Di Lidano Grassucci
Mi arriva la notifica di una pagina di Bobo Craxi, la foto è di Michele Achilli e Bobo mette anche due righe “Con dispiacere ho appreso della scomparsa di Michele Achilli. É stato un protagonista della nostra storia socialista, una voce libera e critica un intellettuale di valore.”. Il compagno Michele se ne è andato, e ricordo come Remigio Da Varagine che… sì ho condiviso l’utopia di una sinistra pura, capace di non essere solo nel potere ma di cambiare questo mondo che non ci piaceva. Riccardo Lombardi era il mio riferimento ma serviva, per noi più rigore, più incisività e Michele è stato questo.
L’alternativa di sinistra era l’unica speranza e, in pochi, ma pochi, pochi, facemmo quello che ritenevamo condurre una battaglia politica. Michele Achilli mi pareva allora una sorta di cavaliere puro contro l’ingiustizia. Rifarei con lui tutte le battaglie che abbiamo fatto, ma… ero segretario della Fgsi del mio paese, Sezze romano, il mio omologo comunista era un mio amico fraterno, eravamo cresciuti insieme, stessa età, stesse scuole, stessi collettivi, stessa povertà. Io, achilliano puro, vantavo la possibile alternativa di sinistra davanti al mio amico e agli amici: vinceremo noi si sinistra, affermai convinto, via preti, parrucconi e padroni. Il mio amico mi guardò e precisò: “no, Lidano, vinciamo noi comunisti per te c’è il treno per la Siberia”. Si scherzava certo, ma qualche dubbio mi venne, restando convinto del mio.
Michele ragionava di politica, ragionava di idee nella politica, lanciava prospettive ed era coraggioso. Poi le vicende italiane fecero il loro corso, noi, noi socialisti, fummo criminalizzati individuati come il male assoluto del mondo, noi che ne eravamo e siamo la generosità umana. Ecco di Michele, di quella fase della mia vita, della mia idea, resta la generosità i tanti compagni con cui ancora oggi quando ci vediamo ci sentiamo di dover dividere quel bellissimo pane che è la speranza di domani.
Sono stato un achilliano di provincia che già la sua Milano era come Marte, ma mi ha insegnato ad osare, a non avere paura anche quando l’impresa è impossibile.
Ciao compagno Michele, noi il mio amico che voleva portarci in Siberia l’avremmo portato alla tomba di Rosa Luxemburg … o socialismo o barbarie
1 commento
bellissimo ricordo