di Alessandro Perelli.
Petteri Orpo, il Primo Ministro incaricato finlandese, che con la sua coalizione nazionale (Kok) ha vinto le elezioni politiche battendo l’estrema destra dei Veri Finlandesi di Riikka Purra e i socialdemocratici di Sanna Marin ha fatto le sue scelte e, salvo improbabili sorprese, formerà il suo nuovo Governo con gli ex impresentabili di estrema destra più i centristi e il partito della minoranza svedese. Ciò nonostante proprio l’ex Premier Sanna Marin si fosse dichiarata disponibile a un’alleanza con Orpo forte dell’aumento di voti del suo partito (ma non tale da controbilanciare la perdita di consensi degli altri partiti della coalizione di sinistra) e della popolarità a livello internazionale dopo la sua scelta di aderire alla Nato (gli Stati Uniti sono diventati il primo partner commerciale di Helsinki). E nonostante che, prima delle elezioni, tutti avessero escluso un accordo di governo con i Veri finlandesi, considerati sovranisti e razzisti per la loro politica contro i migranti. È vero che Riikka Purra ha fatto da poco aderire il partito al gruppo europeo dei Conservatori e Riformisti (quello della Meloni) allontanandolo da quello della Le Pen ma i contenuti contro l’invasione dei migranti, clandestini e non, rimangono anche se mascherati da un’etichetta più sopportabile. Mascheramento poi obbligato nel caso, ormai probabile, che le trattative per il nuovo Esecutivo andassero a buon fine perché il Kok rimane invece favorevole agli ingressi legali in quanto li ritiene necessari al mercato del lavoro finlandese. Un po’ la stessa cosa di quello che sta accadendo nella vicina Svezia. Quindi per giustificare l’accordo che si sta chiudendo si attutiscono le diversità di vedute sul tema dell’emigrazioni e si amplificano le differenze con i socialdemocratici della Marin sulle questioni della spesa pubblica e della rigidità del bilancio anche riferiti all’atteggiamento da tenere il sede di Unione Europea sulla necessità di privilegiare la diminuzione del debito rispetto a una politica espansiva per favorire la ripresa (brutte notizie per noi). Sul problema della guerra in Ucraina collegato alla situazione geopolitica della Finlandia non vi è invece alcun mutamento rispetto alle iniziative prese dal precedente Governo della Marin. Orpo ha ribadito la solidarietà a Kiev e il più ampio sostegno a Zelensky ribadendo la volontà di aderire alla Nato per assicurare al Paese una maggiore difesa da eventuali attacchi di Putin e abbandonando la dipendenza energetica da Mosca. Da questo punto di vista nei giorni scorsi è stato attivato il più grande reattore nucleare d’Europa proprio quando in Germania venivano chiuse definitivamente le ultime tre centrali. Questa unità produttiva coprirà circa il 14% della richiesta energetica della Finlandia e sarà operativa per almeno sessanta anni consentendo di stabilizzare il prezzo dell’energia elettrica e svolgendo un ruolo essenziale nell’evoluzione verso un sistema energetico sostenibile oltre a contribuire a ridurre le conseguenze del taglio nelle forniture di gas da Mosca a Helsinki. Ma quello che sta avvenendo in Finlandia a livello politico con la probabile formazione del nuovo Esecutivo non pare un episodio. In sede europea i popolari, ai quali anche Orpo fa riferimento, si stanno spostando verso destra aumentando collaborazione e convergenza con il partiti più presentabili che fanno riferimento al gruppo dei Conservatori e Riformisti (al quale, guarda caso hanno aderito ultimamente anche i Veri Finlandesi della Purra). Una destra che, astutamente, si mostra in forme meno estremistiche e più moderate ma che trova sempre il suo consenso elettorale sui temi del sovranismo e spesso di un generico qualunquismo.