E’ successo, Carlo Giuliani è diventato un pezzo della cultura di massa e come tale, santificato, cantato, oltraggiato, finito sui muri. Per partito preso molti scelsero di idealizzarlo, altri di dargli contro. Eppure Carlo Giuliani, non è stato solo questo, ha rappresentato un ‘pezzo’.
In quell’enorme ingranaggio della società in cui ogni pezzo è in un ordine preciso, Carlo Giuliani, ‘solo’ un ragazzo è finito fuori mostrando esattamente come sarebbe finita per tutti noi, come lui, solo pezzi di carne.
Sì, perché se qualcuno dovesse mai chiedermi qual è la data in cui davvero hai visto cambiare il tuo mondo, io risponderò sempre: “Il 20 luglio del 2001”. Tra l’altro credo che sia proprio la data del 20 luglio a rappresentare in generale il giorno in cui vincono i cattivi: nel 1578 viene massacrata la setta omosessuale della Basilica di San Giovanni, descritta da Michel de Montaigne come gentile e devota; nel 1944 Hitler sopravvive e sfugge miracolosamente al complotto di Claus Schenk von Stauffenberg, uccisione che avrebbe cambiato la Storia.
Quello del 20 luglio fu il giorno in cui la nostra generazione fu definitivamente perduta. Sconfitta. Generazione che negli anni sarebbe stata sempre vessata e che non si sarebbe mai più rialzata. Molti potrebbero obiettare che nei giorni del G8 a Genova ci sono stati fatti altrettanto cruenti, come quelli alla scuola Diaz, ma quelli li abbiamo immaginati, ci sono stati raccontati. Carlo invece lo abbiamo visto con i nostri occhi, in tv, le immagini della camionetta che passa e ripassa sopra il corpo ancora vivo.
Da quel momento la consapevolezza di essere solo pezzi: lo Stato può ucciderci da un momento all’altro, lavarsene le mani, archiviare tutto e non fare nemmeno un Processo. Ce lo avevano detto i nostri Padri, che ci raccontavano di Ustica, di come la Ragion di Stato possa prevalere su ogni diritto, ma non credevamo, non pensavamo che l’arroganza del potere arrivasse a questi livelli. Non c’è stato nemmeno il tentativo da parte dei responsabili di insabbiare, complottare sulla sua figura: era solo un ragazzo e come tale non aveva importanza.
A proposito di arroganza del potere fa impressione se penso a quello che abbiamo dovuto sentire a proposito di una denuncia di stupro, coraggiosissima, contro il figlio di un Capo delle Istituzioni: ‘Mio figlio è innocente, l’ho interrogato io’. E si sa che i figli so pezzi de core!
Però questo cozza con quanto dichiarò Heidi Giuliani qualche tempo dopo la morte del figlio: “Quel giorno due ragazzi di vent’anni sono andati perduti, mio figlio è morto, ma l’altro avrà la vita rovinata per sempre”.
Il riferimento era a Capranica, allora solo un militare di leva, un altro pezzo.