di Alessandro Perelli
Quasi tutti gli analisti l’ avevano presentata come una sfida tra due donne: la Premier uscente, la socialdemocratica Sanna Marin e Riikka Purra, guida del partito sovranista dei Veri Finlandesi di estrema destra. E invece a vincere le elezioni legislative di domenica 2 aprile e’ stato Petteri Orpo ,leader del partito conservatore di centro destra. Dai dati quasi definitivi dello spoglio delle schede Orpo si aggiudica 48 seggi nel nuovo Parlamento piazzandosi al primo posto. Di poco ha superato Riikka Purra, che se ne è aggiudicata 47 vincendo la sfida femminile compiendo un notevole balzo in termini di consensi. Sconfitta, pur avendo aumentato la percentuale di voti per i socialdemocratici, Sanna Marin che si è fermata a 43 seggi. La Marin ha riconosciuto la sconfitta e si è detta pronta a entrare in un Governo di coalizione che non la vedrà comunque di nuovo come Primo Ministro. Sì perché, numeri alla mano, i tre partiti che hanno ottenuto più suffragi, dovranno ricorrere alle alleanze con alcuni movimenti minori per dare governabilità certa al Paese essendo improbabile che due di essi convincano qualche parlamentare, non eletto nelle loro file, a garantire la maggioranza di 101 voti necessaria per dare il via al nuovo Esecutivo. Le trattative politiche sono già iniziate e non potranno non tenere conto dei veri reciproci che lo scontro in campagna elettorale ha già determinato. E quindi appaiono sicuramente inconciliabili le posizioni dei socialdemocratici con quelle dei Veri Finlandesi che hanno fatto della lotta all’immigrazione, spesso condotta in termini razzisti, il loro cavallo di battaglia. Ma sullo sfondo saranno probabilmente i temi economici a dettare legge: restano per ora molto distanti per una eventuale collaborazione di Governo in una Grande coalizione le posizioni dei socialdemocratici da quelle dei conservatori di centro destra che propongono rigidi tagli di spesa per rimettere a posto i conti dello Stato. Sanna Marin ha pagato non tanto per la campagna di attacco personale per degli eccessi neila sua vita privata da cui è stata ampiamente scagionata dall’ opinione pubblica quanto per non essere riuscita a fermare il debito pubblico e di conseguenza il costo della vita. I finlandese si sono dimostrati molto sensibili a queste dinamiche premiando l’approccio di Orpo per il contenimento della spesa pubblica. La Marin non è riuscita a convincere i cittadini neppure sul tema dell’ immigrazione. Il suo ragionamento di aprire le porte del Paese ,in calo demografico, alla forza lavoro dei migranti regolari non ha preso piede tra i finlandesi che invece hanno premiato le proposte della Purra di chiudere i confini almeno agli extracomunitari. Quello che è certo, comunque, è che la Finlandia, qualsiasi coalizione si verrà a formare per dare vita al nuovo Esecutivo, rimarrà saldamente, dal punto di vista della politica estera, su posizioni atlantiste e filo occidentali. La domanda di adesione alla NATO, presentata dalla Marin, è stata sostanzialmente, apprezzata da tutti i partiti, come risposta all’ aggressione russa dell’Ucraina e alle minacce di Putin. E su questo obiettivo, proprio nei giorni scorsi, è venuto il tanto atteso via libera dal Parlamento turco indispensabile per la sua attuazione. Erdogan, al contrario di quanto sta avvenendo per la Svezia ancora accusata di dare ospitalità ai terroristi curdi, si è espresso positivamente sulla richiesta di Helsinki di entrare nell’Alleanza atlantica che ormai si vede le porte spalancate per la ratifica ufficiale. Una Finlandia membro dell’ Unione Europea e della NATO rappresenta la migliore garanzia di difesa contro le mire espansionistiche di Mosca. E a questo gli elettori,domenica scorsa, hanno detto sì pur con sfumature diverse.