È solo uno zero virgola (0,25), eppure questa accezione, così spregiativa quando si parla di politica e di risultati elettorali, diventa devastante quando si entra nel campo della finanza.
E già perché il provvedimento, annunciato 7 giorni fa dal Consiglio Generale della Banca Centrale Europea, sta già generando il naturale scompiglio.
La decisione, a differenza di quanto avvenuto nei mesi precedenti, non era scontata.
La Bce dall’anno scorso ha iniziato una politica di rialzi per combattere l’inflazione.
I tassi d’interesse vengono alzati di altri 25 punti base, ovvero dello 0,25%, ultimo di altri 10 rialzi consecutivi.
Sotto il profilo economico i tassi dei mutui, passano al 4,5%. Il tasso sui depositi salirà al 4% (il nuovo massimo storico) e quello sui prestiti marginali al 4,75%.
Dalle parti di Palazzo Chigi si buttano le mani avanti.
Giorgetti ieri ha lanciato l’allarme, “ci saranno 14-15 miliardi in più di interessi da pagare” e questo si riverbererà sulla manovra autunnale.
Praticamente toccherà trovare nuovi soldi per pagare i debiti e, come si fa in tutte le famiglie, bisognerà ridurre le spese.
E allora l’avvertimento è lanciato al Parlamento.
La manovra, nella stesura redatta dal Governo e presentata alle Camere, non potrà essere toccata, niente emendamenti della maggioranza e quelli dell’opposizione vanno nel cestino, stoppando di fatto sul nascere chi già preparava in Parlamento un assalto alla diligenza.
L’invito è stato recapitato a deputati e senatori dai vertici di partito delle forze politiche che sostengono l’esecutivo, ma “tanto anche quest’anno” spiega un esponente dell’esecutivo, “l’invito verrà disatteso…”.
Gli spazi restano stretti. Si lavora sui contenuti. Privilegio al settore del fisco: oltre che sul taglio del cuneo fiscale, si punterà sulla sanità, sulle misure per le famiglie e sulla detassazione delle tredicesime, anche per i pensionati, anche se occorrerà capire come si tradurranno nero su bianco le misure.
Con l’aumento dei tassi aumenteranno i risparmi, diminuiranno gli investimenti e si ridurranno i consumi.
Obiettivo, contenere l’inflazione (che dipende dall’aumento dei prezzi, che dipendono dall’aumento dei costi dei trasporti, che dipendono dall’aumento della benzina).
Ergo, meno denaro circolante e quindi meno benessere per chi ci vive, più difficoltà per chi a fine mese arriva pelo pelo.
Insomma, tra aumento dei consumi per luce e riscaldamento e cacchi vari si prepara una prospettiva autunnale di…(lasciamo l’imprecazione alla vostra immaginazione).
Poi che siamo fissati: ma non si potevano ridurre le accise?
Ormai l’Etiopia l’abbiamo conquistata e l’abbiamo anche persa, a Suez la crisi è passata da 70 anni e quei cavolo di Bus Ecologici dopo venti anni saranno stati pure rottamati, quindi cosa stiamo continuando a pagare?
Se non facessero ridere ‘ste robe sarebbero davvero da “assalto alla Bastiglia”.
Che poi queste accise rendono circa 23 miliardi che, con un bilancio di previsione che prevede ricavi per 625 miliardi, pesano appena il 3% delle entrate. E mica sarà una tragedia rinunciarci.
Secondo me al governo i conti li fanno fare alla mamma di Lukaku. Hai visto mai?