Di Alessandro Perelli
Densa di significati storici e politici la visita del Presidente del Brasile Inacio Lula da Silva in Portogallo. E non poteva che essere così, considerato che il Paese sudamericano ottenne l’indipendenza ,con il trattato di Rio de Janeiro, nel 1825 proprio dal Portogallo. Lula, giunto con la moglie e accolto all’aeroporto di Lisbona dal Ministro degli Esteri Cravanho, era stato invitato dalle autorità lusitane in occasione della celebrazione del quarantanovesimo anniversario della “rivoluzione dei garofani“.
Con questo termine si intende l’incruente colpo di stato con cui nel 1974 si pose fine al regime dittatoriale instaurato da Antonio Salazar. La visita di stato di Lula non poteva prescindere dal ricordo di queste due date, a maggior ragione dopo che dal 2015, un governo socialista guidato da Antonio Costa, è insediato a Lisbona con un consenso popolare che ha permesso, nel 2022, al partito socialista di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento.
Nello stesso Parlamento dove Lula ha svolto il suo principale intervento. Intervento contestato dentro e fuori dall’ aula dalle destra lusitana in sintonia con Jair Bolsonaro ,il precedente Capo di stato, sconfitto nelle ultime recenti elezioni. Intervento invece apprezzato da Presidente del Portogallo Marcelo Rebelo De Sousa.
De Sousa ha fatto chiaramente intendere che il suo Paese deve assumersi le responsabilità per lo sfruttamento e la schiavitù durante il periodo coloniale. Se il Portogallo ha svolto anche una parziale funzione positiva durante la colonizzazione come quella che riguarda la lingua, la cultura, l’unità del territorio brasiliano è però necessario chiedere scusa ed ammettere le pesanti conseguenza negative ai danni di un popolo considerato nei fatti inferiore, e per questo privato del diritto fondamentale dell’indipendenza e dell autonomia. Il rapporto oggi va rilanciato su basi paritarie.
Lula ha dimostrato grande apprezzamento per queste parole i cui concetti sono stati ribaditi anche in un forum economico dal Premier Costa al quale il Presidente del Brasile ha partecipato sottolineando l’importanza della cooperazione tra i due Stati. L’unica discrepanza che si è registrata durante la visita durata cinque giorni ha riguardato la posizione sulla guerra in Ucraina e sulla aggressione di Putin. Confermando la continuità delle relazioni con Mosca, Lula ha voluto precisare come non sia sua intenzione accontentare nessuno ma di lavorare per una soluzione alternativa che promuova e assicuri la pace portando da subito Russia e Ucraina ad un tavolo negoziale. Durante una conferenza stampa ha portato il Presidente lusitano De Sousa ad affermare che il Portogallo sulla questione abbia una posizione differente.
E’ stato l’ unico momento in cui il Governo portoghese, reduce dai festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario per la fondazione del partito socialista a chi ha partecipato anche il Primo Ministro tedesco Scholz, che ha elogiato l’azione del Premier Antonio Costa, ha preso le distanze. Per il resto è trattato di una visita che ha consolidato e rilanciato i rapporti tra Brasilia e Lisbona anche sui temi attualissimi delle migrazioni con la condivisione di una politica di attenzione e solidarietà verso i flussi migratori.
Lula ,che ha anche partecipato alla consegna del Premio Camoes al cantautore Chico Buarque, il 25 aprile ha lasciato il Portogallo per recarsi in Spagna ,a Madrid ,dove è stato accolto da Camera e Sena in seduta congiunta e dove ha incontrato un altro Governo che vede un altro socialista, Pedro Sanchez alla guida. Anche il re di Spagna Felipe VI ha ricevuto Lula al Palazzo reale di Madrid mentre un incontro bilaterale tra i Ministri degli Esteri dei due Paesi ha concluso la visita del Presidente brasiliano.