LPrologo
“Ero un giovane sottoufficiale dell’Arma dei Carabinieri, all’epoca avevo 22 anni, prestavo servizio nella caserma di viale Libia, nella compagnia Roma Parioli. La notte tra il 7 e l’8 maggio del 1983 con il pulmino e il mio collega eravamo di pattuglia, quando la centrale operativa dette la notizia della scomparsa di una ragazza nella zona della Nomentana. Una ragazza – Mirella – con i capelli lunghi e ricci dissero, lo ricordo molto bene. Facemmo un giro ma ovviamente fu infruttuoso.
È un nome che mi è restato nella testa. Tempo dopo venni trasferito di reparto e mi occupavo proprio di ricerche, persone scomparse, auto rubate e sentivo e leggevo sempre le notizie su questa ragazza, o meglio su queste ragazze perché erano sempre citate insieme. Ma nei fatti Mirella Gregori era solo citata perché le notizie nella realtà riguardavano solo Emanuela Orlandi. La ragazza non è stata cercata e tutti gli sforzi furono orientati sull’altra ragazza”.
Qualche chiacchiera con Fabio
Con queste parole il già carabiniere Fabio Rossi mi spiega il motivo che lo ha condotto a dedicare tre anni alla ricerca di notizie, documenti e testimonianze al fine di sottolineare quanto l’imperizia, il lassismo e l’indifferenza siano le cause centrali della non risoluzione del caso della cittadina romana Mirella Gregori, scomparsa in una manciata di metri il pomeriggio del 7 maggio 1983.
Le fatiche di Fabio sono culminate in un libro. In quarant’anni il secondo testo dedicato unicamente alla persona di Mirella Gregori; il primo in chiave investigativa. Una chiave che non possiamo escludere abbia contribuito, in tempi recentissimi, a riaprire l’indagine della magistratura. Tuttavia, ancora una volta, la procura tratta il caso accorpando di nuovo le vicende delle due ragazze.
L’unione delle due diverse faccende può essere una formula accettabile, date le audizioni separate, solo in sede di commissione parlamentare d’inchiesta. Lala scelta sostenuta dalla procura.
Recente è la notizia rispetto la richiesta di incartamenti e documenti dal Vaticano. A questo punto mi chiedo quali siano le intenzioni rispetto Mirella Gregori. Verrà nuovamente ignorata e relegata al ruolo di “presenza scenica?
La pubblicazione
Mirella Gregori. La ragazza inghiottita dalla terra, edito da la Runa Editrice e disponibile anche sulle principali piattaforme on-line, è una buona guida non solo per gli appassionati della vicenda, ma anche per tutti coloro che vi si avvicinano per la prima volta. Lo stile secco ed asciutto che lascia trasparire il passato di chi, nell’arma, qualche verbale lo ha redatto. Lo stile è al contempo semplice e piacevole, dotato di un bel ritmo, mai ridondante.
Nonostante traspaia l’affetto e la sensibilità nei confronti di questa ragazzina dallo sconosciuto destino, Rossi non cede mai alla tentazione di deviare dai fatti, finendo per romanzare una storia che gli eventi hanno romanzato a sufficienza.
Il libro è presentato da Tommaso Nelli, il giornalista noto per aver rinvenuto l’importante nota del Sisde, che dimostra come l’amica di Mirella Gregori, Sonia de Vito, sia a conoscenza dell’identità del sequestratore. Nelli è anche autore del volume su Emanuela Orlandi Atto di dolore.
Le parole di Maria Antonietta Gregori, coraggiosa sorella di Mirella, da sempre in cerca di verità e giustizia, ci regalano una prefazione dal sapore agrodolce. Dove il dolore è percepito al pari di un’enorme e statuaria dignità e fierezza.
La fierezza nei confronti della propria famiglia, una famiglia che lei ha sempre indicato come “semplice” ma che, senza indugi, dovrebbe a ragione definire erculea e virtuosa. Una famiglia per cui provo profonda ammirazione e a cui si deve, almeno alla sua ultima rappresentante, non solo giustizia ma la possibilità di incontrare un po’ di pace, un po’ di serenità.
La mamma di Mirella, la signora Vittoria Arzenton, ha lottato per la verità fino al suo ultimo giorno, affidando il testimone alla figlia maggiore. Mamma Vittoria, che non ha mai smesso di sperare e di aspettare, alla finestra, il ritorno della figlia, era solita ripetere “Mirella se l’è inghiottita la terra“.
La ristampa
Le ricerche di Fabio non si sono concluse con la pubblicazione. Il nostro carabiniere continua la sua attività investigativa e promette che i nuovi elementi li condividerà con tutti noi lettori. Sta infatti lavorando ad una revisione aggiornata del suo libro. Una determinazione che nasce da un profondo senso di giustizia e correttezza, ma anche dalla volontà di mettere in risalto tutti gli errori e tutta la superficialità dimostrata da coloro che avevano il dovere di indagare ed approfondire con serietà.
Il libro di Fabio, nei fatti, non è solo espressione di innato spirito investigativo, ma sincera denuncia di ogni mancanza, di ogni incuria.
Questi sono solo alcuni dei motivi che mi spingono a consigliarvi questo volume, che vi farà fare un viaggio a ritroso, fino ai primi anni ’80 e vi permetterà di conoscere la tragica storia di una ragazza, della sua famiglia e di una società che troppo spesso si volta dall’altra parte.
Conclusioni
In passato, in quest’Italia un po’ malata di crimine e cronaca nera, si è sovente sviluppato, accanto al disco dell’estate anche il fenomeno del “delitto dell’estate”. Il primo e più clamoroso fu il tutt’oggi irrisolto omicidio della giovane Simonetta Cesaroni, noto a tutti come “Il delitto di via Poma”. Negli anni se ne sono susseguiti molti.
L’estate è ormai alle porte e i primi castelli di sabbia iniziano a spuntare qua e là sulle riviere. Il mio consiglio per quest’anno è di andare contro corrente e, invece di parlare dell’ultimo atroce delitto, godetevi il silenzio e il meritato riposo leggendovi questo buon libro. Credo ne resterete soddisfatti.
N.A.= La recensione doveva essere accompagnata dalla video intervista che, purtroppo ha registrato alcuni problemi con l’audio. Mi auguro di risolvere l’inconveniente nei prossimi giorni altrimenti, e glielo sto comunicando in questo momento, il gentile Fabio Rossi, mi concederà di ripetere la piacevole chiacchierata.