In un mondo in cui la precarietà e l’instabilità sono all’ordine del giorno, non possiamo più basare la nostra identità sul lavoro. Per troppo tempo, la società ci ha fatto credere che la nostra worth dipenda dalla nostra posizione lavorativa e dalla quantità di denaro che guadagniamo. Ma in un mondo in cui le carriere sono sempre più incerte e il lavoro diventa sempre più automatizzato, questa mentalità è sempre meno sostenibile.
Per questo, è tempo di capire chi siamo veramente al di là del lavoro.
La verità è che siamo molto più di quello che facciamo per guadagnare da vivere. Siamo esseri umani con desideri, passioni, talenti e relazioni che non hanno nulla a che fare con il lavororare. Eppure, spesso tendiamo a ignorare questi aspetti della nostra vita, concentrandoci esclusivamente sulla carriera.
Ma questo atteggiamento ci rende insoddisfatti e infelici. Non possiamo costruire la nostra identità solo sul lavoro, perché ciò ci fa sentire inadeguati quando non raggiungiamo i nostri obiettivi professionali o quando perdiamo il lavoro. Inoltre, il lavoro non è in grado di fornirci la pace interiore e la soddisfazione che cercavamo.
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Per trovare la felicità e la pace interiore, dobbiamo capire chi siamo veramente al di là del lavoro.
Questo significa prenderci il tempo di esplorare le nostre passioni, di coltivare le relazioni che ci stanno a cuore e di fare ciò che ci rende felici. Significa anche accettare che siamo molto più di quello che facciamo per guadagnare da vivere e che la nostra vera identità non può essere ridotta a un titolo o a uno stipendio.
In definitiva, non possiamo più “essere” solo il lavoro. Dobbiamo capire chi siamo veramente e costruire la nostra identità sulla base di ciò che ci rende veramente felici e appagati. Solo allora potremo trovare la pace interiore e la felicità che tanto cercavamo.
1 commento
Lavoro non è solo quello retribuito ma tutto ciò che è fare. Il valore viene innanzitutto dall’autostima, certo la considerazione altrui è importante e poi dipende quanto stimiamo “altrui”. Bella riflessione, grazie.