Di Redazione
L’agguato fatale – Storia di una spia sentimentale
1994: Vera e Stephen, entrambi a L’Aja, si incontrano in un locale in cui è stata organizzata una festa. Lui goffo e impacciato, lei fiera e algida come la terra in cui è nata. Il loro incontro pare frutto del caso, e invece è solo l’ennesimo filo di un’intricata ragnatela che qualcuno sta tessendo da ben prima della loro nascita.
1978: Il Lupo e l’Usignolo si ritrovano dopo tanti anni, entrambi agenti al servizio di una rete di spionaggio internazionale ma per due Paesi nemici. Sono avversari da sempre, eppure adesso c’è qualcosa che li unisce nel raggiungimento di un obiettivo comune: uno Stato che si affaccia sul Mediterraneo, in cui un presidente di partito sta valutando l’avvio di una collaborazione che non piace né a una né all’altra delle parti della cortina di ferro, per questo determinate a fermarlo con ogni mezzo possibile.
L’autore
E’ questa la trama de L’agguato fatale – Storia di una spia sentimentale, edito nel mese di dicembre dalla casa editrice Europa Edizioni. C. E’ questa la seconda pubblicazione di Alberto Livio Maria Cantù, avvocato di professione e scrittore per passione. Nato a Milano, Bologna è la sua città di adozione e la città dove, con la casa editrice Pendragon, vede la luce il suo primo thriller storico: Il diario di Hagen, ambientato inizialmente nella città di Napoli in un lasso di tempo che dura un ventennio, partendo dall’occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale.
Alberto Cantù è giovane negli anni ottanta, epoca in cui si svolgono le vicissitudini dei dei protagonisti. I fatti riportati, così come le date, aderiscono alla realtà, andando a fondersi armoniosamente con la vicenda cardine che è invece opera di fantasia e non avanza pretese di fonte documentale. L’autore ripercorre un grave episodio avvenuto nel cuore Roma nell’anno 1978, e passato alla storia. Un fatto che, nonostante arresti e fermi, continua a interessare, suscitare dubbi, interrogativi e perplessità che non si arrestano ai confini nazionali.