Con il prezzo di 2 euro e 72 centesimi è stato raggiunto il folle picco ferragostano.
L’autostrada è la A8 e l’area di servizio è la Villoresi Ovest. Pompa fai-da-te si badi bene.
Figuriamoci al servito quale sarà stato il prezzo.
L’Italia è in rivolta.
A causa dei costi di trasporto, in un paese dove quasi tutto viaggia su gomma, i prezzi di tutte le merci, ma proprio tutte, sono schizzati alle stelle, mentre sulle tasche degli italiani gli unici schizzi sono quelli delle lacrime di sangue per gli stipendi che valgono sempre meno.
Da Palazzo Chigi giunge il silenzio per un tema che, fino a un anno fa, era tanto caro al Presidente del Consiglio da farci sopra alcuni dei suoi spot preferiti con quell’aria da “caduta dal pero” che si stupiva per il costo della benzina e il peso delle accise.
E qui non scatta l’applauso ma un vaffanculo cantato che diventa più rituale del “andate in pace” che chiude la messa.
Il ministro Urso, con una faccia che è più di bronzo del portone del Pantheon, ha dichiarato che “al netto delle accise il nostro prezzo della benzina è il più basso d’Europa”.
A parte che l’esortazione aulica da italianissimo Bar Sport di Vermezzo con Zelo è da ripetere, ma chissenefrega!
Con le accise però diventa una rapina a mano armata.
Ma queste cacchio di accise, che Draghi aveva sospeso, non erano quelle tanto odiate da Giorgia?
E le togliesse.
La guerra d’Etiopia ormai sarà finita e il canale di Suez è stato riaperto, il Vajont è stato ricostruito e anche Firenze ha guarito le ferite dell’alluvione. Roba di sessanta anni fa.
Sulla benzina (è sul diesel) gravano dei balzelli ridicoli.
Eccoli, ve li elenchiamo tutti.
1. Finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936.
2. Finanziamento della crisi di Suez del 1956.
3. Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963.
4. Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966.
5. Per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968.
6. Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976.
7. Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980.
8. Finanziamento della missione in Bosnia del 1996.
9. Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
10. Acquisto di autobus ecologici nel 2005.
11. Per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009.
12. Finanziamento alla cultura nel 2011.
13. Per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011.
14. Per far fronte all’alluvione che ha colpito Liguria e Toscana nel 2011.
15. Ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012.
16. Per il decreto “Salva Italia” del 2011.
Secondo l’ultimo monitoraggio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, la somma di imposte (Iva) e varie accise, che grava sulla benzina ammonta addirittura al 58,2% del prezzo totale e al 51,1% di quello per il diesel.
E ora basta.
Su un bilancio in entrata di quasi 700 miliardi, che ne tagliano una quindicina, non sarà mica una tragedia.
Ma non credo basti. Bisogna anche calmierare il prezzo all’origine. Non possono fare come cazzo gli pare.
Non siamo contrari alle liberalizzazioni e comprendiamo che il meccanismo della concorrenza può ridurre i prezzi al ribasso, ma se c’era un settore dove il prezzo non doveva essere liberalizzato era proprio quello dei carburanti.
Se in contemporanea e in tempo reale può succedere che verso Varese il prezzo è vicino ai 3 euro, e lungo la strada provinciale di Francavilla, costa, al self, 1 euro e 85 centesimi, qualche cacchio che non va ci dovrà pur essere.
O è una questione di culo tra chi nasce in Lombardia e chi in Abruzzo?
Sempre Urso, commentando l’altro ieri, (il 16 agosto) prezzi e lamentele, ha detto: “Non ci sono irregolarità” nella vendita della benzina.
La Guardia di Finanza in 1.230 controlli ne ha rilevate 789, di irregolarità.
Alla faccia del bicarbonato di sodio. Urso, ma in che mondo vivi?
Mi sembri Mussolini che quando girò l’Italia per verificare la flotta aerea, gli andavano dietro dietro e gli facevano vedere sempre gli stessi aerei.
“Questione di feeling”, come cantavano Mina e Cocciante, anzi tra Mussolini e Urso questione di imprinting.
Questo è lo spettacolo che rendono. Mi sembrano un mio vecchio compagno di classe che quando la Prof. di Italiano gli chiedeva:”Parlami del Tasso”, lui esordiva “Il tasso vive nei boschi e si nutre di ghiande”.
Roba da film di Totò.
Ragazzi guardate che alla fine non stiamo al governo e non dobbiamo essere noi a dire cosa dovete fare, ma stiamo tra la gente e sappiamo quel che succede e vi diciamo che l’Italia è in rivolta.
Occhio Giorgia che ti esplode la poltrona.
- Associazione socialista liberale
- Cose di provincia
- Dai teatri e altro
- Dal mondo
- Economia e Lavoro
- Il Mondo è Bello perché è Avariato
- Giustizia
- Il Corriere della Pera
- Il senno del post
- In evidenza
- Istituzioni e territorio
- L’editoriale
- L’occhiodelbue
- Parliamo di noi
- Pillole di cultura
- Politica
- Politique d’abord
- Prampoliniana
- Prima pagina
- Redazione
- Route El Fawari
- Sanita
- Sorpasso
- Sport in pillole
- Storia socialista
- Suffrangetta

Massimo Carugno
Vice Direttore. Nato nel 1956, studi classici e poi laurea in giurisprudenza, oggi è avvocato nella sua città, patria di Ovidio e Capograssi: Sulmona. Da bambino, al seguito del padre ingegnere, ha vissuto, dall’età di 6 sino ai 12 anni, in Africa, tra Senegal, Congo, Ruanda, Burundi, rimanendo anche coinvolto nelle drammatiche vicende della rivolta del Kivu del 1967. Da pochissimi anni ha iniziato a cimentarsi nell’arte della letteratura ed ha già pubblicato due romanzi: “La Foglia d’autunno” e “L’ombra dell’ultimo manto”. È anche opinionista del Riformista, di Mondoperaio e del Nuovo giornale nazionale. Impegnato in politica è attualmente membro del movimento Socialista Liberale.
1 commento
Torna di moda il detto. “Sire il tuo trono Vacilla…”