di Alessandro Perelli.
I rapporti tra Italia e Slovenia, aldilà delle normali relazioni che interessano due Stati confinanti, si rafforzano sempre di più dal punto di vista istituzionale come e’ apparso evidente dalla recente visita della nuova Presidente slovena Natasa Pirc Musar al nostro Sergio Mattarella e come confermato dal fatto che Gorizia e Nova Gorica sono state designate insieme capitali europee della Cultura per il 2025. Un’amicizia che è stata in grado di dimenticare le ferite del passato relative all’ultima guerra mondiale e al successivo dopoguerra e che guarda al futuro lasciandosi indietro pericolose nostalgie come quelle, con saluti romani, che hanno contrassegnato negativamente il ricordo del giornalista Almerigo Grilz a Trieste. Collaborazione e cooperazione che contraddistinguono ormai anche i rapporti tra i Governi di Roma e Lubiana anche se formati da partiti di schieramento politico antagonista: centro destra per noi e centro sinistra per i nostri vicini. Di fronte a due questioni importanti però le risposte degli Esecutivi sono state diverse. Ci riferiamo alla crisi energetica e al trasporto aereo. Di fronte alla carenza energetica derivata dalle sanzioni contro Mosca per l’aggressione all’Ucraina (a cui entrambe hanno aderito) il Premier Robert Golob ha riconfermato la scelta nucleare addirittura prospettando, dopo l’effettuazione di un referendum, il raddoppio della centrale di Krsko (che dista in linea d’aria non più di un centinaio di chilometri dal confine italiano). Una scelta che è stata decisa insieme a quella di intensificare la produzione di energia pulita e che è stata condivisa anche dalla vicina Croazia che parteciperà al raddoppio e che probabilmente vedrà coinvolta anche la regione austriaca confinante della Carinzia. A nulla sono valse le osservazioni contrarie degli organismi tecnici competenti del Governo italiano che hanno posto l’ accento sui rischi sismici né le manifestazioni degli ecologisti sloveni egli allarmi lanciati dalla regione italiana Friuli Venezia Giulia poco distante dall’ insediamento nucleare. Quello sull’ energia atomica rimane un dibattito molto acceso in cui i favorevoli si fanno forti di puntare a centrali più sicure di quarta generazione e di poter accedere a fondi europei per realizzarle, i contrari ribadiscono i pericoli derivati dal nucleare e dalle scorie accumulate e pretendono la consultazione dei cittadini prima di ogni decisione. Nei giochi scorsi è giunta da Lubiana una notizia che fotografa il diverso atteggiamento sloveno di fronte alla crisi che aveva colpito, come da noi, il trasporto aereo. Solo che mentre a Roma il sostanziale fallimento della compagnia di bandiera è stato risolto con la cessione dell’ex Alitalia alla Lufthansa il Ministro sloveno per lo sviluppo tecnologico Matjaz Han ha prospettato la creazione di un nuovo vettore di bandiera in sostituzione della Adria Airways, fallita nel 2019. Lo Stato finanzierà la costituzione di una nuova compagnia aerea nazionale che si avvarrà anche di finanziamenti dell’Unione europea. Ovviamente la previsione del Ministro del Governo Golob dovrà fare i conti con il placet di Bruxelles, placet che era stato negato a una precedente richiesta dell’Esecutivo guidato da Janez Jansa. La connettività aerea è stata giudicata una componente vitale per lo sviluppo della Slovenia e il mantenimento in mani nazionali del trasporto aereo è stato ritenuto fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo. E’ evidente che una scelta di questo tipo porterà a un appesantimento del debito pubblico in quanto lo Stato sloveno finanzierà corposamente l’ operazione. Forse anche per questo motivo Robert Golob ha deciso di aumentare il prezzo dei pedaggi autostradali proprio all’ inizio della stagione turistica.