Le regole del gioco
Matteo Messina Denaro, partita finita. Avete mai giocato. a nascondino? Nessuno vuole mai contare. E’ il ruolo peggiore: bisogna guardare ovunque, stare attenti che mentre cerchi di scovarne uno, l’altro ti schizzi alle spalle e la faccia franca, si fa una fatica pazzesca! Si corre, si suda e poi sono tutti contro di te. Quei maledetti che si nascondono si aiutano tra di loro, cercano di fregarti tirando un sasso lontano che, facendo rumore, ti induce in inganno; per non parlare di quando ne becchi uno.
A quel punto sai che farà di tutto per aiutare quelli che se ne stanno ancora nascosti, soprattutto l’ultimo perchè, se è più scaltro e veloce di te, può salvarli tutti. Che rabbia che fa: tu ti sei fatto un mazzo tanto, tutto da solo, con gli altri compatti e sodali per fregarti, ma nonostante ciò li hai scovati. Poi c’è l’ultimo che ti frega, che al momento giusto fa la mossa giusta e spiaccica quella mano fetente al muro urlando “Tana libera tutti!” e, mentre lui diviene l’eroe indiscusso, il salvatore della patria, a contare tocca ancora a te.
Che poi non è che l’ultimo sia veloce come Jessie Owen o astuto come Odisseo, la sua riuscita nell’impresa è determinata unicamente dagli aiuti esterni che vigilano, coprono e suggeriscono. Possiamo concludere che nascondino non è un gioco democratico. Nascondino è una fregatura; un gioco decisamente troppo praticato e troppo sopravvalutato, che andrebbe decisamente sabotato.
Agli italiani, di qualsiasi altitudine, piace un sacco giocare a Nascondino, purchè non si debba contare. Nei giorni scorsi si è conclusa una partita che si perpetrava da un sacco di tempo, da così tanto tempo che non si è ben capito chi abbia vinto, perchè questo gioco di gruppo ha un altro problema: le regole non sono ben chiare e va a finire che ognuno le interpreta come meglio crede, così che la vittoria schiacciante finisce quasi sempre in una vittoria parziale.
Si gioca
E’ il caso di quest’ultima partita, che vale la pena raccontare perchè ha tanto appassionato il mio Paese negli ultimi trent’anni, ed è durata tanto perchè molti erano i nascosti e quello che contava, da solo, faceva una fatica pazzesca. D’altro canto, i nascosti hanno potuto contare su un buon numero di simpatizzanti; tra questi c’era chi suggeriva nuovi nascondigli, chi fingeva di nascondersi per distrarre, chi dava suggerimenti sbagliati al cercatore, ma la metodologia che si è rivelata vincente per i sostenitori della squadra dei nascosti, è stata quella di fingere disinteresse, camminando lungo tutta l’area di gioco, creando quella confusione utile a celare i nascondigli.
Ovviamente c’era anche una grossa fetta di pubblico che si è limitata a seguire dagli spalti lo svolgimento della gara. Non si è ben capito per chi tifassero perchè, quando individuavano i nascosti e li vedevano correre al nascondiglio successivo, distoglievano lo sguardo, così come quando il cercatore si rivolgeva loro cercando indizi e suggerimenti, questi rispondevano che non avevano veduto nulla: rivendicavano il loro diritto di pubblico imparziale che non avrebbe svolto un buon servizio aiutando uno schieramento piuttosto che l’altro.
Volevano godersi la partita fino alla sua conclusione, e non volevano essere cacciati dalle tribune come era successo a quei quattro imbecilli ficcanaso che si erano esposti spifferando informazioni a quello della conta, informazioni che si erano rivelate determinanti nella cattura di diversi giocatori. Potete capire lo sdegno del pubblico per questo palese favoreggiamento, e le buone ragioni che hanno portato all’ostracismo nei confronti degli spioni. Isolati questi ultimi, la partita continuò e via via i nascosti furono tutti scovati.
Tutti tranne uno. L’ultimo nascosto è sempre il più difficile da individuare perchè ha dalla sua i catturati, che confidano nella sua vittoria per essere liberati, i simpatizzanti e tutti coloro che, attraverso il silenzio, non incalzano con aiuti il cercatore. Questo poveretto non solo ha giocato in netta minoranza ma si è visto talvolta beffare da chi si diceva suo cooperatore e in realtà si muoveva nell’interesse degli avversari.
Fine dei giochi
Arriviamo ora alla conclusione di questa storica sfida a Nascondino: pochi giorni fa vediamo apparire accanto a quello della conta, l’ultimo nascosto, un tale Matteo Messina Denaro che, palesemente esausto, abbandona il terreno di gioco. Dal pubblico presente non cresce il solito applauso di soddisfazione ma smarrimento e incomprensione, oltre a una buona dose di delusione per il mancato finale ad effetto: nessuna rincorsa al cardiopalma, nessun colpo di scena.
Sono pochi i commenti che si distinguono nel crescente brusio “era ora che finisse, non se ne poteva più“, “ma l’ha scovato o, stanco questo Matteo Messina Denaro ha deciso di porre fine al match, mostrandosi?“, “ma come è possibile che l’ha trovato solo adesso, è un sacco che stava nascosto lì dietro, lo abbiamo visto tutti“, “devono averlo aiutato, se nessuno è andato a controllare lì“.
Commento alla partita
Personalmente sono felice che la partita sia finita. E’ durata troppo quando poteva durare decisamente meno. Non è stata una bella partita, i sostenitori della squadra dei nascosti non mi piacciono per nulla, sono troppo aggressivi con l’avversario e si sono mostrati assolutamente noncuranti dell’osservanza delle regole. Il pubblico sugli spalti è stato quasi peggiore della tifoseria: smidollato, volutamente distratto e, nonostante quanto abbia sostenuto, fazioso: il mancato sostegno al cercatore si è infatti rivelato un aiuto preziosissimo per la squadra dei nascosti.
Conclusioni
Sperò vivamente di non assistere più a partite come questa, e spero ancora di più che presto si smetterà di praticare questo gioco. Il modo migliore per sancirne la fine è far perdere al pubblico l’interesse, eliminando i gadget e la spettacolarizzazione mediatica del Nascondino, mediante la costruzione di una reale consapevolezza, partendo dai bambini.
Ai giovani bisogna far comprendere che questo gioco, nei fatti, non ha nulla di bello, di costruttivo e di stimolante. In questo modo, forse, nel nostro Paese altri giochi avranno la possibilità di mostrare tutto il loro potenziale positivo, perchè abbiamo dei bambini con una capacità di creatività pressochè infinita e , quando di questo si parla, allora sì che è proprio il caso di gridare “Tana libera tutti!“
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1 commento
Una parabola, quella del “gioco del nascondiglio”, simpatica e leggera, per scrivere di un fatto di cronaca che evoca,purtroppo,avvenimenti delittuosi, tragici e drammatici, anche per il rischio della tenuta democratica del Paese. Secondo gli esperti è realistico ipotizzare l’esistenza di una sovrastruttura di commistione massoneria-politica-mafia dalle implicazioni complesse e preoccupanti che annichiliscono i semplici e buoni auspici dell’articolo in questione.