La tre giorni socialista a Firenze, attraverso l’obiettivo di Michael Sommovigo, assume un sapore gustosissimo anche per gli occhi.

Inquadrature pulite con scatti di pose plastiche spontanee di soggetti spesso inconsapevoli di essere catturati dalla macchina fotografica aggiungono arte all’arte. Gli “scatti rubati” immortalano umanità, spontaneità nei gesti e dei contesti in un contesto che, per quanto istituzionale e formale, lascia molto spazio all’umana natura.
A questi scatti rubati sono affiancati veri e propri ritratti che fanno emergere centinaia di diverse personalità umane. Spesso, degli stessi soggetti, riesce ad esaltare la poliedricità. Così un giovane incamiciato con capello rasato e barba sagomata diventa da uditore attento e compenetrato all’incuriosito e divertito co-autore del muro “120 anni FGS”; dall’afflitto poggiato contro una colonna all’attento dirigente con al fianco il fidato collaboratore.
Primi piani divertenti e divertiti sono a corredo di una galleria formidabile, che sprigiona una serie composita di sensazioni ed emozioni.
L’attenzione al dettaglio è quasi maniacale. L’uso della luce naturale nei giochi d’ombra sui ritratti è ricercato, così come l’uso di tonalità di colore, di sfumature e saturazione.
Si viaggia nelle emozioni, nello spazio e nel tempo. Si passa dal cosplay di un giovane Enzo Ferrari con pipa in bianco e nero alla foto di un intellettuale tra il sornione e il soddisfatto baciato dal sole; da una bella donna sensuale e sinuosa senza essere scoperta fino a una giovane fantasticamente cross-dressed.
Una serie di scorci umani in ambiente fiorentino che splende di socialismo, arte, verità e fantasia.
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