“È bello essere una bionda. Quando gli altri hanno aspettative basse è molto più facili sorprenderli“, con una frase di Pamela Anderson si potrebbe tranquillamente descrivere Giorgia Meloni, che a sorpresa cambia registro e abbassa i toni, soprattutto con le toghe. Lo fa argutamente, anche stavolta, a tacchi alti (“dolorosissimi”, per sua stessa ammissione) ma a testa bassa: “In Italia la giustizia ha bisogno di correttivi, va resa più veloce, efficiente, deve essere e apparire imparziale“.
“Si rischia di scivolare su un dibattito che non aiuta, non penso che vada messo insieme quello che il governo ha nel proprio programma sulla giustizia e le scelte che i magistrati fanno su casi specifici: sono due materie diverse, occorre distinguere, non c’è alcuna volontà da parte del governo di aprire un conflitto”.
Il messaggio è chiaro, nulla verrà fatto contro le toghe: il governo vuole portare avanti la riforma “non contro i magistrati, anzi speriamo di poterlo fare con il contributo dei magistrati”.
Tende la mano al potere giudiziario Meloni, non è solo bionda, è donna, ha fatto la gavetta. Sa benissimo cosa comporta essere donne (sole), in un mondo maschio: appena ti alzi al mattino qualcuno prova a farti le scarpe, e non solo quelle.
Il mondo delle Procure è poi ancora più insidioso, è un potere che realmente può far spostare l’ago della Bilancia politica, e non solo quello. Trent’anni fa è riuscito a mandare in pezzi un sistema politico e i partiti che avevano costruito la Repubblica italiana e questo la Presidente del Consiglio lo sa bene.
«L’astro nascente dell’estrema destra italiana», così definita dal Financial Times, rischia di far la fine di una meteora se non corre ai ripari. Lei, al contrario di Marine Le Pen, alla quale sempre FT l’ha paragonata, non ha un cognome che l’ha sorretta e la terrà al riparo come spesso avviene nella Destra conservatrice.
Lei è un underdog, così come si è presentata nel suo primo discorso da Presidente, e come tale si è dovuta conquistare ogni pezzo che ha guadagnato in politica e in una frangia del perimetro politico dove, per tradizione, conta il lignaggio e il genere. Ha già stravolto tutti i pronostici, ha sfondato il tetto di cristallo e adesso le toccherà, se vuole continuare a governare, tagliare qualche vecchio ramo secco, a costo di spegnere ‘la fiamma’ del suo Partito. Altrimenti oltre che underdog (perdente) finisce per essere una loser (persa). E’ riuscita a resistere alle fuoriuscite imbarazzanti del Vecchio Cavaliere, senza screditarlo pubblicamente, adesso le tocca andare avanti e lasciare indietro alcuni storici ‘amici’ e sostenitori, rimettersi in piedi, sui tacchi, anche se fa male.