Una grande battaglia, non solo di diritto. Anche una grande battaglia di ammodernamento di questo Paese. E Loris, come tutti sappiamo, nella sua prima legislatura di parlamentare, presentò un progetto di legge che seguiva per altre iniziative dei parlamentari socialisti, ancora in epoca monarchica e poi all’inizio delle legislature repubblicane. Ma ovviamente lui risentiva di una sua formazione importante, perché il Friuli credo che abbia rappresentato molto nella formazione culturale di quest’uomo, in una terra di frontiera, in cui avevamo problemi di rapporti anche di convivenza con minoranze etnico linguistiche slovene. Lui fu impegnato molto su questo, anche per l’integrazione tra i cittadini friulani di lingua italiana e di lingua slovena e fu molto vicino alla minoranza slovena. Così come dobbiamo ricordare che Loris intuì, anche perché la sua formazione professionale lo portava a contatto quotidianamente con la società e con i cittadini, questo straordinario cambiamento che stava avvenendo nel nostro Paese. Un Paese nel quale la politica (intesa come classe dirigente) viveva come se l’Italia fosse ancora quella del dopoguerra, mentre una parte rilevante della società era già in linea con le grandi trasformazioni che stavano avvenendo nell’Europa. E quindi lui capì, ed era favorevolissimo, che era opportuno spingere nel partito la componente liberale, la componente laica, favorevole alla modernizzazione e alla laicizzazione dei costumi e del Paese. Questo nel Partito Socialista non fu facile, perché noi giovani allora eravamo un po’ diversi da altre componenti dei movimenti giovanili della sinistra, perché anche i movimenti giovanili della sinistra allora risentivano di una tradizionale posizione che era più impegnata sui problemi della società economica, addirittura con frange dichiaratamente anticapitalistiche. Lui invece ci spingeva – e ha rappresentato un punto di riferimento, credo, per molti di noi – a essere interpreti e protagonisti di questa crescita civile. Fece risvegliare nel partito il meglio del filone libertario e non fu facile, perché a sinistra e si risentiva ancora (anche nel nostro partito) di scorie del dopoguerra. Lui capì questo e fu importantissimo l’incontro con i radicali, soprattutto nella fase di costruzione della LID, perché questa organizzazione ha avuto un ruolo che ritengo fondamentale per la vittoria, sia parlamentare e poi nel Referendum. Perché diede la possibilità a donne e uomini politicamente diversi di essere liberi dal legame di appartenenza e di costruire una organizzazione che, da piccola cosa “di opinione”, riuscì a diventare un elemento di mobilitazione di massa, che ha avuto poi anche la grande capacità di condizionare i lavori parlamentari. E questo, io credo, lo dobbiamo a quegli uomini e, per quanto mi riguarda per la mia cultura, a Loris Fortuna.
Giovanni Crema