età apprendiamo che il 5.52% delle scomparse riguarda infanti e bambini fino ai 10 anni di età, il 19.83% quelli dagli 11 ai 14 anni, il restante 7.65% riguarda invece i ragazzini dai 14 ai 17 anni. Il report segnala che la stragrande maggioranza delle scomparse sarebbe conseguenza di allontanamento volontario, ovvero 70.389 minori su 131.802.
Dato preoccupante, soprattutto per il destino di questi scomparsi, riguarda i giovani di cittadinanza diversa a quella italiana che nella fascia d’età in analisi sono la stragrande maggioranza. Infatti se per i maggiorenni e gli over 65 gli scomparsi stranieri risultano essere rispettivamente il 28,98% e l’8,33%, nella fascia qui esaminata ricoprono invece una percentuale del 67,78%.
Questo dato merita una riflessione perché ci comunica con poco margine di errore che questi ragazzi, al netto di una percentuale – sicuramente irrisoria- che riesce a collocarsi oltreconfine, precipitano nell’alveo dell’illegalità e dello sfruttamento. I minori maschi che rientrano nella fascia 14-17, gestiti dalla malavita locale e da quella del paese di provenienza, solitamente vengono impiegati nel lavoro nero e nello spaccio di stupefacenti; le ragazze della medesima fascia d’età sono sovente il prodotto di un sistema di tratta che ha origine nel paese di provenienza. Il loro destino è prevalentemente volto ad alimentare le fila della prostituzione. Nei fatti stiamo parlando di una nuova forma di schiavitù.
Più complesso è determinare il destino dei giovani scomparsi di nazionalità italiana che, in quella fascia d’età e nell’ambito dell’allontanamento volontario, risultano essere mossi da motivazioni che vanno dal contesto familiare e sociale disagiato -la maggioranza- a problemi di rendimento scolastico o legati all’uso di sostanze stupefacenti, fino alla necessità di evadere da situazioni di bullismo, cyberbullismo e -in aumento anche tra i giovanissimi- di sexting.
Nella fascia 0-10, sia per i bambini di nazionalità italiana, sia per quelli di nazionalità estera, gli scomparsi sono legati nella maggioranza dei casi al sequestro da parte di uno dei genitori con conseguente fuga in luogo nascosto o stato estero. Questo fenomeno è in naturale evoluzione in seguito all’aumento delle coppie miste, ovvero le unioni tra cittadini di differente nazionalità.
Di più difficile inquadramento è invece la fascia tra i 10 e i 14 che, a livello statistico sembra la più colpita da episodi di violenza e sottrazione coercitiva. Questi crimini risultano in aumento ed incentivati dal precoce utilizzo da parte dei preadolescenti di dispositivi informatici, a cui seguo un utilizzo distorto della rete. Alla nota questione del cyberbullismo, sono in aumento gli episodi di grooming, ovvero l’adescamento -solitamente mediante inganno- dei minori in rete e di ricatto sessuale, il già sopracitato sexting. Particolarmente preoccupante è il fenomeno del sextortion, ovvero l’estorsione sessuale le cui conseguenze sono sovente la fuga da parte del giovanissimo incapace di gestire la vergogna e lo stress causati dalla situazione.
Chi torna
Se è vero che il nostro Paese non è il primo della classe in tema di scomparse, è altrettanto vero che entra a pieno titolo nella Top 5, preceduto da Germania, Regno Unito, Francia e Spagna con cui ci contendiamo di anno in anno la quarta e la quinta posizione. A difesa degli Stati che dominano questa classifica, è però doveroso sottolineare che l’Italia e gli altri paesi nominati sono anche gli stessi che dedicano maggior attenzione al tema, ovvero quelli in cui si denuncia maggiormente e i database sono in costante aggiornamento.
I dati ci informano che ad essere ritrovati, sono soprattutto gli scomparsi di sesso maschile, corrispondenti al 52,27% a cospetto della controparte femminile di cui si conosce il destino del solo 47,73%. Rispetto alla nazionalità sono i giovani di cittadinanza diversa da quella italiana ad essere rintracciati in misura maggiore, ovvero il 54,04%, mentre i nostri connazionali sono ritrovati solo al 45,9%. Per ambo i sessi e a prescindere dalla nazionalità, ad essere ritrovati sono, nella stragrande maggioranza dei casi gli appartenenti alla fascia d’età che va dai 14 ai 17 anni, infatti su un totale di 98.384 scomparsi, sono stati ritrovati 63.015 individui mentre sono 35.369 i giovani dal destino ancora sconosciuto; la fascia 11-14 anni, che presenta un totale di 26.139 scomparsi presenta un numero di 19.075 ritrovati e 7.064 mancanti all’appello. Infine, nella fascia dei più piccoli, quella dagli 0 ai 10 anni, su un totale di 7.279, 4684 bambini sono stati ritrovati mentre di 2.595 bambini non conosciamo il destino. Sono numeri importanti.
Un dato in progressivo peggioramento
Prima di comunicare i numeri degli scomparsi nel periodo che dal 1974 al 2020, è necessario assumere alcune riflessioni. Il numero degli scomparsi è sicuramente in aumento; tuttavia l’enorme gap che esiste tra gli anni 70-80 e quelli successivi al 2000 va registrato tenendo presente alcune peculiarità:
- La fine degli anni ’60, segnati dalla diffusione degli ideali di pace e amore, uniti a quelli di viaggio e libertà, portò moltissimi giovani a lanciarsi nell’avventura “on the road”, spesso fallimentare quando non dagli esiti tragici. In Italia il fenomeno ebbe una portata assai limitata e le percentuali non si avvicinarono in alcun modo a quelle di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Tuttavia la convinzione che il giovane si allontanasse adeguandosi ad una moda del momento, penetrò profondamente la società comportando una scarsa attenzione da parte delle forze dell’ordine ma anche delle stesse famiglie che, più per vergogna o reato di “lesa maestà”, preferivano non denunciare, restando a volte in vana attesa del figliol prodigo.
- La suddetta convinzione si protrasse fino agli anni ’80, quando la situazione ebbe un ulteriore peggioramento a causa del largo consumo di eroina, anche tra giovanissimi. All’interno della società italiana, ancora oggi caratterizzata da atteggiamenti di affettato perbenismo e moralismo, l’affrontare problemi apertamente, l’ammettere la presenza di un disagio all’interno del nucleo familiare è un tabù. Succede così che di frequente verità e benessere di un individuo vengano sacrificati sull’altare della pubblica rispettabilità.
- Negli anni si è andata diffondendo una maggior consapevolezza da parte dei cittadini, anche nelle realtà più disagiate, degli strumenti a disposizione di familiari che si trovano in presenza della scomparsa di un congiunto.
- A livello politico ed istituzionale si è prestata sempre maggior attenzione alla preparazione professionale delle forze dedicate a questa tipologia di emergenza, con una gestione delle scomparse più puntuale, e con il perfezionamento delle tecniche e della legislazione dedicata.
- Il fenomeno migratorio che è in atto sta determinando un aumento della popolazione, immettendo in una realtà nazionale sostanzialmente vecchia, quale è il nostro Paese, un ingente numero di individui anagraficamente giovani, predisposti al matrimonio e alla riproduzione in percentuale nettamente superiore della loro controparte italiana.
- La popolazione è andata aumentando passando dai 55,11 milioni di abitanti nel 1974, ai 59,11 attestati nel 2021.
Sono molte le considerazioni come molte sono le varianti intervenute in oltre quarant’anni ad influenzare e a modificare la relazione tra cittadini, famiglie e forze dell’ordine, in relazione alla problematica dei cittadini scomparsi. Pur tenendo conto di tutti questi aspetti, anche aggiungendo una percentuale importante di mancate denunce nel corso degli anni ’70 e ’80, non si potrebbero raggiungere le cifre certificate dal report.
L’analisi evidenzia il progressivo aumento di casi di scomparsa minorile con una flessione, come emerge dall’ultimo rapporto semestrale 1° gennaio-1° giugno 2023, nel periodo pandemico, ma solo rispetto alle scomparse di cittadini e minori italiani. Credo non sia necessario precisare le cause di questo calo.
Negli anni ’70 sono il 1975 e il 1976 gli anni con il minor numero di scomparse, mentre il primato lo detiene il 1974 con cifre comunque inferiori alle 1000 unità a livello nazionale. Nel decennio degli’80 il maggior numero di scomparsi si registrano, sempre al di sotto delle 1000 unità, nel biennio 1981-1982. L’anno con il minor numero di desaparecidos è il 1985; gli anni ’90 conoscono il più basso numero di denunce nel 1990 e nel 1994, mentre il loro picco arriva con la fine del decennio, nel 1999, quando per la prima volta le denunce superano la soglia delle 2000.
Con il nuovo millennio le cifre triplicano, con uno sbalzo di difficile spiegazione rispetto al passato: nel 2008 si raggiunge la soglia dei 10.000, cifra sotto la quale non si scenderà più dal 2010 ad oggi. Il picco di persone scomparse si ha nel 2018, quando si tocca la cifra record di 25.000 denunce. Preciso che questi ultimi dati fanno riferimento al totale delle denunce e non solo alla popolazione minorenne che, comunque, sappiamo ricoprire una cifra che supera il 52%.
Qualche considerazione
Questi elencati sono numeri, appresentano abbastanza fedelmente la realtà, ma non sono la realtà. Ad esempio questi dati non pongono differenze, rispetto agli scomparsi di nazionalità diversa da quella italiana, tra i giovani di seconda generazione, tra profughi, clandestini, regolari etc., creando un unicum che mal si presta a delle analisi.
Rispetto ai giovani, non conosciamo la percentuale di quanti sono ritrovati in vita e il numero dei deceduti; rispetto ai ritrovati in vita non sappiamo quanti, tra gli allontanamenti volontari, sono rimasti nella medesima città, regione o nazione.
Abbandonando grafici e numeri, bisognerebbe domandarsi cosa determini questo numero innaturale di minori caduti nell’oblio; se escludiamo l’ultima fascia, appare inverosimile che il numero di allontanamenti volontari possa superare quello di un allontanamento coercitivo; seppure esercitato da uno dei genitori. Possiamo notare che è di sesso maschile la percentuale maggiore di scomparsi; una percentuale che si mantiene anche rispetto ai ritrovamenti. Sono le giovani donne quelle più difficili da ritrovare; è un dato preoccupante ma al contempo prevedibile: è il sesso femminile quello che rischia maggiormente di incappare in violenze da parte di terzi. Ce lo confermano i dati raccolti nello studio del reato di pedofilia.
I dati diffusi dal Ministero degli Interni, rispetto ai reati di abuso su minore in un contesto extrafamiliare ci dicono che le vittime di adescamento sono per il 77% di sesso femminile, percentuale simile, il 72% riguarda invece la ritroviamo nel reato di pornografia minorile. Sale all’89% il dato riferito alla violenza sessuale e a 84% quella aggravata, a 87% la violenza sessuale aggravata perché commessa in istituti di formazione e di istruttore infine la violenza sessuale di gruppo che, rispetto alla controparte maschile, detiene una percentuale del 75%.
Possiamo ritenere che nelle due fasce inferiori la 0-10 e la 10-14, il numero di coloro che decidono di scappare sia abbastanza limitato. Basandoci sul totale degli scomparsi non ritrovati, ovvero 45.028, riscontriamo che sono proprio le fasce di più bassa età quelle che presentano un numero più limitato di ritrovamenti.
Il trend dell’anno
I dati registrati nel 1°semestre dell’anno corrente, ovvero dal 1° gennaio al 1° giugno 2023, per quanto riguarda la popolazione minorenne, sono davvero preoccupanti e risultano la percentuale maggiore del totale delle denunce presentate, che è di 13.031 – di cui 6.297 ritrovati. I minori scomparsi dal mese di gennaio sono nientemeno che il 73,9 del totale, ovvero 9.626 bambini e ragazzini di cui solo 5.631 hanno fatto ritorno a casa.
Rispetto all’incidenza regionale, al primo posto per numero di desaparecidos, sia in generale, sia rispetto ai minori, troviamo la regione Sicilia, che dal primo posto scivola al terzo se si esclude la fetta di giovani di cittadinanza non italiana, rispetto ai quali questi numeri statistici si rivelano pressoché inutilizzabili al fine di un’analisi significativa, non conoscendo la percentuale di giovani provenienti dagli sbarchi rispetto agli stanziali. In pole position troviamo la Lombardia, a cui seguono Emilia-Romagna, Sicilia, Campania e Lazio. Il totale dei minorenni italiani per cui è stata sporta denuncia è di 2.123, di cui 556 ancora da trovare.
Che fine fanno i nostri minori?
Sappiamo dai report le principali cause delle scomparse anche se, concedetemelo, l’alto dato di allontanamento volontario mi perplime e non poco. Nel nostro paese non siamo nuovi a una sostanziale sottovalutazione di certi fenomeni, anche se negli ultimi anni abbiamo fatto enormi progressi. Concedendo all’allontanamento volontario la percentuale più incisiva, seguito dalla fuga da istituti e comunità e dalla sottrazione da parte di un genitore o familiare, rimangono ambiti poco indagati, si cui sarebbe necessario diradare le nebbie. Rispetto a coloro che non fanno ritorno a casa, sarebbe importante approfondire il fenomeno dal momento che i numeri sono decisamente alti Le percentuali di denunce legate a cause “non determinate” sono alte, e lo diventano ancora di più se le uniamo alle “vittime di potenziali reati”. Ma quali possono essere questi reati?
- Violenze ad opera di un maniaco isolato, che agisce spinto da impulsi di tipo sessuale; pensiamo ad esempio al caso di Yara Gambirasio, per il cui omicidio è stato condannato all’ergastolo. Potrebbe essere il caso di Bruno Romano di cui non sono mai stati ritrovati i resti.
- Sequestro a fini estorsivi, eseguito da criminali improvvisati con conseguente tragica conclusione. Un esempio valido è, ad esempio il piccolo Tommaso Onofri, rapito e deceduto il 2 marzo del 2006, per mano di Mario Alessi.
- Sequestro e successiva esecuzione per rivalsa nei confronti di un adulto, solitamente un genitore. È il caso del piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito su mandato dei vertici di Cosa Nostra, da un manipolo di sgherri capeggiati da Gaetano Spatuzza nel novembre del 1993 e giustiziato dopo tre anni di sequestro, nel gennaio dell’96. Scomparsa legata a motivi di questa natura potrebbe essere anche quella di Salvatore Nicitra.
- Omicidio con occultamento o cessione del minore a terze parti; spesso legato a questioni familiari come nel caso si Sara Scazzi il cui corpo è stato ritrovato a distanza di mesi. La cessione o l’omicidio legato a dinamiche familiari potrebbe (ad oggi vi è però stata un’assoluzione) essere anche il caso di Denise Pipitone, scomparsa
I minori di cittadinanza straniera
Esistono poi ambiti più oscuri che la società fatica a digerire e che, determinata nel non volerli affrontare, preferisce, con il supporto dei sodali, bollarle come leggende frutto di un dilagante complottismo se non veri e propri creepy-pasta. Spiacente per questi individui, ma i numeri ci raccontano qualcosa di molto diverso:
- Il traffico di essere umani è una realtà tragica che comprende più settori e più attori. Come ribadito l’universo dei giovani stranieri non si compone unicamente di profughi. Indubbiamente è nella categoria degli sbarcati e dei rifugiati che le varie organizzazioni malavitose attingono a man bassa, inserendo il minore nel settore criminale che ogni gruppo organizzato gestisce: la prostituzione e, in misura minore, il lavoro nel caporalato per le femmine; lo spaccio e il lavoro in condizione prossima alla schiavitù per i maschi. Questi ultimi vengono inseriti anche nel mercato della prostituzione in percentuali sempre maggiori. Tra i profughi i giovani più a rischio sono le bambine femmine e i giovani non accompagnati. La criminalità guarda con particolare interesse a queste categorie perché più malleabili e gestibili nonché fidelizzabili.
- Il traffico d’organi è una realtà. Una realtà terribilmente drammatica ma spesso minimizzata, quando non negata, dalla popolazione italiana. Questo rifiuto nasce sia dal non voler accettare l’esistenza di pratiche di questo tipo che, oltretutto, sono non di rado gestite dalle mafie del Bel Paese, sia dal fatto che fino a pochi anni fa la diffusione della pratica del traffico di organi era circoscritta al continente africano e al sudest asiatico; in territorio europeo erano i paesi dell’est europeo gli unici partecipanti a tale aberrazione. Ad oggi il traffico d’organi vede coinvolta ogni nazione del mondo.
- I minori stranieri sono anche vittime di compravendita: i genitori vendono uno o più dei è propri figli in cambio di denaro. Questi possono finire tanto nelle mani di coppie sterili desiderosi di avere un pargoletto, quanto nelle grinfie di predatori senza scrupoli.
I minori italiani
I flussi migratori hanno condotto nel nostro paese tutta una serie di risorse, le cui destinazioni in precedenza dovevano essere espletate dai minori italiani. Ciononostante anche i bambini e i ragazzini di nazionalità italiana continuano a scomparire e in numero sempre maggiore. Questi gli ambiti più noti:
- Allontanamenti volontari che si trasformano in prigionie e sfruttamento della prostituzione per mano di bande criminali, soprattutto per la parte femminile; la richiesta di maschi è in aumento.
- Sette esoteriche, Sette sataniche, Psicosette etc. Quello delle sette è forse il tema che più rifuggono gli italiani, determinati a minimizzarne numero, operato e a surclassarle a manifestazioni folkloristiche per eccentrici e rifiuti della società. Queste persone dovranno prima o poi fare i conti con questo settarismo che non di rado sfocia in derive crudeli e sanguinarie, le cui spese sono generalmente pagate da donne e bambini. Ad oggi sul territorio nazionale si contano 500 sette di tipo satanico riconosciute, a cui fanno eco una serie infinita di sotto sette, con circa 600.000 adepti tra le cui fila militano anche personalità di potere e rilievo. Alle sette di tipo satanico si sommano quelle a carattere esoterico e quelle più eversive, come l’Ordine dei nove angoli. Se la maggioranza di queste sette si limita ad eseguire rituali e, talvolta a sacrificare animali, ne esistono alcune che all’occultismo uniscono stupri, violenze e sacrifici umani. A darne notizia fu, nel 2017, lo stesso Ministero degli Interni, attraverso la figura preposta del Commissario speciale per gli scomparsi che riferisce:
«Questi fenomeni sono da prendere in grande considerazione poiché, avendo io avuto nei mesi precedenti contatti con familiari di persone scomparse, ho percepito che vi erano situazioni in cui potevano essere sicuramente interessati qualche sciamano o qualche setta satanica, dato in un primo tempo sottovalutato. A riprova della non trascuratezza di tale fenomeno, è sufficiente scorrere le cronache nere degli ultimi mesi che riportano notizie su giovani uccisi: questi giovani non erano scomparsi, come si pensava all’inizio, per andare in un altro Paese, ma erano stati uccisi. Tutti i casi che vi ho brevemente illustrato mostrano la mancanza di una cultura capace di sceverare attentamente il dato per entrarvi nel dettaglio»
Qualche nome di chi manca
Come abbiamo visto sono migliaia i minori sprofondati nella terra di nessuno, non facendo mai ritorno a casa. Di certi casi di scomparsa si è parlato molto e, alcuni nomi come quello di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, sono divenuti, tragicamente, un simbolo. Elencare tutti i bambini e le bambine che non hanno più fatto ritorno a casa non mi è possibile, tenterò di citare qualche nome in più rispetto a quelli noti che magari chissà che qualcuno, rileggendone il nome, non recuperi un ricordo.
L’età è da riferirsi al momento della scomparsa; alcuni dettagli sono stati estrapolati dalle schede presenti sul sito del programma Tv Chi l’ha visto?
- 07-05-1983 Mirella Gregori, scomparsa da Roma nei pressi del Monumento al Bersagliere. Quasi 16 anni.
- 23-06-1983 Emanuela Orlandi, scomparsa nei pressi della scuola di Musica Tommaso Ludovico da Victoria, 15 anni.
- 16-11-1984 Rosa Silla scompare nel nulla dal bar davanti alla sua scuola, nei pressi di Ponte Sisto.
- 10-06-2023 Chicllo Alvarez Mia Kataleya, è scomparsa da Firenze. Intorno alle 15 è stata vista l’ultima volta nel cortile dello stabile occupato di via Maragliano 100, nel quartiere di Novoli. Ha 5 anni
- 15-10-2016 Abdul Rahman, di nazionalità libanese, sparisce con la mamma e la sorellina da Rieti, 5 anni.
- 15-10-2016 Layla Rahman, di nazionalità libanese scompare da Rieti con la mamma e il fratellino, 7 anni.
- 01-09-2004 Denise Pipitone, scomparsa da Mazara del Vallo mentre giocava davanti alla casa della nonna materna, sono state sospettate la ex moglie e la figlia del padre della piccola, 4 anni
- 12-09-2014 Ahmed Abdelfattah, egiziano, sparisce dal centro di accoglienza di Taranto, ha 15 anni.
- 17-04-2011 Roberto Carlo Escalante Castillo, sottratto dal padre costaricano, 2anni.
- 31-03-1992 Salvatore Colletta, Casteldaccia Salvatore Colletta e Mariano Farina decidono di marinare la scuola. Organizzano un pic-nic al mare. Si fanno accompagnare da un loro amico, in motorino, alla spiaggia a 2 km dal paese
- 31-03-1992 Mariano Farina, Casteldaccia Salvatore Colletta e Mariano Farina decidono di marinare la scuola. Organizzano un pic-nic al mare. Si fanno accompagnare da un loro amico, in motorino, alla spiaggia a 2 km dal paese.
- 10-08-1996 Scompare dal Monte Faito mentre partecipa al consueto raduno degli evangelici, erano presenti 40 persone, 3 anni
- 11-06-2008 Neve Adele Fiorentino, scomparsa da Brescia, sottratta dalla madre alla comunità, 4 anni.
- 01-01-2009 Jasmine Eleonora Sbaragli, scomparsa da Lucca, sottratta dalla madre, 5 anni.
- 13-05-2005 Karim Dhahri, sottratto dal padre a Reggio Emilia, al momento aveva solo 8 mesi.
- 12-08-2003 Sarah Severoni, la madre di origine somala e cittadinanza USA, si è allontanata da San Casciano portando i figli con sè, nonostante il tribunale li avesse affidati al padre, 7 anni
- 12-08-2003, Edoardo Jacopo Severoni, la madre di origine somala e cittadinanza USA, si è allontanata da San Casciano portando i figli con sè, nonostante il tribunale li avesse affidati al padre, 9 anni.
- 05-10-2004 Sebastian Banci, sottratti dalla madre da Firenze e probabilmente portati in Messico, 4 anni
- 05-10.2004 Diego Banci, sottratti dalla madre da Firenze e probabilmente portati in Messico, 3 anni
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