Chi riteneva che Festival e politica fossero inconciliabili è servito. Aperto con un accenno alla tragedia del terremoto in Turchia e Siria, la rassegna canora ha ritagliato uno spazio continuo per le problematiche del momento. Stupirsi no, perché era sempre accaduto. Da Vola colomba a oggi. E così, via alla rivolta delle donne in Iran, ai profughi afghani, all’amore gay, all’amore fragile, all’amore tossico, alla vita post partum, al comizio di Fedez contro il governo. E paradossalmente l’unica questione sotto traccia é stata proprio quella che aveva suscitato polemiche per la sua presenza. Zelensky non ha fatto nemmeno una comparsata al Festival limitandosi a inviare una lettera dedicata agli insonni e letta da Amadeus alle ore 1 e 30. Hanno vinto coloro che avevano alzato lo scudo alla partecipazione di Zelensky in nome della presunta autonomia del caravansserraglio della canzone. Costoro volevano solo fare un favore a Putin e ci sono riusciti.
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La lettera per gli insonni

Direttore. Nasce a Reggio Emilia nel 1951, laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Bologna nel 1980, dal 1975 al 1993 é consigliere comunale di Reggio, nel 1977 é segretario provinciale del Psi, nel febbraio del 1987 è vice sindaco con le deleghe alla cultura e allo sport, e nel giugno dello stesso anno viene eletto deputato. Confermato con le elezioni del 1992, dal 1994 si dedica ad un’intensa attività editoriale (alla fine saranno una ventina i libri scritti). Nel 2005 viene nominato sottosegretario alle Infrastrutture per il Nuovo Psi nel governo Berlusconi. Nel 2006 viene rieletto deputato nel Nuovo PSI. Nel 2007 aderisce alla Costituente socialista nel centro-sinistra. Nel 2009 é assessore allo sport e poi all’ambiente nel comune di Reggio. Dal 2013 al 2022 dirige l’Avanti online.
1 commento
Che tristezza, un popolo invertebrato ed una stampa che stamani amplifica l’esternazione di un povero vecchio che non conosce saggezza.