Di Fabrizio Montanari
Dopo la distruzione della tipografia de La Giustizia, avvenuta l’8 aprile 1921, ad opera dei fascisti, il giornale riprese a fatica le pubblicazioni diretto da Amilcare Storchi. Ogni giorno però i tipografi, il direttore,i diffusori e i lettori erano minacciati e rischiavano la loro stessa vita. La situazione divenne talmente insostenibile che, il 1° luglio 1922, venne presa la decisione più dolorosa della storia del quotidiano: il trasferimento a Milano.
Consapevoli del trauma di molti compagni affezionati al loro giornale, che lo consideravano decisivo per fare crescere il numero degli aderenti al partito e battere gli avversari politici, la redazione decise di diffondere una lettera/manifesto per rassicurare i compagni sulla continuità delle uscite e sulla volontà di mantenere stretti rapporti con Reggio.
Si tratta di un documento importante e spesso ignorato, che testimonia la determinazione dei socialisti nel voler continuare quell’esperienza così preziosa per tutto il partito e, nello stesso tempo, testimonia il clima di grave intimidazione determinato dalla violenza delle squadre fasciste.
Appare inoltre evidente dalle ultime affermazioni presenti nel messaggio come Turati, Prampolini e compagni accarezzassero già il proposito di fare de La Giustizia un autorevole giornale nazionale. In effetti dopo pochi mesi dal suo trasferimento diventerà l’organo ufficiale del Partito socialista unitario, guidato da Giacomo Matteotti.
“Come è stato annunciato, la nostra Giustizia si trasferisce a Milano dove uscirà ingrandita di formato e ricca di collaborazione e di notiziario, a cominciare da sabato 1° luglio. La Giustizia sarà diretta da compagni Turati, Prampolini, Treves e avrà una redazione composta dei compagni Mazzoni, Zibordi, Vacirca, Storchi.
La direzione amministrativa sarà tenuta dal compagno rag. Gregorio Nofri.
Tutti i giorni avrà una completa e diffusa cronaca reggiana. Gli attuali abbonati e rivenditori della Giustizia continueranno a ricevere il giornale che uscirà a Milano in sostituzione di quello che esce attualmente a Reggio-E.
È aperto un abbonamento straordinario per la durata di due mesi, cioè per il periodo di tempo in cui La Giustizia si stamperà a Milano al prezzo di lire 10. Tutti gli abbonati e rivenditori attuali della Giustizia e anche coloro della nostra città e Provincia che volessero contrarre l’abbonamento speciale per due mesi, si rivolgeranno alla nostra Amministrazione in via Gazzata 3. Reggio Emilia.
A Milano gli uffici del giornale, redazione, amministrazione e pubblicità, sono posti in via della Signora 8. I numeri dei telefoni sono: per la Redazione e la cronaca 70-06; per l’Amministrazione e la pubblicità 70_12.La Giustizia così trasformata, uscirà la sera a Milano e sarà posta in vendita in tutte le città d’Italia nelle prime ore del mattino“.
La Giustizia continuò le pubblicazioni, seppur censurata e sequestrata più volte fino al 5 novembre 1925, quando fu definitivamente chiusa, in seguito ai provvedimenti liberticidi approvati dal governo in seguito al fallito attentato di Tito Zamboni contro Mussolini. Il settimanale di Prampolini, continuò a uscire regolarmente a Reggio incurante delle intimidazioni e delle violenze squadristiche fino al 1925.
Dal marzo all’ottobre del 1926 risorse a Roma con il semplice titolo di Giustizia (continuazione del vecchio quotidiano socialista riformista).
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Tito Zaniboni, non Zamboni