La presente missiva per definire e chiarire -con onestà intellettuale e massima trasparenza – la posizione di un nutrito gruppo di genitori in merito agli ultimi episodi, immotivatamente e tristemente degenerati, relativi al progetto didattico “Parità di genere”.
Il progetto didattico “parità di genere” è promosso dall’Istituto omnicomprensivo Leonardo da Vinci di Castelfranco nel suo PTOF, e approvato da un Consiglio di Istituto, organo collegiale della scuola pubblica previsto dal Decreto Legislativo n. 297 del 16 aprile 1994, e del quale fanno parte componenti docenti, ATA e genitori.
Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa è una diretta evoluzione della Legge 107 del 2015, nel quale Piano Formativo è inserito un progetto di “Genere” dove si educa alla parità di diritti e doveri, proprio quelli sanciti dalla nostra Costituzione.
I punti sui quali, a parere degli scriventi, corre l’obbligo porre il dovuto accento e soffermarsi a riflettere sono – semplicemente – alcuni dei pensieri, concetti e principi, splendidi, lungimiranti e senza tempo, che hanno ispirato i nostri “padri costituenti” e che troviamo brillantemente esposti e circostanziati negli articoli 2 e 13 della Costituzione Italiana: diritti inviolabili dell’individuo, solidarietà sociale, esercizio della propria personalità, inviolabilità della libertà personale.
A tutto ciò dovrebbe aggiungersi l’importanza di garantire la “non ingerenza” (laddove non necessaria o disposta da norme di legge) di certi istituti nell’ambito di percorsi didattici e educativi, di matrice sostanzialmente laica.
Suddetti percorsi – per altro – risultano essere previsti e perimetrati da disposizioni regolamentari specifiche, non lesivi, quindi, di principi ascrivibili al diritto soggettivo o all’interesse legittimo della comunità, ma anzi finalizzati a una importante e, soprattutto ai giorni d’oggi, sempre più necessaria opera di sensibilizzazione della cultura civica rivolta alle nuove generazioni, di cui siamo tutti responsabili.
In ultimo, l’invito è per coloro che – capziosamente o ignorantemente – costruiscono e sviluppano (o vorrebbero sviluppare) una “miope opera di propaganda” confondendo il concetto di “pari opportunità e pari diritti” con altri concetti e principi ascrivibili alla “gestione della propria sessualità”, non certo riconducibili al precitato progetto didattico.
Veicolare le coscienze delle masse (più o meno nutrite) tramite personali – e personalistiche -interpretazioni di attività formative (normate e previste dal diritto laico) e di questo fare propaganda in specifiche e circoscritte sedi, risulta essere, oltreché palesemente contrario al buon costume, lesivo dei principi cardine del nostro diritto naturale. E la storia moderna e contemporanea ne è testimone.
Pieno e incondizionato appoggio al nostro Dirigente Scolastico Sandro Sondini.
I genitori.