di Alessandro Palumbo.
Il ministro Nordio ha proposto una serie di norme che introducono un minimo di garanzie per i cittadini che, ricordiamolo sempre, sono innocenti sino a sentenza nonchè la sostanziale abolizione del reato di abuso di ufficio e la riscrittura del reato di traffico di influenze illecite.
Vediamo nel concreto di che si tratta e cerchiamo di ragionare sulla loro portata.
Abolizione del reato di abuso di ufficio: un reato che di fatto si è rivelato totalmente aleatorio, ma che ha paralizzato la pubblica amministrazione, un pò di numeri: 2022; 3938 fascicoli aperti, 3535 archiviati, 18 condanne in primo grado, il tutto a fronte di un enorme dispendio di denaro e di “forza lavoro”, politici e amministratori alla gogna per anni, spese processuali, tribunali intasati; vi sembra serio? E vi sembrano serie le grida della magistratura inquirente? grida che paventano una vera e propria catastrofe. Il tutto francamente appare ridicolo di fronte ai numeri che sono la più solida delle argomentazioni.
Qui si nota la differenza di cultura tra una sinistra abituata a confrontarsi con la realtà e l’amministrazione della cosa pubblica e una sinistra astratta che vive in realtà parallela e soprattutto culturalmente non forza di governo. Da una parte i sindaci del PD favorevoli e dall’altra la nuova segreteria Schlein contraria.
Traffico di influenze il reato viene riscritto e si limiterà a fatti “particolarmente gravi”, sono onesto non ho mai capito questo reato, se una persona che è influente usa la sua influenza per commettere un reato è di fatto già punibile, altrimenti qualcuno sa spiegarmi cosa vuol dire? Di fatto è un reato evanescente e funziona come elastico (il pudore mi impedisce di usare altri termini) così da poterlo applicare quando non si riesce a trovare nulla. Ho sempre presente il caso della Ministra del Governo Renzi , Federica Guidi intercettata con il compagno inquisito per traffico di influenze, costretta alle dimissioni (Renzi garantista a fasi alterne )e poi completamente scagionata dopo che reputazione e carriera erano andate distrutte.
Appello del PM viene eliminata la possibilità di appello in caso di assoluzione per i reati di lieve entità, una norma garantista che impedisce il prolungarsi infinito di processi lievi quando un tribunale ha già assolto l’imputato, chi segue i telefilm americani sa già che questa norma vige in molti paesi di cultura anglosassone e per tutti i reati. Nel nostro caso l’appello è sempre possibile per i reati più gravi. Provate ad immaginare cosa succede a un cittadino che per un reato minimo aspetta anni, spende soldi, viene assolto e poi deve ricominciare da capo. Se questo è possibile per i reati gravi e di allarme sociale, diventa veramente ultroneo per i reati meno gravi. Rimane l’appello per i casi di condanna ( cosa buona e giusta considerata la percentuale alta di errori giudiziari).
Custodia cautelare in carcere questa è la norma di più alta civiltà giuridica, con la riforma per “sbattere in carcere” e scusate la terminologia che a me sembra particolarmente appropriata, servirà il parere di un collegio di giudici e soprattutto l’interrogatorio dell’imputato. Ma vi sembra possibile incarcerare una persona e lasciarlo in carcere per giorni, mesi, senza che il giudice si degni di interrogarlo? Forse qualcuno ricorderà il caso Cagliari lasciato in carcere con il giudice che va in vacanza senza interrogarlo e il suicidio dell’imputato (imputato! Non condannato!) un’altra norma di civiltà impone l’obbligo di descrizione del fatto in caso di informazione di garanzia.
Oggi si può ricevere una informazione di garanzia senza che chi dovrebbe essere informato sappia il fatto (non il reato) che gli viene contestato. Mi informano che sarei indagato di corruzione senza spiegarmi il fatto per cui io sarei un corruttore, poi magari mi arrestano, il giudice non mi interroga e io se voglio saperne di più deve chiedere alla polizia carceraria di poter leggere i giornali che sicuramente sanno tutto.
E veniamo alla riforma che piu è fonte di polemiche la proibizione di pubblicare intercettazioni che non siano utilizzate per motivare la sentenza o che non siano usate in dibattimento, per intendersi quelle che non servono, ma fanno vendere i giornali e che servono solo a “sputtanare “ le persone senza motivo e che han fatto la fortuna della novella 2000 di questi tempi, cioè il Fatto Quotidiano.
Il caso emblematico è recentissimo, il senatore Miccichè viene intercettato illegalmente mentre parla con un ristoratore, dove normalmente cena, il ristoratore viene indagato per spaccio di stupefacenti e i giornali pubblicano le intercettazioni con Miccichè che ripeto non è coinvolto nell’inchiesta, definendolo in sostanza cocainomane, il tutto in spregio ai danni politici, morali nei confronti di una persona che ha già in passato parlato della sua passata dipendenza.
Uno sfregio gratuito, infame, che troppe volte si è ripetuto, utilizzato biecamente per fini che con la giustizia non hanno nulla a che fare.
Non uno stop alle intercettazioni quindi, ma alle sue pubblicazioni quando non interessano la giustizia.
Si tratta di riforme che tendono a tutelare il cittadino dagli abusi, dai pettegolezzi e anche ad alleggerire il lavoro della procure e dei Tribunali da fatti che non hanno una reale rilevanza per la sicurezza sociale.
Che la sinistra che si dipinge come l’avanguardia dei diritti non sia in prima linea a difendere queste riforme e che abbia lasciato questo terreno alla destra è un fatto inquietante.
Purtroppo la realtà è che la sinistra postcomunista e cattocomunista (chiamiamo la cose con il loro nome) ha nel suo DNA la cultura forcaiola e che il caso Berlusconi è stato utilizzato (come prima Craxi) per giustificare questa cultura. Le battaglie per una giustizia giusta sono solo un lontano ricordo della cultura socialista liberale, libertaria e radicale che tanto manca a questo Paese.
Alessandro Palumbo