Di Alessandro Perelli
I tories, nome creato alla fine del Settecento contro la rivoluzione francese, ancora in uso per definire i membri del Partito Conservatore del Regno Unito, pensavano di aver ammortizzato la questione dello scandalo che aveva colpito l’ ex Premier Boris Johnson durante la pandemia costringendolo alle dimissioni . Johnson aveva in quell’occasione mentito al Parlamento quando aveva negato di aver partecipato volutamente a delle feste organizzate nel suo ufficio e nella sua residenza di Downing Street nel corso del lockdown in violazione delle norme anti COVID.
La cosa gli era costata cara di fronte alla scontata reazione negativa non solo dell’opposizione laburista ma anche del suo partito e dell’opinione pubblica tanto da portare alla sua sostituzione. L’ inchiesta parlamentare aperta in seguito a questi fatti non gli ha concesso attenuanti di nessun tipo( l’ ex Premier aveva sostenuto di non aver trasgredito la legge deliberatamente dopo aver pagato una multa ) ed ecco che nei giorni scorsi Boris Johnson ha anticipato la decisioni del Comitato parlamentare per i privilegi dimettendosi , con effetto immediato, dalla Camera dei Comuni e facendo scattare le elezioni suppletive nel suo seggio.
Fine ingloriosa della faccenda? Neanche per sogno in quanto Johnson ha voluto accompagnare la sua decisione con una lettera, resa pubblica , in cui afferma di ” essere stato costretto ad andarmene da un piccolo manipolo di persone , senza alcuna prova a sostegno delle loro affermazioni e senza l’approvazione nemmeno dei membri del Partito Conservatore , per non parlare dell’elettorato in generale.” Ma non basta.
Con l’ ex Premier si e’ dimesso anche dal Parlamento la sua fedelissima alleata Nadine Dorries insieme a Nigel Adams. Sono quindi tre le elezioni suppletive che si terranno nelle prossime settimane in Inghilterra ( alle quali se ne potrebbero aggiungere altre se qualche ulteriore sostenitore di Johnson prendesse la stessa decisione).
Un vero ne proprio trabocchetto politico per l’ attuale Governo di Rishi Sunak gia alle prese con vari problemi come un’ inflazione che non riesce a fare scendere, una spinta migratoria incontrollata e una serie di scioperi in vari settori pubblici e privati denunciati dall’ opposizione laburista che tutti i sondaggi danno in costante ascesa come del resto ampiamente dimostrato dagli ultimi risultati delle elezioni amministrative.
A cio si aggiunge un progressivo malcontento degli inglesi per le difficoltà del comparto sanitario dove si verificano attese bibliche per accedere ai vari servizi.
In questa situazione le prossime elezioni suppletive rischiano di trasformarsi in un ulteriore trappola per Sunak impegnato a raddrizzare la rotta in vista del voto politico del 2024. Anche perché non si sa bene quale siano le mosse politiche di Boris Johnson dopo le dimissioni. C’ e’ chi dice che se il Partito Conservatore non accetterà di candidarlo in uno dei tre seggi ora vacanti ( cosa francamente difficile) , lui stesso potrebbe correre come indipendente causando nei tory un evidente disagio che potrebbe portare alla loro implosione.
E naturalmente Johnson raddoppierebbe le sue critiche contro Sunak per aver tradito la Brexit e per non difendere a sufficienza i valori conservatori . Sembra che al momento solo la politica estera, con il Regno Unito schierato risolutamente con gli Stati Uniti contro l’ aggressione di Putin all’ Ucraina, non divida il partito .
Altri osservatori sostengono invece che Boris Johnson si preparerebbe a ritornare in primo piano nella vita politica inglese e starebbe addirittura rilevando la proprietà di un quotidiano di portata nazionale per affiancarlo in questa prospettiva. Non dorme certamente sonni tranquilli Rishi Sunak con il suo Esecutivo sempre più traballante, mentre al leader laburista Keir Starmer non par vero di continuare a ricevere dai conservatori questi regali di consenso.