Premessa
Molti si staranno chiedendo per quale motivo, se devo provare a raccontarvi la storia di Emanuela Orlandi, stia perdendo tempo a raccontarvi le storie di altre persone, Katty Skerl ad esempio. È una domanda legittima che merita una risposta, anzi due.
Innanzi tutto dalla scomparsa di Emanuela sono trascorsi quarant’anni. La sua, vuoi per motivi politici, vuoi per una serie di sfortunate congiunzioni, vuoi per l’opportunismo di alcuni e per la vanagloriosa psicosi di uno, è diventata una vicenda talmente intricata che spesso tutto è anche il contrario di tutto e, nel marasma sono state inseriti degli attori che hanno determinato la nascita di nuove “correnti”, “nuove piste”.
Molte di queste “nuove piste”, altro non sono che ulteriori depistaggi. Catherine Skerl, come Mirella Gregori, non sono accomunabili a Emanuela Orlandi ma, anche su questa questione spunta nuovamente la figura di Accetti, che inserisce il suo solito complotto segreto. Ed eccomi qui, a dovervi raccontare un’altra storia; anche questa aliena all’altra.
Più la si vuole complicare, più la questione sarà di difficile lettura. Tuttavia questa serie di articoli ha sempre avuto l’obiettivo di raccontarvi tutto ciò che è successo, anche piste e collegamenti che possono essere lontani dall’opinione che mi sono fatta, in modo che ognuno possa valutare il “Caso Orlandi” in maniera autonoma e, nell’eventualità dimenticasse qualcosa, possa utilizzare questi scritti come bigino 2.0; o quantomeno, come un indice dei nomi.
L’altro motivo per cui sto presentando tutti questi “personaggi” è perché “personaggi” non sono. Purtroppo non è un film e questa vicenda deriva e sviluppa altre vicende, spesso molto dolorose. Queste persone, se escludiamo bruti e orchi, sono tutte vittime che, nella quasi totalità dei casi, non hanno ricevuto né giustizia, né verità e spesso nemmeno memoria e rispetto.
Ketty Skerl
È questo il terzo nome che da qualche tempo si va frequentemente ad aggiungere al binomio Orlandi-Gregori. Se ne aggiungerà un quarto, Alessia Rosati, che incontreremo presto. Catherine, per tutti Kathy o Katty è stata anche più sfortunata di Mirella. Andate in procura a domandare la documentazione relativa al suo caso e capirete da soli il motivo della mia affermazione.
Coeva di Emanuela e Mirella, scompare pochi mesi dopo. Scompare la sera del 21 gennaio 1984; una scomparsa di poche ore perché lei verrà presto ritrovata. Verrà ritrovata senza vita, brutalmente assassinata in un campo coltivato a vigna. Il suo volto escoriato è parzialmente immerso in una pozzanghera melmosa, non violata, strangolata con la tracolla rossa della sua borsetta e un filo di ferro trovato in loco, premuta in terra con troppa forza per le sue costole e per la sua esile spina dorsale che cede, mentre soffoca in pochi centimetri di fango. Nelle mani stringe forte un ciuffo d’erba, ultimo appiglio a quel brandello di vita.
Chi è Katty Skerl
Katty nasce il 5 gennaio del 1967 in Svezia dove il padre, Peter Skerl, si dedica all’attività di regista. Peter Skerl è serbo di origini triestine, apolide per scelta, opterà poi per la cittadinanza statunitense. È allievo di Bergman e si dedica al genere horror. In Italia è ricordato per due pellicole: Bestialità e Ragazza tutta nuda assassinata nel parco. Personalmente li ritengo film più “disturbanti” che horror/porno e Peter, oggi 82 anni, deve essere un individuo “particolare”. Ma anche un po’ stronzo, dal momento che non si scomoderà nemmeno per presenziare ai funerali della figlia. Ha di meglio da fare negli States.
I genitori della Skerl si separano presto; Peter si stabilizza negli Stati Uniti. Si stabiliscono invece a Roma. Katty, il fratello Alexander, di un anno più grande e la mamma, Elisa di Bartolomei, cresciuta in Romania, impiegata per il Comune di Roma come bibliotecaria. .Abitano in un modesto appartamento in via Isidoro del Lungo al n.54, nella zona nord-est della capitale che si affaccia su Parco Petroselli, con loro vive anche la nonna materna. Per non gravare troppo sulla madre, che si sobbarca il mantenimento dell’intera famiglia, Katty si è trovata anche un piccolo lavoretto: promozione dei prodotti Avon.
La bella Skerl dai lunghi capelli biondi, è una ragazza riservata ma al contempo estroversa, è una cazzuta. Ha tanti, tanti amici. Frequenta la terza B del liceo artistico Giulio Romano a Ponte Milvio, è militante attiva della FGCI, iscritta alla Sezione di Ponte Flaminio. Katty ama l’arte e per frequentare proprio quel liceo ogni mattina affronta 50 minuti di autobus. I suoi risultati scolastici sono davvero buoni se si esclude la matematica.
In seconda è stata rimandata a settembre, con grande disappunto della signora Elisa, che la punisce negandole le consuete vacanze estive. La Skerl ha il permesso di partecipare alla colonia estiva di due settimane. Inizialmente contrariata, quel campo estivo le permetterà di conoscere la sua attuale compagnia, quelli “del pratone”, e la sua nuova migliore amica: Angela L., un anno più grande.
Dal quel momento frequenterà con sempre maggiore assiduità la compagnia del “Pratone“, che altro non è che Parco degli Acquedotti, oggi popolato di mamme con i passeggini e giovani che fanno jogging ma negli anni ’80, era una zona mal frequentata.
Dopo l’omicidio della Skerl, le indagini della prima ora si rivolsero proprio a quell’area. Il Parco degli Acquedotti era dimora di tossicodipendenti, senzatetto alcolizzati e, nei mesi precedenti aveva conosciuto la presenza di personaggi alquanto inquietanti, primo fra tutti Jack Lametta.
Jack Lametta
Il 1983 appena concluso, era stato un anno nero per la città di Roma: i sequestri di Mirella ed Emanuela, cinque donne assassinate e, infine, quel folle di Jack Lametta. Jack Lametta, come fu soprannominato dai media, era un giovane che riuscì a portare Roma, soprattutto la zona est, alla psicosi durante l’estate del 1983. Il ragazzo in questione non ha nulla a che fare con i sequestri né con gli omicidi. Dedicargli due righe può tuttavia contribuire a delineare meglio il clima generale della Roma anni ’80.
Jack Lametta era un giovane che, per diversi mesi, si impose la missione di sfregiare le persone in maniera casuale. Con una lametta ben affilata. Iniziò con anziani, per poi dedicarsi a persone più giovani e del sesso opposto. La sua rabbia nasceva dal disappunto per il materialismo e il venalismo femminile. Le donne erano ree di selezionare solo uomini belli e ben in arnese, o almeno questo è ciò che disse una persona che, presentandosi come Jack Lametta. chiamò all’Ansa. Inizialmente tutti pensarono si trattasse di un mitomane ma, effettivamente, dopo quella telefonata, di Jack Lametta non si sentì più parlare, o quasi. Tornerà a farsi vivo, per un breve periodo, nel 1995. Forse un’altra delusione d’amore?
Lametta, così come il killer delle donne, così come i rapitori di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, così come l’assassino della povera Katty Skerl, non furono e non sono ancora stati identificati. Con tutto il rispetto, pare che nel 1983 le forze dell’ordine capitoline, si presero l’anno sabbatico… almeno Jack Lametta, lo sfregiatore seriale, avrebbero potuto acchiapparlo.
Il ragazzo di Katty
Alla festa organizzata per la notte di San Silvestro, Katty conosce Francesco Morini. Le piace quel ragazzo e, giovane ragazza emancipata, fu lei a prendere l’iniziativa, permettendo alla relazione di decollare. Purtroppo per soli 21 giorni.
Francesco, di pochi mesi più giovane di Katty, perde immediatamente la testa per quella ragazza così bella ed intelligente. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera parla del loro primo incontro alla festa del 31 dicembre, in un casolare della Marcigliana, zona Bufalotta.
Francesco si è presentato per raccontare tutto ciò che ricorda di Catherine e delle sue ultime ore, nella speranza di poter contribuire in qualche modo alle indagini. Prima di affrontare il doloroso ricordo delle ultime ore trascorse insieme, Francesco racconta, non senza commozione, qualcosa di quella giovane ragazza con cui condivise solo tre settimane.
Erano soliti incontrarsi nei giardinetti di Piazza Sempione, avevano molte caratteristiche in comune: l’amore per l’arte e per le canzoni di Francesco De Gregori ma, soprattutto, la passione per la politica. Lui simpatizzante di Democrazia proletaria e lei tesserata della FGCI; convinta femminista era leader indiscussa al suo liceo, capofila di ogni corteo.
Il ritratto che Francesco ci regala, finalmente ci permette di conoscere un po’ meglio la “gregaria” del caso Orlandi-Gregori e ne riscatta una giovane brillante, piena di sogni e forte dei suoi principi ed ideali. Divertente ed estroversa; una giovane donna coraggiosa e moderna, anticonformista e allegra. Credo proprio che l’avrei adorata.
Poter conoscere più a fondo quelli che, in alternativa, resterebbero nomi scritti su un foglio di giornale è un passaggio doveroso e al contempo doloroso. Non può non sopraggiungere rabbia al pensiero di chi, senza diritto e senza motivo, le ha strappato tutto. Sono certa che la persona in questione sia ancora viva. Ha potuto godersi una vita intera da impunito e, non pago, ha deciso di uccidere Katty un’altra volta, trafugando la sua bara dal cimitero monumentale del Verano. Per cosa poi? Bruciarla immagino, paura di una possibile riesumazione e conseguente esame del DNA.
L’ultima festa di Katty
Katty Skerl muore un sabato di fine gennaio, il 21. La mattina va a scuola, torna a casa con l’autobus, come riferirà un’amica con cui condivide parte del tragitto. Pranza e si prepara, insieme ad Alex, per una festicciola a casa di Laura, a 1Km. da casa. Il weekend, si sa, è momento di sfogo e di svago; soprattutto quando hai 17 anni.
La compagnia di Katty è sempre molto ambita. Anche quel giorno ha più inviti e più amici da accontentare. Non dormirà a casa, ma dall’amica Angela perché l’indomani andranno a Campo Felice, a divertirsi sulla neve: l’oratorio aveva organizzato una gita.
Alle 16.30 Katty e Alex si recano da Laura, ci sono altri amici e, ovviamente, il nuovo ragazzo di Katty, Francesco Morini, che riferisce al giornalista del Corriere:
«Quel sabato pomeriggio alla famosa festa di largo Cartesio, a casa di una ragazza dell’Orazio, io arrivai attorno alle 17, partendo da casa mia, e lei dopo circa tre quarti d’ora. Quando la vidi mi accorsi subito che era tesa, nervosa, un po’ assente. Attorno alle 18.30 mi disse che doveva andarsene, per dormire dalla sua amica Angela, con la quale il giorno dopo aveva programmato una gita sulla neve, a Campo Felice. Infatti aveva con sé un grande borsone. Fu categorica: io provai a insistere per accompagnarla, mi preoccupavo perché era già buio, ma lei continuava a ripetere “no, voglio andare da sola”. Mi ingelosii, sospettai di un altro ragazzo. Esserci lasciati male, dopo una discussione, è ancora un mio grande cruccio».
Il giornalista domanda anche quale strada, a suo avviso avesse potuto percorrere. Morini immagina che la ragazza abbia ridisceso la collinetta su cui era edificata la casa dell’amica, per poi attraversare una zona a prato e raggiungere la fermata dell’autobus sulla Nomentana, per poi prendere la metro a Termini.
Qui le diverse ipotesi:
Autobus + Metro = 1h 6′ // Metro + Metro = 1h 10′ // Autobus + Autobus = 1h 24′
Attimi fatali – Il tragitto
Di notizie e fatti certi, circa gli avvenimenti successivi alle 18.30, non ne ho traccia. Sappiamo che il viaggio vuoi per la distanza, vuoi per la pioggia e per l’oscurità, avrebbe preferito affrontarlo con suo fratello, col quale insistette più volte perché l’accompagnasse ma lui rifiutò categoricamente di abbandonare la festa. Ad offrirsi di accompagnarla fu Francesco, il suo ragazzo, ma Ketty fu categorica e determinata: ci sarebbe andata da sola. A questo punto mi ritrovo già satolla di interrogativi che forse è meglio provare ad esaurire man mano che si presentano.
- Perché Katty insiste con il fratello affinché l’accompagni, ma rifiuta perentoriamente di essere accompagnata dal suo ragazzo?
- Che percorso segue Katty? Dove incontra il suo assassino?
- Perché il fratello e gli amici, tra cui Laura, interrogati in questura forniranno orari differenti rispetto a quelli di Francesco? Il ragazzo riporta infatti di essere sopraggiunto alla festa alle ore 17 circa e che la Skerl arriva 45 minuti dopo, quindi alle ore 17.45. La ragazza lascia la casa di Largo Cartesio alle 18.30. A conti fatti alla festa si tratterrà solo tre quarti d’ora. La versione degli altri presenti concorda sull’ora in cui si congeda, le 18.30, ma riferisce che la ragazza è a casa di Laura alle ore 16.30, ovvero mezz’ora prima di Francesco.
- Perché nessuno degli invitati ad esclusione di Francesco né, men che meno, il fratello Alex, notano che la ragazza è nervosa e assente?
- Perché fino ad oggi, nessuno ha mai nominato Francesco e la sua relazione con la vittima?
Ipotesi sul tragitto
Proverò a proporre qualche risposta a questi interrogativi notando tuttavia come, da subito, di chiarezza ce ne sia davvero poca. Parto dal tragitto. In molti hanno sostenuto che Katty si sarebbe mossa in autobus perché non è pervenuto nessun biglietto della metropolitana. Personalmente questa constatazione è totalmente priva di significato. Per quale motivo una volta utilizzato un biglietto, dovrei conservarlo e non cestinarlo? Che fate li collezionate? Ogni quanto svuotate le tasche?
C’è poi la fazione dei sostenitori della metropolitana perché impiega 10 minuti in meno rispetto ai bus. Questi sono al 100% tutti uomini. Cari maschietti, provo a spiegarvi un concetto abbastanza semplice, evidenziandovi una serie di variabili che influiscono notevolmente in una scelta, a prescindere dal tempo impiegato nel tragitto.
Come prima cosa dovreste collocarvi nella situazione: è buio e sta piovendo, oltretutto avete una grossa e pesante sacca. Non ci sono stata di persona ma ho studiato attentamente dislivelli e vie con google.earth. La mia scelta sarebbe la strada più illuminata e meno sconnessa. Quanto riguarda il mezzo opterei per la soluzione con meno cambi che, in questo caso è bus 66 da via Marx, che si raggiunge in 3 minuti a piedi. Il 66 ferma a Termini da cui si prende comodamente la metro che conduce a destinazione.
Tuttavia non ritengo così rilevante il mezzo selezionato, dal momento che non credo abbia incontrato il suo assassino in questa zona. Se così fosse avrebbe dovuto aver un appuntamento. Ciò spiegherebbe il motivo di non voler essere accompagnata alla fermata dal fidanzatino. D’altro lato non spiega l’insistenza nel voler essere accompagnata dal fratello.
Si è dibattuto molto sul mezzo pubblico scelto da Katty e questo è strano dal momento che è un tragitto che fa molto spesso: Lucio Sestio è la fermata “del pratone”, che la ragazza frequenta con assiduità da mesi. Come può il fratello ignorare come è solita muoversi la sorella con cui condivide moltissime attività?
Ipotesi incontro con l’assassino
Non prendo nemmeno in considerazione la possibilità che la ragazza abbia fatto l’autostop. Innanzi tutto credo sia ormai appurato che Katty se non era in amicizia, quantomeno conosceva il suo assassino. La ragazza non ha subito violenza sessuale né è stata derubata, pertanto l’ipotesi ladro o maniaco funziona poco.
Sostenere la pista dell’autostop per il solo motivo che le è già capitato di farlo non ha un gran senso, oltre a suonare vagamente accusatorio. L’ho fatto anche io miliardi di volte. Tendenzialmente quando non ci sono mezzi pubblici (altrimenti anche senza soldi si sale su questi), oppure se ci si vuole lanciare all’avventura senza meta; come fecero Katty e Alex l’estate precedente. L‘autostop in solitaria lo si fa solo se strettamente necessario.
Ricordo poi che la ragazza in linea d’aria dista 10 km dalla sua destinazione. Un’autostoppista serio sa che dovrebbe essere troppo fortunato per trovare il passaggio per la propria destinazione. Sa che si troverebbe nella situazione di dover fare frequenti cambi di vettura (sempre se si ha la fortuna di essere caricati) rischiando di aumentare il ritardo e non diminuirlo. Poi piove e c’è il borsone ingombrante.
Rispetto all’assassino, presumo che l’incontro sia avvenuto alla fermata di Lucio Sestio. Credo oltretutto che non si tratti di casualità o mera fatalità, bensì che fosse concordato. Riuscirò a essere più esaustiva nel motivare questa affermazione tra poche righe, dopo aver parlato dell’amica Angela.
Katty e Francesco
Francesco doveva essersi proprio innamorato della bella personalità di Katty. Leggendo la sua intervista traspare ancora oggi un sentimento sincero che, tendenzialmente, non mi fa dubitare circa la sua attendibilità. I suoi orari non combaciano con quelli degli altri, tuttavia sono convinta che sia più facile che sbaglino o mal ricordino il fratello e gli amici, per i quali quello era un sabato come un altro, che non Francesco.
Me lo immagino mentre finge di divertirsi e chiacchierare con i presenti mentre il suo sguardo si sposta repentino dall’orologio al citofono. Povero francesco, quei 45 minuti gli saranno sembrati un’eternità ,mentre, i tre quarti d’ora concessi da Ketty gli sono sfumati velocissimi davanti agli occhi.
A non convincere, facendo le pulci alla coppietta, è sicuramente Catherine. Abbiamo avuto tutti gli amori adolescenziali, più o meno duraturi, più o meno travolgenti, ognuno diverso e unico, tranne che per un aspetto: la cecità dei primi momenti. Io mi rifiuto di credere che, alla terza settimana del nuovo amore, un amore che si ha la possibilità di frequentare quasi esclusivamente nei weekend (come indicato nella mappa, i due licei sono lontani e Francesco frequenta il classico che, come è noto, comporta una notevole mole di studio) si preferisca raggiungere un’amica per la serata e la domenica andare in gita con l’oratorio. Si è forse (ed è legittimo a quell’età) già stancata di Francesco? Ha un’altra relazione che si rivelerà mortale?
Ad avallare questa ipotesi può concorrere il diniego totale ad essere accompagnata e quell’atteggiamento “nervoso, teso e assente” descritto al Corriere della Sera e notato solo da lui. Però le cose non stanno esattamente così. L’amica che condivide parte del tragitto sul bus, ritornando da scuola, riporterà agli inquirenti le medesime parole. Katty era dunque preoccupata quel giorno? Nessun altro se ne accorse? Questa notizia concorre a validare l’ipotesi di un incontro prefissato.
L’appuntamento con Angela
Per diversi anni si è lasciato intendere che l’amica Angela, vivesse in prossimità della fermata della metropolitana, esattamente in via Degli Opimani 12, a 350 mt. In realtà, Angela abita con la sua famiglia in un palazzo signorile di via Bove, nei pressi dell’Ippodromo, a 3 km di distanza e 54 minuti a piedi. 54 minuti se non hai un borsone carico di vestiti e scarponi da montagna. 54 minuti se non piove.
L’amica Angela, con la quale aveva appuntamento alle ore 19.00 si presenta alla fermata della metropolitana con 15 minuti di ritardo. Riferisce a un giornalista del Messaggero , che attende l’amica per mezz’ora. Chiama successivamente a casa Skerl dove risponde Alex, perché la signora Bartolomei non è ancora rincasata. Appresa la notizia che l’amica non c’è, invece di attenderla ipotizzando un possibile, anzi probabile ritardo, Angela rientra alla propria abitazione.
Siamo nel 1984. I cellulari non esistono e i trasporti pubblici, allora esattamente come oggi, non sono esattamente il nostro vanto nazionale. Katty e Angela hanno appuntamento alle 19,00. Angela è a Lucio Sestio alle 19.15. Attende fino alle 19,30, chiama casa Skerl e se ne va. Pur potendo desumere che fosse in viaggio, non aspetta quell’amica che deve dormire a casa sua e con cui dovrà trascorrere la domenica sulla neve e che, tutto sommato, è in ritardo di soli 30 minuti.
Sulla base di quello che riferirà Alexander, dopo la chiamata delle 19.30, Angela telefonerà, per sincerarsi dell’amica, solo alle 22.30.
E’ doveroso precisare che in procura la documentazione che riguarda Katty Skerl è andata perduta. E’ possibile rinvenire unicamente quella riguardante il Lupo dell’Agro-Romano, Maurizio Giuliano. Quanto riporto è basato su testimonianze, articoli di giornale dell’epoca e pochi documenti collegati ad altre vicende in qualche misura collegate a questo omicidio.
Addio Katty Skerl
A casa Skerl l’allerta è pressoché immediata. L’indomani mattina il fratello e la madre della Skerl si recheranno a sporgere denuncia presso la caserma. Sarà qui che, a distanza di pochi minuti le parleranno di un corpo di ragazza rinvenuto cadavere in una vigna, nella periferia romana.
Ma cosa è successo? Possiamo dire che, ognuno con la propria teoria, durante il tragitto da casa degli amici in Largo Cartesio alla fermata di Lucio Sestio, Katty incontra il suo assassino. Questi, stando ai referti del medico legale, trascorrerà con la ragazza circa tre ore prima di dare sfogo alla sua brutalità.
Molti sostengono che la ragazza abbia incontrato casualmente un conoscente, una persona di cui si fidava, adulta, sposata, con figli ed abbia accettato il passaggio offerto. Gli inquirenti dell’epoca (qui l’articolo), avevano ipotizzato che, conoscendo la persona potrebbe aver accettato di fare un giro nelle campagne, dove verrà trovata. Ovviamente una ragazza già in ritardo, consapevole che l’amica la sta aspettando al freddo e sotto la pioggia, si va a fare un’escursione bucolica. Abbiamo già parlato dell’anno sabbatico delle forze dell’ordine, giusto?
A onor del vero, posso immaginare che le forze di polizia, facendo questa dichiarazione alla stampa, avessero in mente una persona specifica: il padre di un’amica di Katty era già stato condannato per il reato di pedofilia e pedopornografia.
Il corpo senza vita di Catherine Skerl è rinvenuto alle 9.30 di domenica mattina 22 gennaio 1983, tra i filari di una vigna a Grottaferrata, in via Rocca di Papa, a 29 km. da casa. A trovarlo, un contadino, proprietario della terra confinante, il signor Angelo Urbanelli. Il terreno del rinvenimento è di proprietà della signora Renata Tuzi, la cui abitazione si affaccia dirimpetto sul terreno coltivato a vite. la signora Tuzi è solita coricarsi tardi, anche quella sera era sveglia, con le luci accese, come riferisce alla polizia. L’anziana sostiene di non aver visto né sentito nulla, ed ha ragione: la Tuzi è sorda e quasi completamente cieca.
Curioso, non trovate? Si è più volte detto che l’assassino conosce quel luogo. Non è nemmeno una strada, è un sentiero di campagna non facile da raggiungere. Ancor meno di notte, ancor meno con la pioggia. La signora Tuzi ha dichiarato agli inquirenti di essere stata nella sua cucina – che si affaccia sul campo- fino a tarda notte e con la luce accesa. La Tuzi sarà anche cieca ma non il nostro assassino. Intorno molti vigneti e campi ma, nei fatti, nessun altro residente fisso. Perché allora fermarsi nell’unico luogo evidentemente abitato?
L’unica risposta che sono riuscita a darmi è che conoscesse molto bene la signora il fatto che fosse sempre sola e che cecità e sordità la rendessero totalmente innocua. La luce alla finestra poteva essergli d’aiuto per accertarsi di non dimenticare possibili indizi. Inoltre nei poderi dei vacanzieri sarebbe potuto, anche se ipotesi remota, esserci qualcuno.
Cosa fecero gli inquirenti a riguardo? Si accorsero della stranezza e indagarono le conoscenze dell’anziana? Ad oggi non è dato sapere. Unica cosa certa è che la signora Renata Tuzi, ovviamente deceduta da decenni, non può più rispondere a questi interrogativi.
Nessuna violenza
Il cadavere di Katty presenta contusioni marcate e plurime al cranio, è strangolata con un doppio giro di fil di ferro intorno al collo, e con un e con una la tracolla rossa del borsone, rinvenuto a qualche metro di distanza.
Non sono presenti segni di violenza carnale. La camicia bianca, i pantaloni e il cappotto nero sono in ordine. Il viso tumefatto è stato tenuto premuto con il piede in una pozzanghera, così che l’omicidio arrivi a compimento tramite soffocamento. Le costole e alcune vertebre sono state spezzate dal peso e dalla forza impressa del killer.
Molti sostengono che l’omicidio sia stato eseguito in loco. Io mi trovo più in linea con l’idea, ben rappresentata dal giudice Lupacchini e dal giornalista Max Parisi nel volume nato da un’inchiesta su di una serie di omicidi avvenuti nella capitale Assassini in Libertà, che vedrebbe il terreno di via Rocca di Papi, quale luogo di abbandono della salma. Lo strangolamento sarebbe avvenuto altrove, conseguentemente il corpo spostato in luogo noto. Probabilmente la ragazza era solo svenuta e questo implicò la necessità di soffocarla nel fango.
La mia opinione
Personalmente non credo che le ragazze fossero intenzionate ad andare a casa, dovevano avere altri programmi, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui darsi appuntamento così lontano da casa di Angela; oltretutto per Katty arrivare direttamente in via Bova sarebbe stato più semplice e avrebbe dovuto cambiare meno mezzi.
Posso ipotizzare che l’assassino e Katty fossero in confidenza.
Il comportamento di Angela è davvero strano. Non è normale andarsene dal luogo di un incontro se ci si immagina che l’amica sia in viaggio. Ho immaginato due possibilità:
- Le ragazze avevano appuntamento con un “amico” del giro del “pratone”. Questa persona e Katty hanno qualcosa da chiarire (forse l’esistenza del nuovo fidanzato Francesco)? Così in accordo con l’amica Angela rincasa, lasciandoli soli e con l’accordo che il ragazzo si sarebbe occupato di condurla al palazzo in via Bova entro un certo orario. Questo spiegherebbe la telefonata a casa Skerl fatta intorno alle 22.30.
- Angela, mentre aspetta Katty, incontra una persona conosciuta e “affidabile“, ad esempio qualcuno della parrocchia, a cui spiega di essere in attesa dell’amica. Questa persona, premurosamente la invita a rincasare dato il maltempo e la “gentaglia” che la sera si aggira sulle metropolitane e nei loro paraggi, garantendole che avrebbe aspettato lui la ragazza per poi condurla dalla famiglia di Angela..
Qualcuno ha azzardato l’ipotesi che Katty, essendo arrivata alla metro e non avendo trovato traccia dell’amica, abbia incontrato qualcuno di conosciuto che le ha proposto un passaggio che, per forza di cose, ha dovuto accettare. Questa eventualità non mi convince perché ritengo che, prima di recarsi a casa dell’amica, Katty avrebbe provato a chiamarla da un telefono pubblico per avere la certezza di trovafla a casa.
Alcuni interrogativi e constatazioni
- L‘esistenza di un fidanzatino spiega il motivo per cui Ketty, invece di aggregarsi alla festa della sua compagnia “del pratone”, partecipa alla festa dell’amica Laura e degli amici del fratello. Francesco riferisce oggi che di un’ipotetica altra festa, ne viene a conoscenza solo dopo la morte della ragazza, dagli articoli di giornale.
Mi domando per quale motivo gli amici di Katty non abbiano invitato alla festa anche il nuovo ragazzo? Quelli del pratone erano a conoscenza di questa relazione, e se no per quale motivo?
- Francesco in seguito all’intervista del Corriere, è convocato dalla questura, in via San Vitale. Nell’83 riferisce, era stato anche attenzionato come possibile responsabile e, per diverso tempo, sia lui sia sua madre, furono pedinati da quelli che lui identificò come agenti sotto copertura. Un racconto molto simile a quello che mi fece Simona De Santo, l’amica di Mirella Gregori.
- Curioso. Furono pedinate e messe sotto osservazione le persone palesemente meno implicate e non furono nemmeno convocati gli individui più a stretto contatto della vittima. Nessuno della compagnia del pratone, nemmeno Angela, fu sentito. Esattamente come accadde nel caso Gregori: non furono mai ascoltati i De Vito e molte altre persone, ma vennero convocati gli amici di Centocelle.
- Esiste una ragione per cui, in questi anni, nessun amico, e nemmeno il fratello Alex, hanno fatto cenno a Francesco? Sappiamo che dopo la morte di Katty, Alex non vorrà più frequentare gli amici della sorella, per quale motivo? È solo una difesa dal dolore, oppure c’è un non detto di cui nessuno è a conoscenza?
- Sia Francesco, sia l’amica che condivide con lei parte del tragitto sull’autobus tornando da scuola, sostengono che quel giorno Katty fosse tesa, nervosa ed assente. Il fratello non si accorse di nulla?
- C’è un’evidente difformità temporale tra il racconto del fidanzatino e quello del fratello e degli amici. Francesco sostiene, anche davanti agli inquirenti, che Katty sopraggiunta tre quarti d’ora dopo di lui, arrivato in alla festa alle h. 17.00. Secondo questa ricostruzione la ragazza si sarebbe fermata solo 45 minuti a casa di Laura. La versione degli amici e del fratello è molto diversa: Katty e Alex alle 16.30 erano nella casa di Largo Cartesio
- Tra gli amici del pratone, risaltano le figure di due ragazze Angela e Anna ma, soprattutto, quelle di Marco e Vincenzo: due ragazzi tra i 20 e i 30, di cui si conosce ben poco. Per quale motivo vengono ascoltati tutti i compagni di scuola, gli amici del fratello e i presenti alla festa ma nessuno del gruppo da lei più frequentato, la compagnia del pratone? Chi sono i ragazzi del pratone? Il padre di Angela, già magistrato alla Corte dei Conti e Commendatore della Repubblica, può essere intervenuto per evitare interrogatori alla figlia e ai suoi amici.
- L’Amica del cuore Angela, che mai palesò il desiderio di studiare e formarsi all’estero, pochi mesi dopo la morte di Katty si trasferisce in Canada, a Toronto, e non farà più ritorno in Italia.
- Il padre di un’amica di Katty era già stato condannato per pedofilia e materiale pedopornografico. Anche i film del padre stesso della ragazza rasentano il limite della pedopornografia. A quali generi di ambienti e conoscenze aveva accesso la ragazza?
- Sia il fratello, sia la cugina hanno convintamente affermato che Angela risiedeva a pochi passi dalla metro Lucio Sisto, come abbiamo visto è una notizia sbagliata. Il fratello e la cugina non frequentavano la compagnia del pratone e Angela era entrata nella vita di Katty da pochi mesi. Come potevano esserne così sicuri? È stato un semplice errore? Angela ha più appartamenti nella città di Roma? È un errore volontario volto a nascondere qualcosa?
- Perché, se come è stato dichiarato, Katty e Angela trascorreranno la serata a casa di quest’ultima in vista della gita dell’indomani, si danno appuntamento così fuori zona? Quali erano i loro programmi?
- Perché Katty implora il fratello di accompagnarla, ma rifiuta l’offerta di Francesco?
Nel prossimo articolo affronterò la questione del “Lupo dell’agro-romano”, il ruolo di Valerio e Marco, a cui bisogna aggiungere il “rude” Dario, assolutamente inviso alla madre.
Parlerò della scritta di avvertimento sul marciapiede di casa Skerl e della telefonata ricevuta nel cuore della notte del 21
gennaio, dalla mamma di Francesco che sentirà con voce femminile implorare aiuto. Voce femminile? E se questo depistaggio fosse ordito da qualcuno che si vanta di saper imitare molte voci e adora far telefonate ?
Proverò a rispondere alle domande che mi sono posta e ad
analizzare tutte le piste tracciate finora per affrontare in ultimo la vergognosa sottrazione della bara della giovane ragazza.
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1 commento
if the group who kidnapped emanuela were amateur leftish and the american was the leader , el americano was killed in november 1983 and his group were killed too soon after ; may be miss katty had some knowledge of this group and she was killed too . Rest in Peace.