Quando l’ho letto sono trasecolato come fossi stato morso da una tarantola, ma da una di quelle piccole e fetenti che hanno il veleno che fa più male, che pure per questi ragnacci esser grosso spesso è uguale a fesso (e questa è autobiografica).
“Non ci credo”, dico mentre leggo, “non può essere vero” e forse non lo è, almeno spero.
Perché su un giornale on-line è uscito un articolo che sostiene che per le prossime europee il PSI avrebbe stretto un’alleanza per una lista unitaria con +Europa e, nientepopodimenoche, con Azione di Carlo Calenda.
Non ci credo. Non può essere.
E già perché se è vero che dalle parti di Via Santa Caterina da Siena vanno a caccia più di elezioni che di linee politiche è pur vero che ‘na cosa del genere sarebbe paradossale.
Ma come…quasi un anno fa, più o meno dalle parti dell’ex mattatoio del Testaccio, sulla dicotomia PD – Terzo Polo si è accettato di spaccare il partito, di rinunciare al contributo di una classe dirigente esperta e preparata (nella quale molti di quelli che sono rimasti erano stati allevati e valorizzati), si è scelto di buttarsi tra le braccia di giovanottoni più rampanti che ruspanti, ci si è genuflessi di fronte al vangelo Dem qualunque fosse l’evangelista, si è accettato di guardare al peggio che c’è e scegliere di dar di conti, pardon di Conte, si è tuonato a chiare note che “l’ipotesi III Polo non esisteva né in cielo né in terra”, si è dipinto il duo Calenda-Renzi come una via di mezzo tra gli ingenui Cip e Ciop e i comici Stanlio e Ollio, e poi oggi cosa fanno? l’alleanza con Calenda?
Non è vero, lo so.
Ma siccome a parlar male è peccato ma spesso ci si coglie, se magari fosse anche solo una ipotesi ventilata o appena accennata, una strada percorsa o quantomeno esplorata, un tentativo fatto ma né partorito né abortito, sarebbe il caso di avvisare gli inquilini di Via Santa Caterina che la figura sarebbe brutta, anzi bruttissima, perché la linea politica, da quelle parti, diventerebbe un copia del Mattino usata per pulire i vetri e la politica, quella con la P maiuscola, quella “d’abord”, quella scritta da Maurras ma ripetuta da Nenni e poi Mitterand, sarebbe come la porta girevole di un albergo…a due stelle.
È vero che la disperazione fa storcere gli occhi e frullare il cervello e di disperazione, quel maledetto risultato del collegio plurinominale n.1 per il Senato a Roma, ne ha sparsa parecchia, ma rimangiarsi fiumi di inchiostro e valanghe di chiacchiere, tuoni e proclami non sarebbe proprio un bel vedere.
Ma si sa, vedere fa rima con sedere (su poltrone) e Maraio fa rima con Di Maio solo che a quest’ultimo gli è andata bene…anche se agli esami di riparazione.
Vuoi vede’ che il mio, e nostro, amico Enzo lo mandano a Gaza a fare il commissario europeo per la pace?
Hai visto mai. Va a finì che a tarallucci e vino ci riesce pure.
(P.S.: lettura semiseria di eventi di fantasia)