Padova è una piccola città d’arte recentemente premiata dall’Unesco (Urbs Picta), famosa anche per la sua Università che quest’anno festeggia i suoi 800 anni di vita. L’incremento del turismo e l’aumento del numero di studenti (circa 70.000 di cui una numerosa percentuale fuori sede), accentuano le vistose carenze che a fatica le Istituzioni riescono a soddisfare.
Il nuovo anno accademico 2022/23 ha fortemente segnato il deficit ricettivo evidenziando un vistoso ritardo politico-amministrativo di fronte al crescente e quasi dimenticato tema dell’emergenza abitativa.
Il ricovero per gli studenti non è un problema specifico, isolato, tecnico, risolvibile con una scellerata realizzazione di remunerativi “studentati” privati ma dovrebbe essere inteso come pretesto per affrontare seriamente, dopo circa quarant’anni di letargo, il tema del diritto alla casa in questo torno di tempo, viste l’inasprimento delle ingiustizie sociali, delle disuguaglianze spaziali e di un irreversibile tendenza delle politiche urbane a trasformare la città dei cittadini in città della rendita e del mercato.
Il problema pertanto, non è solo la casa popolare, su cui dovremmo comunque verificare e correggere l’indiscusso dominio dell’Ater (Azienda Territoriale e non più Istituto Autonomo), ma anche sviluppare la “casa sociale” per soddisfare i bisogni essenziali di una nuova fascia di “poveri” sempre più ampia; eterogenea amalgama, un tempo indicata come “borghesia” sempre più depauperata dalla globalizzazione, sprofondandola in quel girone della sopravvivenza che quotidianamente deve affrontare le contraddizioni della politica mercantilistica del mercato immobiliare.
Un gruppo di compagni di Padova insieme a giovani studenti della FGS, dallo scorso ottobre ha avviato un laboratorio urbano che intende offrire agli studenti fuori sede un punto di riferimento per soddisfare le primarie urgenze, costruire un processo critico che oltre a denunciare l’immobilismo Istituzionale, sappia suggerire soluzioni concrete alternative.
Infine, il laboratorio, rifacendosi alla storica attenzione del PSI verso la città e il territorio, affronta il tema della “casa sociale” in direzione ostinata e contraria ben oltre il passivo e logorato appellarsi al “social housing”, volgendo lo sguardo con rinnovata attenzione, verso le complessità insite nel progetto di riqualificazione urbana dei centri storici. Il fine è consentire ai cittadini di imparare a riabitare la città pur confrontandosi con gli impeti incessanti degli interessi del mercato speculativo.
- Gianneschi, M. Guidolin, I. Iobstraibizer, A. Russo