Nel micro Psi, peraltro diviso in due, c’é un’abitudine consolidata: non dire mai la verità. Alla sconfitta delle comunali si é cantato vittoria. Si doveva paragonare il risultato comunale con quello omogeneo precedente e con questo accorgersi che anche nei casi in cui si era registrato un discreto risultato, eccezion fatta per Frosinone, il dato delle liste socialiste era inferiore a quello precedente. Prendiamo le elezioni regionali. In Calabria alle consultazioni del 2021 il Psi ha ottenuto lo 0,9%. Si era presentato col simbolo solo nel 2010 ottenendo il 3,2%. Nelle elezioni del 2014 e del 2020 i socialisti erano presenti in liste di coalizione. Commenti zero. Elezioni in Umbria: la lista socialista ottiene nel 2015 il 3,3% eleggendo un consigliere, nel 2020 non si presenta alcuna lista e i socialisti confluiscono in liste di coalizione senza ottenere alcun eletto. In Basilicata nel 2019 il Psi ottiene il 3,7% contro il 7,5 delle precedenti, passando da a 1 a nessun eletto. Zitti. Nelle Marche, nel 2015, i socialisti diedero vita ad un accorpamento coi verdi e i civici che aveva fruttato il 5.03% e 2 consiglieri entrambi socialisti. Alle elezioni del 2020 tutto cancellato. Normale? Per trovare un simbolo socialista alle regionali pugliesi bisogna arrivare al 2005. Lo Sdi ottenne il 4% ed elesse tre consiglieri, nelle successive regionali con Sel i socialisti piazzarono nel 2010 4 consiglieri, ma poi si intrupparono in varie aggregazioni senza rieleggere nessuno. Solo in Campania le elezioni regionali del 2020 hanno registrato un timido aumento del Psi che é passato dal 2,2% delle elezioni del 2015 al 2,5, confermando il consigliere regionale. Fino al 2019 i socialisti eletti nei Consigli regionali erano 5, dopo il 2020 ne é rimasto solo uno. Commenti? Festa perché si é presentato il simbolo. Dove? Passiamo alle politiche del 2022. Fino ad allora il Psi poteva contare su due parlamentari e un senatore: Riccardo Nencini, eletto nel collegio di Siena, e Fausto Longo, eletto in una circoscrizione estera. Dopo le elezioni del 25 settembre dell’anno scorso il Psi, contrariamente a tutte le altre forze che avevano dato vita alla lista Pd, democratici e progressisti, e cioè Pd, Demos, Volt, Articolo uno, non ha ottenuto alcun seggio. Alle elezioni regionali di domenica e lunedì in Lazio (in Lombardia qualche socialista e stato inserito nella lista del Pd con risultati sconsolanti) il Psi ha ottenuto lo 0,4%. Nelle precedenti elezioni in cui si era presentato da solo, nel 2013, aveva ottenuto l’1,9% eleggendo un consigliere. Autocritica? Zero. Cambio di gruppo dirigente? No. Congresso? Neppure per idea. Dimissioni del segretario? Per nulla. Unica decisione: cacciare gli eretici che avevano osato contestare quella linea che aveva portato al disastro. Dunque condannare chi aveva avuto ragione e premiare chi aveva avuto torto. E soprattutto, respingere fuori dalla porta la politica, questa sconosciuta.
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Direttore. Nasce a Reggio Emilia nel 1951, laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Bologna nel 1980, dal 1975 al 1993 é consigliere comunale di Reggio, nel 1977 é segretario provinciale del Psi, nel febbraio del 1987 è vice sindaco con le deleghe alla cultura e allo sport, e nel giugno dello stesso anno viene eletto deputato. Confermato con le elezioni del 1992, dal 1994 si dedica ad un’intensa attività editoriale (alla fine saranno una ventina i libri scritti). Nel 2005 viene nominato sottosegretario alle Infrastrutture per il Nuovo Psi nel governo Berlusconi. Nel 2006 viene rieletto deputato nel Nuovo PSI. Nel 2007 aderisce alla Costituente socialista nel centro-sinistra. Nel 2009 é assessore allo sport e poi all’ambiente nel comune di Reggio. Dal 2013 al 2022 dirige l’Avanti online.
7 commenti
analisi sconsolante, di male in peggio, cosa suggerisci ???
Non fa una piega.. tenete duro. Forza Socialista Liberale!!!
Già è difficile essere riconosciuti quando si sventola la propria bandiera, figurarsi quando ci si intruppa senza una prospettiva. Autonomia fino alla fine.
Non penso sia solo un problema di classe dirigente. In realtà, mi pare che dalla prima repubblica, oltre alla disintegrazione mediatica che ci ha ridotto all’osso, ci è rimasta la cattiva abitudine di frammentare quella piccola base rimasta. Ci vuole una nuova classe dirigente? Bene, chi ha avuto in passato prebende e ruoli di rilievo, si faccia da parte e faciliti il ricambio. Con ciò non intendo “rottamare” nessuno ma utilizzare queste figure d’esperienza per candidature in elezioni amministrative locali.
La verità è che la classe dirigente del Psi è ormai tutta post Psi. Nessuno di noi ha ruoli nel partito. Né io, né Nencini, né Crema, né Pastorelli, né Buemi. Abbiamo favorito il rinnovamento. Ma se i risultati sono questi. Non sempre l’anagrafe assicura il merito.
Niente da dire…
E condivido…
E poi si criticava Nencini…
La politica con la P maiuscola…
sembra dia fastidio…
Abbiamo dei “cioccapiatti”…
detto alla reggiana…
Che avendo tempo intrallazzano…
E sparlano…Loro sport preferito…
Per carichette…
Il baricentro poi del potere del partito è sceso verso la bassa Italia…
Al nord il partito è quasi sparito…
Sono rimasti gli ultimi moicani di spessore politico…
Come Mauro e Martelli…
Nel mio piccolo…
Nonostante i trascorsi…
Avevo rinnovato la tessera online…
Per tre anni… Nonostante tutto…
A parte che comunque basterebbe una telefonata od altro per chiedere…Chiamare etc…
Scrivi alla ex…Ai referenti nazionali…Al regionale…
Senza avere risposta…
Poi ad una penosa iniziativa in città…Per le politiche…
Strette di mano… Saluti…
Etc…
Poi però nebbia…E vedo elezione nuovo segretario provinciale sul giornale…
Il nuovo corso… Evidentemente…
È non fare parlare chi qualcosa da ridire ne avrebbe…
Alla faccia del socialismo…
Poi ci meravigliamo se ci sono più socialisti fuori dal PSI che gli iscritti al partito ufficiale…
Io ho risolto il mio problema: sono passato a Italia Viva