Mentre la Camera si appresta ad ascoltare la sicumera di Daniela Garnero in Santanché, che già annuncia i toni spavaldi del suo intervento, Giorgia Meloni è alle prese con le tensioni sul Mes che ha creato un cortocircuito nella stessa maggioranza.
Il tutto condito dalla confusione sulla crisi Russa di cui nulla è stato ancora chiarito nella rincorsa tra le varie dichiarazioni dalle quali ognuno cerca di passare per vincitore.
E se per quanto riguarda la Pitonessa non sarà difficile chiarire se le sue scorribande imprenditoriali, che sono state il leitmotiv della vita lavorativa del Ministro in un dedalo di compra e vendi di scatole cinesi di cui l’unica certezza era la barca di debiti che li avvolgeva, sono state orchestrate sulla pelle di lavoratori e fornitori, per quel che attiene al resto il compito è complicato.
Giovedì avrà impegni europei sull’affaire Prigozhin ai quali arriva dopo essere stata snobbata da Biden (non sono del tutto certo che sia un demerito), ma prima dovrà mettere a posto i mal di pancia in maggioranza.
Mentre sarà a Bruxelles nel centrodestra si lavora per evitare che nelle stesse ore alla Camera la commissione Esteri voti il progetto di legge sulla ratifica del Mes, atteso poi il giorno dopo in Aula.
Dopo l’insolita diserzione della maggioranza di mercoledì scorso in commissione, e le tensione fra FdI e Lega, Meloni ha già chiarito che sarebbe opportuno rinviare l’esame. Fino a quando, non si sa, ma pare che l’intento sia di finire a settembre, per portare avanti nel frattempo i negoziati europei su patto di stabilità e unione bancaria. La coalizione di governo proverà a spingere per il rinvio ma le opposizioni saranno barricadere specie terzo polo, che più di tutti sostiene la ratifica del trattato.
La Garnero in Santanché, dicevamo ostenta sicurezza.
“Risponderò su tutto, sono 23 anni che faccio politica, ci ho sempre messo la faccia,” ha dichiarato alla stampa e ai media, “non abbiate preoccupazioni e aspettate serenamente”.
“Dimettermi? Su cosa? Sia serio. Andiamo dietro a Report?” ha proseguito rispondendo a una domanda specifica di un collega, “mi sembra che la maggioranza sia non solo compatta, ma più compatta. Dovete cercare altre cose per far sì che la maggioranza non sia compatta.”
I soliti toni spacconi che colorano di sicurezza frasi vuote che non dicono nulla.
La Garnero in Santanché la vogliono mandare a casa per i debiti, per essersi impolpata denari ai danni delle povere famiglie dei lavoratori, per le ipotesi di bancarotta e falso in bilancio.
Forse andrebbe mandata a casa per il totale fallimento della sua attività politica nell’ambito della quale, tra incarichi parlamentari e ministeriali, non ricordiamo nulla, ma proprio nulla, che sia stato degno di nota per il bene del paese, tranne outfit vertiginosi e proclami senza contenuti.
1 commento
Sarà un caso, ma la “carriera” della ministra è cominciata nel programma Mediaset “Viva le donne”.