Devo dire subito che la frase di Grillo stavolta era solo provocatoria, ma non eversiva. Il passamontagna e il termine “brigate di cittadinanza” poteva risparmiarsele ma il fine, quello di non farsi riconoscere per ripulire i marciapiedi e fare lavori utili alla comunità, é poi quello che anche noi abbiamo sempre auspicato. E cioè che i percettori del reddito non dovessero poltrire in divano, ma fare lavori socialmente utili. Sono rimasto invece sorpreso, e ancor più interdetto, dall’esistenza di un triangolo d’amorosi sensi tra Ovadia, Conte e Schlein. Ovadia nel suo comizio espone le allucinanti tesi anti ucraine e filo putiniane e, sposando quelle del “mai più un uomo né un soldo per Kiev”, non di Costa ma di Conte, scambia l’aggredito per l’aggressore. Conte applaude e la Schlein mostra interesse e lancia a costoro lo slogan dell’unità. Un conto é concordare sul salario minimo, un conto é pensare di costruire un programma politico unico tra costoro, come propone Elly. Sarebbe come se democristiani e comunisti fossero andati al governo insieme negli anni cinquanta, postulando i primi il rafforzamento dell’Alleanza atlantica e i secondi plaudendo all’invasione sovietica all’Ungheria. Ma lo capisce o no la Schlein che la politica estera é tornata prioritaria sul tema delle alleanze? Ma lo capisce che una coalizione coi Cinque stelle, oltre a non essere vincente né oggi né domani, produrrebbe uno strappo politico lacerante con l’Europa e la Nato? Se Conte non é un buffone, e non è detto che non lo sia, la pregiudiziale sul blocco delle armi alla resistenza ucraina sarà condizionante. Terrà duro il Pd nella posizione assunta da Letta e confermata, con l’addolcimento delle vie negoziali che sembrano sempre più un artificio retorico o per rendere meno dura la posizione assunta o addirittura per trasferirsi armi e bagagli nella posizione altrui? Cosa sono questi itinerari negoziali e a cosa dovrebbero portare? E chi dovrebbe decidere il punto di caduta? L’Ucraina dovrebbe tornare sovrana nei suoi territori oppure basta che la guerra finisca va tutto bene. Di questo non parlano mai i sostenitori della via negoziale che poi non si é mai interrotta ma che finora non ha portato a nulla perché Putin non vuole rinunciare ai territori conquistati. Della grande coalizione dovrebbe poi far parte anche Fratoianni che continua a proporre l’uscita dell’Italia dalla Nato? Vogliamo tornare all’Unione di Prodi che durò meno di due anni o al governo D’Alema che durò anche meno con la paradossale convergenza-divergenza dei comunisti di Diliberto che facevano parte di un governo che bombardava Belgrado e manifestavano a Belgrado contro i bombardamenti? L’Italia, per fortuna, non é l’Ungheria di Orban, tradizionalmente amico di Putin, e neppure la Turchia di Erdogan, della cui natura democratica é lecito dubitare. L’Italia, al pari della Germania e della Francia, è uno dei grandi paesi occidentali ed europei, tra i fondatori dell’Unione europea e con De Gasperi dei primi strumenti istituzionali comunitari (la Ceca innanzitutto). E’ il paese che con Rossi, Spinelli, Colorni, e prima Turati e ancor prima Mazzini e Cattaneo scolpì i caratteri e le prospettive dell’Unione europea. Noi faremo solo parte di una coalizione (il Psi non saprei, visto che si associa a coalizioni à la carte) che assieme agli altri paesi europei continui a sostenere il diritto di tutti i popoli alla loro indipendenza e sovranità territoriale. E per ultimo, la giustizia. Il ministro Nordio, propone alle Camere un ddl approvato dal governo che contiene tante cose buone, utili e buon senso: eliminazione del reato di abuso d’ufficio reclamato da tutti i sindaci, anche da quelli del Pd, restauro profondo di quello di traffico d’influenze (nessuno ha mai saputo di che si tratti), riforma delle procedure per l’arresto preventivo, stretta sulle intercettazioni, non appellatività delle assoluzioni processuali per reati minori. Quello che manca é il tema delle separazione delle carriere dei magistrati. Se su così poco è nata una querelle con l’Anm e anche, conseguentemente, col Pd, non era meglio farla nascere su qualcosa di più incisivo? E portare il piatto pieno? Già che c’era da litigare si poteva litigare una sola volta e per tutto, e non a rate, dico io.
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Direttore. Nasce a Reggio Emilia nel 1951, laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Bologna nel 1980, dal 1975 al 1993 é consigliere comunale di Reggio, nel 1977 é segretario provinciale del Psi, nel febbraio del 1987 è vice sindaco con le deleghe alla cultura e allo sport, e nel giugno dello stesso anno viene eletto deputato. Confermato con le elezioni del 1992, dal 1994 si dedica ad un’intensa attività editoriale (alla fine saranno una ventina i libri scritti). Nel 2005 viene nominato sottosegretario alle Infrastrutture per il Nuovo Psi nel governo Berlusconi. Nel 2006 viene rieletto deputato nel Nuovo PSI. Nel 2007 aderisce alla Costituente socialista nel centro-sinistra. Nel 2009 é assessore allo sport e poi all’ambiente nel comune di Reggio. Dal 2013 al 2022 dirige l’Avanti online.
1 commento
E’ un gioia leggere gli articoli del Direttore:puntuali, precisi e incisi.
Veramente Bravo. vittorio.liberatori@gm.com