di Lucia Abbatantuono
Parigi è invasa dai rifiuti, e non è certo un bello spettacolo né per i parigini né per i turisti. Una splendida discarica a cielo aperto: così è Parigi ormai già dallo scorso 6 marzo, a causa dello sciopero indetto contro la riforma nazionale delle pensioni. In diversi quartieri parigini, dove di solito la raccolta è garantita dagli agenti municipali, i rifiuti si ammonticchiano agli angoli delle strade e sono parte dello scenario. Secondo i dati diffusi dall‘Hotel de Ville, sono oltre 7000 le tonnellate di rifiuti oggi sui marciapiedi. I tre inceneritori della Syctom, il sindacato misto che assicura la raccolta differenziata urbana, sono fermi dal 7 marzo a Ivry Sur Seine, Saint Ouan e Issy les Moulineaux. Intorno all’Arco di Trionfo quei pochi sacchetti sui grandi boulevard danno solo un’immagine parziale della grave situazione parigina. E’ sconcertante trovarsi di fronte a vere colline di rifiuti davanti alle boutique di lusso di Place Vendome.
L’immagine di una Parigi che, per questa volta, i turisti non potranno mostrare nelle loro foto tornando a casa dalle vacanze, è quella di una città strangolata dai rifiuti: il simbolo è l’impressionante colonna di sacchi neri alta come un uomo all’uscita della metro Trocadero.
Senza essere davvero informati su quello che sta accadendo in Francia per le pensioni in questi giorni, la maggior parte dei turisti si mostrano comprensivi e solidali verso gli scioperanti. “I francesi trovano spesso una ragione per fare sciopero” – dicono – “Ma noi li sosteniamo, e tutto ciò non disturba la nostra vacanza. Parigi resta una città magica“.
L’immagine di una Parigi che, per questa volta, i turisti non potranno mostrare nelle loro foto tornando a casa dalle vacanze, è quella di una città strangolata dai rifiuti: il simbolo è l’impressionante colonna di sacchi neri alta come un uomo all’uscita della metro Trocadero.
Senza essere davvero informati su quello che sta accadendo in Francia per le pensioni in questi giorni, la maggior parte dei turisti si mostrano comprensivi e solidali verso gli scioperanti. “I francesi trovano spesso una ragione per fare sciopero” – dicono – “Ma noi li sosteniamo, e tutto ciò non disturba la nostra vacanza. Parigi resta una città magica“.
Certo è catastrofico per l’immagine della città e del paese nel suo insieme, sostiene il primo aggiunto di Anne Hidalgo, Emmanuel Gregoire: “Penso che i turisti comprendano il carattere eccezionale della situazione, ma questo non rende più gradevole la loro esperienza“. Criticata per la sua scarsa reattività, la sindaca Hidalgo e e il suo staff si rifiutano di appellarsi ad agenzie private per superare lo sciopero e alleggerire la catastrofe, e al contempo evitano di rigettare ogni responsabilità sul governo centrale o sulla sua riforma ingiusta.
“L’immagine che si lascia ai turisti è quella di un paese che soffre, ed è il segno reale di un malessere diffuso in Francia” – così dice un barista del Marais – “Non lo si fa per piacere. I Parigini scoprono oggi che ci sono topi in città, ma noi che alziamo le serrande alle 6 del mattino ogni giorno, lo sappiamo già da molto tempo che ci sono tanti, troppi topi a Parigi“.
Per ora non sembrano esserci delle ricadute negative sul turismo, ma resta da capire fino a quando i rifiuti continueranno ad accumularsi nelle vie della capitale.
“L’immagine che si lascia ai turisti è quella di un paese che soffre, ed è il segno reale di un malessere diffuso in Francia” – così dice un barista del Marais – “Non lo si fa per piacere. I Parigini scoprono oggi che ci sono topi in città, ma noi che alziamo le serrande alle 6 del mattino ogni giorno, lo sappiamo già da molto tempo che ci sono tanti, troppi topi a Parigi“.
Per ora non sembrano esserci delle ricadute negative sul turismo, ma resta da capire fino a quando i rifiuti continueranno ad accumularsi nelle vie della capitale.
I Parigini stanno subendo le conseguenze più evidenti dello sciopero nazionale, e questa situazione potrebbe durare fino al 20 marzo.
Il famoso (e molto lussuoso) Cafè Kleber sulla piazza del Trocadero sembra voler erigere una nuova muraglia cinese con i rifiuti che giorno dopo giorno si accumulano intorno ai tavolini del dehors.
Altri ristoratori iniziano a ipotizzare che sarebbe opportuno alleggerire i conti da presentare ai loro ospiti, per scusarsi del contesto, oppure sarebbe interessante far pagare il prezzo di tutto ciò direttamente al sindaco di Parigi. Intanto l’Associazione dei ristoratori parigini ha già stabilito che ad essere più gravemente danneggiati saranno proprio i locali con dehors, dove nessuno più vorrà sedersi col rischio di vedersi passare i topi tra le gambe (cosa già accaduta in diversi celebri punti della città).
Alla terrazza dei Deux Magots continuano a servire coppe di champagne: l’immondizia che si accumula sulla via è coperta da grandi teli verdi. Si tratta di un ristorante dove ogni giorno sono serviti oltre mille coperti. La direttrice ha rivelato che nei giorni scorsi, pur di non esporre i rifiuti per strada, hanno deciso di stoccarli nelle celle refrigerate, ma col peggiorare della situazione anche questo escamotage sarà impossibile. Alcuni cittadini conservano i pannolini sporchi dei propri figli sui balconi di casa o all’interno dei loro cortili, piuttosto che continuare ad ammassare immondizia per strada. La sindaca di Parigi espone già da gennaio la sua solidarietà ai movimenti sociali, con due bandiere sventolanti sulla facciata del palazzo municipale a loro vantaggio: è difficile, in queste così particolari condizioni, schierarsi contro gli scioperi e gli scioperanti. “Parigi tornerà presto splendente non appena termineranno gli scioperi” – sorride una fioraia parigina alla Gare Saint Lazare – “E cioè non appena Emmanuel Macron ritirerà la sua riforma“. Del resto, la rivoluzione l’hanno inventata loro.
Il famoso (e molto lussuoso) Cafè Kleber sulla piazza del Trocadero sembra voler erigere una nuova muraglia cinese con i rifiuti che giorno dopo giorno si accumulano intorno ai tavolini del dehors.
Altri ristoratori iniziano a ipotizzare che sarebbe opportuno alleggerire i conti da presentare ai loro ospiti, per scusarsi del contesto, oppure sarebbe interessante far pagare il prezzo di tutto ciò direttamente al sindaco di Parigi. Intanto l’Associazione dei ristoratori parigini ha già stabilito che ad essere più gravemente danneggiati saranno proprio i locali con dehors, dove nessuno più vorrà sedersi col rischio di vedersi passare i topi tra le gambe (cosa già accaduta in diversi celebri punti della città).
Alla terrazza dei Deux Magots continuano a servire coppe di champagne: l’immondizia che si accumula sulla via è coperta da grandi teli verdi. Si tratta di un ristorante dove ogni giorno sono serviti oltre mille coperti. La direttrice ha rivelato che nei giorni scorsi, pur di non esporre i rifiuti per strada, hanno deciso di stoccarli nelle celle refrigerate, ma col peggiorare della situazione anche questo escamotage sarà impossibile. Alcuni cittadini conservano i pannolini sporchi dei propri figli sui balconi di casa o all’interno dei loro cortili, piuttosto che continuare ad ammassare immondizia per strada. La sindaca di Parigi espone già da gennaio la sua solidarietà ai movimenti sociali, con due bandiere sventolanti sulla facciata del palazzo municipale a loro vantaggio: è difficile, in queste così particolari condizioni, schierarsi contro gli scioperi e gli scioperanti. “Parigi tornerà presto splendente non appena termineranno gli scioperi” – sorride una fioraia parigina alla Gare Saint Lazare – “E cioè non appena Emmanuel Macron ritirerà la sua riforma“. Del resto, la rivoluzione l’hanno inventata loro.