E’ evidente che lo scioglimento della Wagner e l’isolamento del suo capo Prigozhin a Minsk, che si fida a tal punto delle garanzie di Lukascenko da scegliere un albergo senza finestre, indeboliscono dal punto di vista militare le armate russe in Ucraina. Sarà anche per questo che i vertici ucraini guardano con un misto di indifferenza e di sospetto alla missione del cardinal Zuppi a Mosca. Privata di effetti politici e diplomatici questa iniziativa é invece appoggiata da Kiev in particolare per la questione, sollecitata con forza, del possibile ritorno in patria dei bambini ucraini deportati in Russia: accusa che è costata tra l’altro a Putin l’incriminazione per crimini di guerra dalla Corte internazionale dell’Aja. Da Kiev oggi, Andryi Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino, ha ribadito che gli ucraini non si fidano della Russia. Qui sta il punto nodale della questione. Difficile dar loro torto dopo che per anni i russi hanno alimentato, appoggiato e finanziato la rivolta del Donbass, dopo che hanno occupato militarmente la Crimea, dopo che hanno scatenato una violenta aggressione per conquistare Kiev e l’intero territorio ucraino ai fini di annetterlo globalmente. Qualsiasi soluzione deve passare dall’assenso dell’aggredito e l’assenso dell’aggredito passa dalla riconquistata fiducia nell’interlocutore. Se anche gli alleati occidentali spingessero Kiev a sacrificare la Crimea, poi che garanzia gli ucraini avrebbero sul Donbass? E se dopo la pace riscoppiasse la guerra Usa e Europa si rimetterebbero in gioco come prima? Evidente che qualsiasi mediazione dovrebbe passare o attraverso un cambio di regime a Mosca o attraverso l’impiego di una forza massiccia di interposizione Onu nei territori di confine. Dubito però che sarebbe semplice organizzarla e renderla efficace. L’altra strada, quella più semplice e risolutiva, é che la Russia accetti, magari in cambio della Crimea e ammesso che sia d’accordo di cedere gli altri territori conquistati, che l’Ucraina possa far parte della Nato. Così si chiuderebbe il discorso perché la Russia non attaccherebbe mai un paese Nato. Non é forse questo il motivo dell’indipendenza rispettata delle tre repubbliche baltiche. Non é per questa esigenza di sicurezza che la Polonia e per finire la Svezia e la Finlandia, queste due tradizionalmente neutrali, hanno deciso di aderire alla Nato? La Nato non é la causa della guerra. E’ semmai la garanzia della pace. E’ la deterrenza necessaria per un potenziale invasore. Per la verità non riesco neppure a comprendere perché non si sia dato seguito alla richiesta di adesione alla Nato della Russia che Elstin formulò nel 1991. Si potevano evitare le guerre in Cecenia, in Georgia e in Ucraina. I pacifisti di destra, sovranisti, e di sinistra, anti americani, si rendono conto che si sarebbe anche evitato di consegnare la Russia alla Cina, la vera contendente economica, politica e militare dell’Occidente? La Nato oggi equivale per gli ucraini, e non solo per loro, allo slogan di una vecchia pubblicità di un formaggio: vuol dire fiducia. E la mancanza di fiducia produrrebbe solo una Minsk tre, accordi non rispettati e nuove tensioni e nuovi conflitti. Una mediazione per una pace finta.
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Direttore. Nasce a Reggio Emilia nel 1951, laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Bologna nel 1980, dal 1975 al 1993 é consigliere comunale di Reggio, nel 1977 é segretario provinciale del Psi, nel febbraio del 1987 è vice sindaco con le deleghe alla cultura e allo sport, e nel giugno dello stesso anno viene eletto deputato. Confermato con le elezioni del 1992, dal 1994 si dedica ad un’intensa attività editoriale (alla fine saranno una ventina i libri scritti). Nel 2005 viene nominato sottosegretario alle Infrastrutture per il Nuovo Psi nel governo Berlusconi. Nel 2006 viene rieletto deputato nel Nuovo PSI. Nel 2007 aderisce alla Costituente socialista nel centro-sinistra. Nel 2009 é assessore allo sport e poi all’ambiente nel comune di Reggio. Dal 2013 al 2022 dirige l’Avanti online.
2 commenti
Visto che il Direttore ha menzionato la richiesta di adesione alla NATO della Russia, che ebbe a formulare il presidente Elstin nel 1991, credo meriti di venir ricordata anche l’intuizione del Cavaliere, che invitò giustappunto il Presidente russo al G7 tenutosi a Napoli nel 1994, senza contare Pratica di Mare del 2002, sempre su iniziativa del Cav., dove si incontrarono i presidenti George W. Bush e Vladimir Putin (due circostanze di grande significato politico, la cui portata allora non fu forse sufficientemente compresa).
Paolo Bolognesi 29.06.2023
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