Di Alessandro Perelli
Taiwan è quasi ogni giorno citata dai media anche se (e forse questo è un bene per ciò che di irreparabile potrebbe accadere) la gravità della situazione internazionale che interessa l’isola viene messa in secondo piano rispetto alla guerra ucraina derivata dall’ aggressione russa.
Tutto ruota intorno alla questione del suo riconoscimento , che si può definire limitato e che quindi riguarda uno Stato indipendente e sovrano che controlla e governa un territorio e una popolazione ma la cui sovranità è riconosciuta, a livello internazionale, solo da alcuni degli altri Stati. Nel1949 , al termine della guerra civile tra comunisti e nazionalisti, Taiwan si separò da Pechino.
Nel territorio continentale Mao proclamò la nascita dell’ Repubblica Popolare Cinese mentre Chang Kai-shek si ritirò nell’ isola denominandola Repubblica di Cina. Da allora iniziò un periodo pieno di rivendicazioni da una parte e dall’altra con però una sostanziale accettazione dello statu quo da parte della Cina comunista fino ai giorni nostri quando Xi Jimoing fautore dell’ espansionismo economico ,culturale ma anche militare di Pechino , ne ha rivendicato con forza l’ assimilazione territoriale.
Non si vuole più tollerare che l’amministrazione autonoma che Taiwan si e data interferisca con le sue scelte con quelle della Repubblica Popolare in particolare per i rapporti tenuti con gli Stai Uniti che ufficialmente non hanno relazioni diplomatiche con l’ isola ma sono legati da robusti rapporti di ogni tipo e ne condividono i valori democratici.
E di ciò se ne è avuta ampia testimonianza nelle visite effettuate da numerose esponenti istituzionali tra le quali quella della speaker della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi il 2 agosto del 2022 in compagnia di una delegazione del partito democratico. Si scatenò un finimondo per questa visita che non fu digerita dalle autorità cinesi e da Xi Jimoing che accusarono gli Usa di interferenze inaccettabili.
Di qui da una parte una serie di iniziative intraprese dal Governo Autonomo dell’ isola di intensificazione dei contatti internazionale con numerosi Paesi che pur non riconoscendolo ufficialmente lo fanno de facto . Dall’ altra parte Pechino ha svolto una serie di esercitazioni militari aeronautiche e navali violando piu’ volte l’ipotetico confine territoriale con l’ isola ribadendo con estremo vigore la volontà di volerla integrare e assoggettare alla sua sovranità. Washington ha predisposto un piano per l’ evacuazione dei circa 80.000 cittadini statunitensi presenti a Taiwan.
Nel viaggio effettuato in Cina in questi giorni il Segretario di Stato Usa Blinken , tra gli altri argomenti, aveva il delicato compito di cercare di stemperate la tensione instaurata con le autorità comuniste sulla questione dell’ autonomia di Taiwan. Una questione che complica i rapporti con Pechino proprio in un momento in cui gli Stati Uniti cercano di rompere la solidarietà di Xi Jimoing a Putin per la guerra ucraina . E noi? L’ Italia, al pari degli altri Paesi dell’ Unione europea riconosce ufficialmente solo la Repubblica Popolare Cinese (ciò dal 1970).
Ma ha destato una certa sorpresa vedere il 15 giugno il Vicepresidente del Senato Centinaio accompagnato da un altra senatrice leghista Murelli atterrare a Taipei. Visita che ha previsto vari incontri istituzionali tra i quali quello con la Presidente taiwanese Tsai Ing-wen. Centinaio ha voluto precisare che si è trattato di una iniziativa a titolo personale ma dal risalto che è stato dato dalla stampa dell’isola (come per tutte le visite delle delegazioni parlamentari europee) è un po’ difficile che passi inosservata a livello politico.
Chiesa cosa ne ha pensato il nuovo Ambasciatore cinese Jia Guide appena insediatosi a Roma. Anche questo fatto comunque e’ la conferma di quanto il fatto delle relazioni con Taiwan continui a provocare quell’ incertezza e quella instabilità a livello internazionale tali da poter provocare un conflitto armato dalle dimensioni non valutabili.