Il 15 ottobre si svolgeranno le elezioni politiche in Polonia. Un appuntamento importante per varie ragioni interne e internazionali. Ci sara’ in ballo la conferma o meno del Governo di centro destra di Mateusz Morawiecki, tanto caro a Giorgia Meloni, il cui partito, il Pis (Diritto e Giustizia), a Bruxelles, fa parte del suo stesso gruppo dei Conservatori e Riformisti. Il Pis, di ispirazione nazionalistica, clericale e illiberale e’ salito al potere nel 2015 e trova la sua maggiore base elettorale nelle zone rurali. In questi ultimi anni l’Esecutivo di Morawiecki si è distinto per le sue pratiche antidemocratiche, per aver messo in discussione, con i suoi provvedimenti, lo stato di diritto, per avere ulteriormente limitato il diritto di aborto e in generale l’autodeterminazione delle donne andando contro anche ai dettami dell’Unione Europea che però non ha mai calcato la mano in modo pesante anche considerando le netta posizione del Governo di Varsavia a favore dell’Ucraina invasa da Putin, di cui ha raccolto centinaia di migliaia di profughi nel proprio territorio. Un atteggiamento che sicuramente ha giovato a Morawiecki a Bruxelles. Quanta volta, però, non solamente per i lusinghieri risultati raccolti dall’opposizione nelle recenti elezioni amministrative, soprattutto nelle grandi città, ma per la presenza di Piattaforma Civica il partito che ha come leader, l’ex Premier Donald Tucs, l’incertezza ha il sopravvento nelle previsioni elettorali. Tucs e’ stato Primo Ministro tra il 2007 e il 2014 per poi diventare Presidente del Consiglio Europeo. Da poco tempo e’ tornato alla politica polacca per guidare e cercare di riunire l’opposizione in quella che lui definisce l’ultima possibilità di salvare la democrazia nel suo Paese. Pochi giorni fa ha organizzato una manifestazione nella capitale che ha avuto un successo clamoroso. Con enfasi ha parlato di un milione di polacchi che vi avrebbero partecipato riempiendo le vie e le piazze di Varsavia. Numeri probabilmente ingigantiti dalla propaganda ma stime serie hanno calcolato in non meno di settecentomila i cittadini che ha radunato nella capitale che non si spiegano solo con lo sforzo organizzativo ma anche con una ritrovata fiducia nella apacità di piegare nelle urne Morawiecki. Il quale ha reagito alla solita maniera accusando Piattaforma Civica e Tusc di essere manovrati da potenze straniere e l’ex Presidente del Consiglio Europeo di essere al soldo della Germania. Facile per Tucs ribattere che i centinaia di scandali di corruzione scoperti all’interno dei funzionari del Governo per il rilascio dei visti e la presa del controllo dei media pubblici dimostrano le carenze del Pis e insieme il timore di perdere la maggioranza. Un test , quello del prossimo 15 ottobre che avrà conseguenze anche all’interno dell’ Unione Europea, anche considerando l’esito delle recenti elezioni in Slovacchia con la vittoria del sovranista Robert Fico che con la riconferma di Morawiecki e con Orban in Ungheria potrebbe rilanciare lo spirito dell’accordo di Visegrad. Secondo l’ultimo sondaggio dell’istituto di Varsavia Cbos, il Pis è ancora in testa con circa il 34% dei consensi mentre il partito di Tucs e’ accreditato del 29% dei voti potenziali, ma e’ dato in ascesa. Gli ultimi giorni di campagna elettorale saranno determinanti per le scelte degli elettori. Ci sarà anche da verificare il peso che avrà l’appoggio di gran parte delle gerarchie ecclesiastiche cattoliche a Morawiecki. Ma ci sara’ anche da considerare per la formazione del nuovo Governo la capacita dei due partiti più grandi di stringete alleanze con gli altri che entreranno in Parlamento per riuscire a raggiungere quella maggioranza in grado di assicurare la governabilità al Paese.
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Autore. Alessandro Perelli è Vice Presidente di ALDA (Associazione del Consiglio d'Europa) e membro del Consiglio di amministrazione, in rappresentanza della Regione Friuli-Venezia Giulia, Italia. Dal 1980 ha lavorato alla Regione e dal 1999 presso il Servizio Relazioni Internazionali dove si è occupato di progetti e accordi di cooperazione internazionale fino ad agosto 2017. Dal 2000, anno in cui la Regione Friuli-Venezia Giulia è entrata a far parte di ALDA, Perelli ne ha seguito la vita associativa per conto della regione , facendo parte del Consiglio Direttivo, dove ricopre dal 2016 il ruolo di Vice Presidente. È particolarmente interessato all'area del Mediterraneo e alla creazione delle nuove Agenzie della Democrazia Locale in Tunisia e Marocco. Inoltre, Perelli ha seguito le attività delle Agenzie a Verteneglio, nell'Istria croata e Gyumri in Armenia con cui è associata la Regione Friuli-Venezia Giulia e Niksic in Montenegro di cui la Regione che rappresenta è capofila. Ha partecipato ai lavori preparatori della neonata Rete Balcanica per la Democrazia Locale (BNLD) svolgendo attività di promozione di ALDA in qualità di ambasciatore organizzando convegni di cui uno a Lecce con la presenza di enti e associazioni locali e uno all'Università di Trieste insieme a l'Associazione giovanile serba. Inoltre, per conto della Regione Friuli-Venezia Giulia, è entrato a far parte della Commissione Consultiva Nazionale sulla nuova Legge di Cooperazione e del Gruppo di Lavoro Interregionale Nazionale, occupandosi in particolare del tema dell'adesione dei Paesi dei Balcani Occidentali all' Unione Europea e alla creazione di un mercato unico, proseguendo la collaborazione con la Camera di Commercio serba anche dopo il suo pensionamento. Alessandro Perelli ha inoltre svolto attività politica come segretario provinciale del Psi, assessore e consigliere comunale di Trieste. Ha collaborato scrivendo articoli di politica estera per il quotidiano Avanti! i e oggi per la Giustizia online È anche presidente dell'Associazione Culturale "Socialisti liberali triestini".