Di Lidano Grassucci
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere.
Gabriele D’annunzio
Si passa dalla siccità all’alluvione, dal niente al troppo. Dal ghiaccio alla cottura anche del respiro. Viviamo tempi in cui il riformismo, che è capire quel che è nella sua realtà e fare quello che è possibile fare. Pietro Nenni diceva: fai quel che devi accada quel che può”.
Invece ora ogni tema è estremo: da una parte il cambio del clima negato, dall’altro il cambio del clima ostentato. Invece ci sarebbe un mezzo, un modo possibile di affrontare le cose. le bombe d’acqua sono rovesci, le alluvioni nella bassa padana non sono rare. Chi ricorda quella del 1951 diventata letteratura con Guareschi nella “saga” don Camillo e Peppone?
Capita, può capitare. Dicono ma viene tutta insieme. Certo ma i contadini sanno bene che il cielo non è un rubinetto, che Giove pluvio ama sorprendere e non essere banale. Le frane? Certo i terreni di montagna non sono più coltivati, la presenza millenaria dell’uomo è scomparsa e questo è un problema, ma ogni cosa che sta in alto prima o poi viene giù.
L’approccio riformista al clima è non gridare alla catastrofe inevitabile e urlare alla luna, ma è capire come recuperare la cultura dei territori, come riportare la gente in collina, come manutenere la rete idrica e il sistema dei canali anche quando per i più “non doveva piovere più”.
I socialisti non hanno risposte definite, ma sono depositari della cultura contadina dei luoghi, del lavoro che si fa per difendere la possibilità del pane e così facendo si rallenta, si governa, il corso delle cose.
L’Italia non sta diventando un deserto, l’Italia ha bisogno di più acqua da “conservare” ma deve anche avere la capacità di smaltire quella in più. Un equilibrio difficile ma non impossibile, gli agricoltori vanno sostenuti anche come custodi del territorio e del paesaggio nella loro sapienza esperienziale. La rete di smaltimento delle acque non è una cosa “di quando pioveva”, ma è il bisogno della pioggia sempre.
Vengo da una terra di butteri, gente che viveva nel limbo delle paludi sempre sospese tra terra e acqua, dove potevi affondare o trovare terra dura ma oggi non stava dove era ieri. Qui da millenni leggono il cielo e a chi chiede grazia per la siccità, o teme per troppo umido, rispondono: pe lo piove e lo cagà mai Cristo pregà.
Serve riformista conoscenza dei luoghi e non ideologica presunzione degli eventi.