Paulo Freire è una figura di spicco nel pensiero pedagogico mondiale. Brasiliano, nato a Recife nel 1921, e morto a San Paolo nel 1997 all’età di 75 anni.
Freire è l’espressione e il modello di un educatore impegnato.
la sua eredità accademica di pedagogia critica ha influenzato numerose organizzazioni sociali in tutto il mondo, la sua vita e il suo lavoro lo hanno reso un leader nella lotta per la liberazione dei settori emarginati della popolazione.
Fu il primo ad affermare che l’educazione scaturisce direttamente dalla relazione tra insegnante e alunno, mediata dall’oggetto dell’insegnamento che deve sollecitare lo studente, invitandolo a partecipare senza metodi autoritari: in sostanza, il punto esclamativo non deve essere messo sulle nozioni trasmesse, ma sul come esse vengono spiegate.

Un primo passo è il mutamento del rapporto tra educatore ed educando: tale rapporto non deve essere più percepito come una narrazione a senso unico, in cui l’educatore è il soggetto e l’educando è l’oggetto alle dipendenze dell’educatore, ma deve essere percepito come un rapporto paritetico, nel quale l’educatore e l’educando devono essere entrambi protagonisti attivi ed educarsi insieme, giungendo entrambi ad una liberazione. La base di questo rapporto? il dialogo.
In generale, qualsiasi pratica educativa non può essere neutra, ma necessariamente direttiva. Pertanto, è importante per l’educatore sviluppare la capacità di inventare e sperimentare con passione nuovi metodi e tecniche che catturino l’alunno, e se necessario svilupparne plurime, per meglio adattarsi alle esigenze ed alle diversità di ogni allievo.
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Ciò che invece Freire critica fortemente è il metodo educativo che all’epoca egli riconosceva come tipico delle culture capitaliste occidentali, definito nei suoi scritti come “Educazione depositaria”.
L’educazione depositaria è descritta con una metafora di stampo economista: il docente viene considerato alla stregua di un conto bancario che sovrabbonda di titoli, valori, denaro, che corrispondono alle conoscenze, le abilità e le competenze; mentre gli studenti vengono considerati come conti bancari ancora vuoti in cui trasferire e depositare i valori che si trovano sul conto del docente.
In un tale sistema bancario di trasmissione del sapere, gli studenti vengono espropriati della propria capacità di agire, riflettere, e scoprire autonomamente, subendo una totale passivizzazione; allo stesso tempo, il professore non instaurerà nessun tipo di passione ed/od incitamento nella sua classe, aggiungendo alla passivizzazione anche la demotivazione.