Di fronte a un nutrito pubblico, oggi a Reggio Emilia è rinato il giornale La Giustizia.
Dalla città dove Camillo Prampolini fondò il giornale La Giustizia è divenuto per diverso tempo la bussola del socialismo italiano dieci anni prima dell’Avanti che nacque nel 1896.
Lo vergarono firme autorevoli: da Giovanni Zibordi ad Amilcare Storchi e Claudio Treves.
Fu la voce del riformismo divenendo nel 1922 l’organo ufficiale del Psu di Turati e Matteoti.
E proprio dal riformismo e dai valori della socialdemocrazia che oggi è partito il saluto del direttore Mauro Del Bue a cui hanno fatto corona gli interventi di Riccardo Nencini e Giovanni Crema.
Un chiaro messaggio politico con il quale si è voluto significare il valore del socialismo liberale e la sua naturale collocazione, nel quadro politico, su posizioni diverse da quelle dell’integralismo della sinistra, oggi sempre più radicale.
Un messaggio che, se valido allora, lo è ancor più oggi anche alla luce degli eventi che hanno segnato il mondo della sinistra.
Sotto le squisita direzione del dibattito di Fulvio Camellini, Massimo Carugno, vice direttore, e Rossella Pera, validissima redattrice del giornale, e infine Oreste Pastorelli, presidente della Associazione Socialista Liberale, hanno ribadito il ruolo del giornale, e del movimento che rappresenta, in uno spazio moderato del panorama politico del paese consono ai valori della socialdemocrazia.
Tutte le compagne e i compagni presenti si sono poi ritrovati in un succulento e cordialissimo pranzo in un clima di unione e amicizia come si conviene a un mondo popolato da donne e uomini socialisti.
A margine dell’evento il Direttore Mauro Del Bue ha rilasciato una appassionata dichiarazione: “Quando si é amici e non solo compagni tutto è più facile. E gratificante e anche divertente. Credo che noi abbiamo formato un gruppo coeso in cui ognuno non vede l’ora di incontrare l’altro. Così é stato quest’oggi, ma alcuni sono arrivati ieri, nella mia Reggio Emilia. Abbiamo presentato La Giustizia che é rinata in formato online. Per me é grande onore dirigere il giornale fondato da Camillo Prampolini nel 1886. Ben sapendo che un conto é la storia e un conto la politica. E su quest’ultima il quotidiano si impegnerà soprattutto. Per tentare di attualizzare, in un mondo che é divenuto globale, i temi che devono renderlo più giusto e per richiamare tutti al dovere di rispettare la parola socialista. Quella che Prampolini coniugava con un riformismo concreto e una religione umanitaria, quella che Turati intendeva per evoluzione incessante delle cose e delle teste, quella che Carlo Rosselli concepiva come intrecciata da impulsi liberali e che Saragat e il Nenni del dopo 56 ritenevano inseparabili dalla democrazia e che Craxi seppe articolare con un forte sentimento patriottico. Abbiamo delle antecedenze luminose al contrario di altri. E non permetteremo che vengano messe in vendita per ambizioni legittime ma improvvide. Saremo le guardie di questa identità.”
E non poteva esserci conclusione più significativa e adeguata a questo importante evento.
3 commenti
Bravi. Caro Mauro dimostri ancora una volta di essere un infaticabile difensore e propulsore dei grandi ideali del socialismo riformista. Il vero socialismo. Auguri
bravo Mauro
il tuo entusiasmo
è molto bello soprattutto verso
la storia del socialismo italiano
io da socialista
internazionale non posso fare altro che appogiarti senza riserva
auguroni ancora
Complimenti.
Dovevo esserci ma una spiacevole emergenza non mi ha consentito di partecipare.